1 – UN GIOCO DI RUOLO CHE HA STUFATO
Michele Serra per “la Repubblica”
Il presidente ad interim della Calabria, dopo la morte tristissima di Jole Santelli, si chiama Nino Spirlì, è leghista, si definisce «omosessuale a tempo perso», si raccomanda ufficialmente alla Vergine Maria e rivendica il diritto di chiamare froci gli omosessuali e negri i neri.
Io non sono mai stato perbenista, ma per via degli Spirlì rischio di diventarlo. E non voglio. C'è un gioco delle parti ormai insopportabile, che dura da anni, tra la rivendicazione di volgarità (spacciata per schiettezza) e la puntuta difesa della buona educazione. Forse può bastare, abbiamo già dato tutti quanti: "loro" nel campo della cafonaggine esibita, "noi" in quello della gentilezza puntuta.
E dunque con i vari Spirlì (che sono tanti) dobbiamo guardarci negli occhi, uscire dallo stucchevole gioco di ruolo in cui ci siamo cacciati, e dire più o meno così. "Va bene, chiamali pure froci e negri, se ti sembra così eroico farlo, ma dimmi: che cosa intendi fare, in concreto, per i froci e per i negri?
Sei pro o contro le unioni civili? Sei pro o contro il nuovo schiavismo nelle campagne della tua regione, lo schifoso caporalato, il disprezzo sociale per gli africani che sono gli ultimi, perfino più ultimi dei froci, che dalle tue parti portano uno stigma di infamia molto diffuso soprattutto tra i maschioni mafiosi (anche loro devotissimi alla Vergine Maria)?
jole santelli nunzia de girolamo
A parte la tua recita burina, e la mia recita educata, che cosa pensi di fare, come persona, come cristiano, come cittadino, nel merito dell'uguaglianza tra le persone, che è molto più importante delle tue parolacce e delle mie parole ben temperate?".
2 – ORA REGGENZA AL VICE DELLA LEGA SPIRLÌ ELEZIONI FORSE RINVIATE OLTRE I 60 GIORNI
Amedeo La Mattina per “la Stampa”
L'improvvisa scomparsa di Jole Santelli apre in Calabria una spinosa questione politica ma soprattutto istituzionale. A guidare la Regione sarà il vice presidente Nino Spirlì, della Lega. Sarà lui a portare i calabresi alle urne e gestire l'emergenza Covid. La sua dovrebbe essere una reggenza temporanea.
Lo statuto regionale prevede, in un caso come questo, il ritorno alle urne per eleggere un nuovo presidente e rinnovare il Consiglio regionale entro 60 giorni. L'assemblea tra dieci giorni dovrebbe deliberare lo scioglimento e la convocazione delle urne. Ma è il caso di aprire una campagna elettorale e i seggi con la ripresa della pandemia? I tempi potrebbero essere dilatati per motivi sanitari per votare in primavera: un election day con le comunali.
Una decisione ancora non è stata presa. Le parole del presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, vanno in questa direzione: «C'è da tener conto della pandemia e dei provvedimenti che i ministeri adotteranno in ordine alla celebrazione di nuove elezioni». Dovrà però essere trovato un accordo tra maggioranza e opposizione per approvare un'apposita norma.
Non sarà difficile, tenuto conto che i consiglieri sono in carica solo da 8 mesi. Poi c'è il capitolo Spirlì, che ieri ha avuto un incontro con il ministro delle Regioni, Francesco Boccia.
«È stato un incontro commovente, abbiamo parlato delle priorità su cui stava lavorando Jole. Siamo sconvolti per la sua scomparsa», ha detto Boccia, che conosceva bene Santelli (sua moglie Nunzia De Girolamo ha militato anni in FI). L'interlocutore del governo è un leghista ultracattolico devoto a Salvini e alla Madonna del Carmelo, contrario alla lobby gay («alla quale pure dovrei appartenere»). Nino Spirlì, 59 anni, di Taurianova, è «politicamente scorretto». Il 2 ottobre a Catania, durante il suo intervento alla Nuova Dogana dove si erano riuniti i leghisti in attesa del processo a Salvini, aveva dichiarato di avere diritto di usare le parole «negri e froci».
Si scatenò una bufera, vennero chieste le sue dimissioni, ma lui è ancora lì. Esponente storico della destra, tra i fondatori di «Cultura Identità», nel suo profilo Twitter si definisce «autore tv, scrittore, attore e regista teatrale, editorialista, omosessuale a tempo perso. Cattolico praticante. Leghista». Rispondendo ai messaggi di auguri per la sua nomina alla vicepresidenza, invocò «la Benedizione del Signore» e si affidò «alle amorevoli cure della Santa Vergine Immacolata».
Di lui Santelli aveva grande fiducia, tanto che gli assegnò numerose deleghe: beni culturali, attività culturali e teatrali, politiche del commercio e dell'artigianato, legalità e sicurezza. In più la delega di vice con «funzioni vicarie». Una stima ricambiata. «Sono sconvolto per la scomparsa della mia amica Jole, era un pezzo della mia famiglia, la speranza della nostra terra. Oggi ho una grande responsabilità: continuare il suo progetto, nella strada che lei ha tracciato, sarà ancora una amministrazione Santelli».
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