Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
Un compromesso onorevole. Che consolida, dopo averlo fatto traballare, l’asse tra Meloni e Giorgetti. La presidente del Consiglio aveva preannunciato in diretta tv il siluramento di Alessandro Rivera. Il 29 dicembre, alla conferenza stampa di fine anno, la leader di FdI aveva rimproverato al direttore generale del Tesoro, pur senza nominarlo, di aver gestito «abbastanza pessimamente» il dossier Monte dei Paschi di Siena. Il resto lo aveva fatto Guido Crosetto, invocando il coraggio di «usare il machete» per rinnovare le cariche soggette a spoils system .
[…] La scelta di mediazione, condivisa con Salvini in un faccia a faccia prima del Cdm, consente a Meloni di superare uno scoglio non indifferente, senza incrinare il rapporto «Giorgia-Giorgetti», architrave del governo. […] Il nome di Riccardo Barbieri Hermitte arriva dopo un braccio di ferro di settimane, con la premier che spinge per cambiare aria al Mef e il ministro dell’Economia che resiste, non condividendo la critica di scarsa accortezza da parte di Rivera su dossier cruciali come Ita e Ferrovie. Alla fine il numero due della Lega cede, ma ottiene una rivoluzione soft. Il ragioniere generale Biagio Mazzotta non si tocca, a dispetto della tentazione di sostituirlo con una figura più gradita.
E al posto di Rivera non arriva un manager esterno come il presidente di Ita Antonino Turicchi, ma approda un pezzo grosso del Mef. «Barbieri è un eccellente economista», assicura un esponente del governo, che però già rimpiange lo «standing internazionale e la grande capacità gestionale» di Rivera. Per l’uscente, anche Giorgetti ha solo parole di stima. Pubblicamente lo loda per la «dedizione» e la «competenza» e riservatamente gli comunica il dispiacere per non essere riuscito a salvargli il posto, nonostante il sostegno di due ministri «moderati» come Raffaele Fitto e Adolfo Urso. […]