Elisa Calessi per “Libero Quotidiano”
Un altro passo, decisivo, è stato compiuto verso l'introduzione anche in Italia dell'eutanasia legale. Il comitato che ha organizzato la raccolta di firme per il referendum, promosso dall'associazione Luca Coscioni e dai Radicali, ha annunciato, ieri, che è stato superato il quorum minimo di legge per poterlo svolgere.
«Siamo felici di poter comunicare che ad oggi sono più di 500.000 le persone che hanno firmato il referendum per la legalizzazione dell'eutanasia, stando alle cifre comunicate al Comitato promotore da parte dei gruppi di raccolta firme ai tavoli (430.000 firme), alle quali si aggiungono oltre 70.000 firme raccolte online e un numero ancora imprecisato di firme raccolte nei Comuni», hanno spiegato Marco Cappato e Filomena Gallo, copresidenti dell'associazione e del comitato promotore.
Un'esultanza che si è scontrata con la presa di posizione durissima del Vaticano, secondo cui si sta insinuando, nella società, «la tentazione di una nuova forma di eugenetica: chi non nasce sano, non deve nascere». Così monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita.
LO SCONTRO
«Si sta man mano incuneando nella sensibilità della maggioranza», è l'allarme lanciato in un'intervista su Vatican News, «una concezione vitalistica della vita, una concezione giovanilistica e salutistica in base alla quale tutto ciò che non corrisponde ad un certo benessere e ad una certa concezione di salute viene espulso», «per cui chi nasce e non è sano deve morire, e questa è eutanasia». Il riferimento non è solo all'Italia.
il papa con il monsignor vincenzo paglia
Si guarda ai Paesi nordici, dove l'eutanasia infantile o per depressione è realtà. Altrettanto dura è la risposta di Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni. «Monsignor Paglia non pare dare alcun valore al diritto fondamentale alla libertà e responsabilità individuale, riconosciuto anche dalla Consulta. Solo operando tale grave rimozione si può arrivare ad equivocare come "salutismo", "eugenetica", o "dover morire" il sacrosanto diritto a rifiutare l'imposizione di scelte altrui sul proprio corpo e sulla propria vita. Con l'affermazione del referendum nessuno sarà obbligato a scegliere l'eutanasia, e anzi sarà possibile prevenire ciò che accade ora: l'eutanasia clandestina, fatta di solitudine e disperazione».
Libertà non solo di morire, ma di essere uccisi dallo Stato. Intanto la raccolta di firme prosegue, «con l'obiettivo di raccogliere almeno 750.000 firme entro il 30 settembre».
Quale sia il traguardo, è lo stesso comitato a spiegarlo: non una iniziativa del Parlamento, ma la traduzione in legge di quello che deciderà il quesito referendario: «Vogliamo precisare che il referendum è uno strumento legislativo per realizzare riforme con effetto vincolante, non è - né dal punto di vista legale né da quello politico - uno "stimolo" al Parlamento affinché legiferi, né tantomeno un alibi per il Governo e le Regioni per continuare a violare impunemente la legge».
vasco rossi firma per il referendum per l eutanasia legale
Il modello, proseguono, sono Paesi come l'Olanda, il Belgio, il Lussemburgo e la Spagna. La raccolta, promossa dai Radicali, è stata sostenuta anche da Sinistra italiana, M5S (di cui molti esponenti, ieri, hanno festeggiato) e da singoli parlamentari, tra cui il ministro Roberto Speranza, che ha firmato per il referendum.
VOCE ISOLATA
La maggioranza dei parlamentari tace. Si leva, isolata, la voce della senatrice Paola Binetti, Udc, che ricorda come in Olanda l'eutanasia «è praticata alle persone con Alzheimer, ai pazienti depressi, ai minori». Altro che vittoria.
«Di vittoria non c'è proprio nulla, se non l'ennesima strumentalizzazione di chi sulla base della pietas suscitata da un caso singolo pretende di smontare secoli di cultura della cura, di prudenza nell'accompagnamento umano di chi soffre e si sente solo».