Estratto dell’articolo di Massimo Colaiacomo per “la Repubblica”
Dopo il 14 luglio 1948 gli italiani che non erano comunisti tirarono un sospiro di sollievo: il Pci confermò quel giorno che la “svolta di Salerno”, vale a dire la conquista del potere per via democratica, era irreversibile. Gli italiani non comunisti ma cattolici praticanti scoprirono con qualche sgomento un Pci non più familista e bacchettone, ma aperto a una visione rispettosa della libertà nella vita privata e affettiva, dentro e fuori della famiglia.
Furono le conseguenze non subito evidenti provocate dai quattro colpi di pistola esplosi in via della Missione, una stradina laterale a palazzo Montecitorio, alle 11: 45 di quel 14 luglio. In pochi minuti l’Italia si ritrovò sull’orlo della guerra civile. Tre di quei colpi raggiunsero il segretario del Pci Palmiro Togliatti, finito nel mirino di un giovane studente siciliano, Antonio Pallante, un mitomane […] vittima dell’ossessione comunista. Roma è stata soltanto l’epicentro di una storia la cui eco raggiunse in un baleno ogni angolo del pianeta.
[…] Pochi minuti e le sirene dell’ambulanza si aprivano la strada verso il Policlinico Umberto I. Ancora pochi minuti e in tutta Italia furono organizzati scioperi e cortei di protesta. Gli scontri tra la politizia e i manifestanti furono violenti. A fine giornata si contarono 70 morti, oltre 3500 feriti e circa 97 mila furono i fermi e gli arresti.
In seguito agli scontri, i prefetti diedero ordine alle forze dell’ordine di procedere al recupero delle armi nascoste dai partigiani dopo la liberazione dell’aprile 1945. La schedatura […] rivelò numeri impressionanti: “Cannoni 28; mortai e lanciagranate 202; fucili mitragliatori 6.200; mitragliatrici 995; pistole e rivoltelle 49.640; fucili e moschetti di guerra 27.123; pistole e rivoltelle 9.445; bombe a mano 49.640; esplosivo quintali 5.746; radiotrasmittenti 81; munizioni varie 5.480.879”.
ATTENTATO A TOGLIATTI PANSA ITALIA DOPOGUERRA
Le condizioni di Togliatti apparvero subito critiche. Il professor Pietro Valdoni estrasse i tre proiettili, il più grave aveva perforato la cassa toracica. Il tempo di uscire dalla sala operatoria e di smaltire l’anestesia e Togliatti intuì, dalle parole e dai volti dei collaboratori, il clima di grave tensione sociale che si era creato nelle fabbriche e nelle piazze.
«State calmi», era l’invito più volte ripetuto a Longo e a Secchia. Conosceva i suoi dirigenti, conosceva e mal tollerava l’impulsività di Secchia e Onofri che non avevano mai smesso di sognare l’insurrezione armata. Chiedersi se gli inviti di Togliatti alla calma fossero una sua iniziativa o suggeriti da Mosca sembra oggi superfluo.
nilde iotti palmiro togliatti 1
[…] L’attentato ebbe risvolti imprevedibili […]. […] gli scontri di piazza seguiti alla mobilitazione voluta dalla Cgil e criticata da Togliatti portarono alla scissione e alla nascita di un sindacato di ispirazione cristiana, la Cisl, e uno vicino al mondo repubblicano e liberale, la Uil.
È sul piano del costume che l’attentato provocò un vero terremoto. Fra Togliatti, sposato con Rita Montagnana, e Nilde scoccò la scintilla. Quando venne scoperta, la liaison affettiva divenne motivo di scandalo all’interno del Pci. Si cercò in tutti i modi di tenere nascosta la storia.
palmiro togliatti in ospedale curato dalle suore
Ma proprio l’attentato ebbe l’effetto di alzare quel velo non si sa se più di riserbo o di ipocrisia. A Iotti si voleva impedire di visitare Togliatti ricoverato al Policlinico, Pietro Secchia piantonò addirittura la stanza del Migliore. Fu Luigi Longo a prendere la decisione […] e a lasciare che i due potessero ritrovarsi soli.
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