Andrea Bulleri per il Messaggero - Estratti
Sarà che l'appetito vien mangiando. Ma insomma non fa mistero, Elly Schlein, di aver ormai messo nel mirino Palazzo Chigi.
VINCENZO DE LUCA VS ELLY SCHLEIN - ILLUSTRAZIONE IL FATTO QUOTIDIANO
«Tempo al tempo», sorride la segretaria del Pd, in modalità post-sbornia elettorale in Umbria ed Emilia Romagna. Perché sarà pur vero che «la cifra di queste regionali si può riassumere in due parole, umiltà e unità». E che ora l'imperativo per il centrosinistra dev'essere «piedi per terra e lavorare», senza montarsi troppo la testa. Ma la segretaria è convinta di aver trovato l'atout che un domani, quando verrà il momento, le permetterà di sedere alla scrivania di Giorgia Meloni. Ed è la battaglia sulla sanità pubblica.
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Intanto «siamo sulla buona strada», gongola Schlein, guardando indietro all'anno che si sta per chiudere: «Eravamo 6 regioni a uno per loro, ora siamo 4 a 3». E pazienza se non è per merito dell'alleato Cinquestelle, crollato a percentuali da allerta rossa. La leader dem si mostra ecumenica: «Sono state vittorie collettive e di squadra, ciascuna forza ha dato il proprio contributo». Fine delle polemiche.
STEFANIA PROIETTI - VITTORIA FERDINANDI - ELLY SCHLEIN
E soprattutto dei «veti» reciproci, tipo quelli arrivati all'indomani delle due vittorie dai rosso-verdi di Avs in direzione di Renzi e Calenda per «programmi incompatibili». Sulla costruzione dell'alleanza «non partiamo da zero guarda il bicchiere mezzo pieno Schlein le convergenze ci sono già. L'Umbria e l'Emilia lo dimostrano». E poi «discutere del perimetro della coalizione non fa bene a nessuno». Bisogna essere insomma «ancor più unitari di prima», con la garanzia che il Nazareno dove cresce la preoccupazione per ciò che succederà in casa M5S con il voto sulla costituente al via oggi che può ribaltare tutto non vuole cannibalizzare gli alleati. «Il risultato importante del Pd lo metto a disposizione di una coalizione che cresce. Con le altre forze spiega non ho mai inteso il rapporto come competitivo».
STEFANO BONACCINI - MICHELE DE PASCALE - ELLY SCHLEIN
Dribbla su Renzi, secondo cui «senza il centro non si vince»: «Massima unità possibile», ripete la segretaria, purché «attorno a un progetto coerente». E glissa su una possibile discesa in campo di Ernesto Maria Ruffini, direttore dell'Agenzia delle Entrate, come "federatore" del centro riformista, ipotesi rivelata ieri dal Messaggero.
«Guardo con grande rispetto a quello che si muove in casa degli alleati. È nostro interesse avere attorno interlocutori solidi: lavoriamo per rafforzare la coalizione, non solo il Pd». Messaggio che vale sia a tranquillizzare i Cinquestelle che già si vedono fare la fine del cespuglio sia per la gamba centrista del campo largo. Sulla quale Ruffini per il momento assicura di non avere ambizioni: «Sono un servitore dello Stato totalmente impegnato con lealtà e dedizione nell'attività dell'Agenzia delle Entrate», afferma il direttore.
SCHLEIN, CONTE, BONELLI, FRATOIANNI
Sullo sfondo delle preoccupazioni di Schlein, oltre a M5S e nervi tesi tra alleati, resta il nodo Campania, con De Luca che medita le dimissioni per forzare la mano e correre una terza volta.
Al Nazareno sono convinti che si tratti di un bluff, anche se lui insiste: «Il centrosinistra unito in Campania? Cosa possa saperne, so soltanto quello che faccio e farò io». Come a dire: mi ricandiderò. Schlein, da parte sua, non ha alcuna intenzione di cedere. Convinta com'è di uscire rafforzata dalle urne appena chiuse. Al timone del Nazareno, della coalizione e domani, chissà.
STEFANIA PROIETTI ELLY SCHLEIN
Tempo al tempo.
ernesto maria ruffini ELLY SCHLEIN IN VERSIONE KAMALA HARRIS stefania proietti elly schlein ELLY SCHLEIN ernesto maria ruffini ricevimento quirinale 2 giugno 2024 schlein