QUI NON C’E’ UN EURO: MELONI E MACRON SPINGONO PER RINVIARE A GIUGNO 2024 L’ACCORDO SUL NUOVO PATTO DI STABILITA’ (VOGLIONO EVITARE DI DOVER APPRONTARE UNA MANOVRA CORRETTIVA PER RIENTRARE DALL’ECCESSIVO DEFICIT) - L’ECOFIN DEL 20 DICEMBRE, ORGANIZZATO IN VIDEOCONFERENZA, RISCHIA DI NON ARRIVARE A NULLA: QUASI IMPOSSIBILE TROVARE UN ACCORDO DA REMOTO (E INFATTI L’ITALIA HA CHIESTO UN VERTICE IN PRESENZA) - L’INFLESSIBILITÀ DI ORBAN HA DATO L’OCCASIONE A ITALIA E FRANCIA DI BUTTARE IL PALLONE IN TRIBUNA SUL PATTO DI STABILITÀ. E RINVIARE LA MANOVRA A DOPO LE EUROPEE...

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Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES

Congelare il Patto di stabilità. Per sei mesi, fino a giugno 2024. Spostando così in avanti l’entrata in vigore della riforma e dei nuovi parametri. E allungando di conseguenza i tempi della manovra correttiva che Roma dovrà altrimenti varare già a inizio estate. Di fronte alla paralisi decisionale imposta all’Europa dal suo amico sovranista Viktor Orbán, Giorgia Meloni cerca almeno un varco per migliorare l’intesa - finora poco soddisfacente - sul nuovo Patto. E lo fa cercando la sponda francese di Emmanuel Macron, a sua volta alle prese con un deficit allarmante.

 

La proposta italiana, maturata nelle ultime ore e consegnata in via informale durante i colloqui a margine del summit di Bruxelles, sarebbe dunque quella di mettere nero su bianco questi centottanta giorni di stop. Ne discutono Meloni e Macron, nella notte tra mercoledì e giovedì. Seduti a un tavolino dell’hotel Amigo. Senza Olaf Scholz, che si unirà poco dopo. E che a dire il vero non ha troppa voglia di concedere quanto chiedono i due alleati.

 

GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES

Il terreno su cui si gioca questa partita è tecnico, ma la sostanza esclusivamente politica. Palazzo Chigi e il Tesoro sono consapevoli da tempo di un dato di realtà: con il deficit che affligge l’Italia, una manovra correttiva già a luglio diventa inevitabile. E questo, indipendentemente dai cavilli del Patto in vigore: l’Italia si ritroverebbe in fuorigioco sia con il ritorno ai vecchi parametri, sia con nuove regole.

 

L’unica via d’uscita sarebbe quella di allungare per un altro semestre la sospensione dei parametri, decisa durante l’emergenza Covid. Tutto, a quel punto, slitterebbe: anche le raccomandazioni della Commissione, già posticipate a giugno 2024, e di conseguenza la procedura d’infrazione per deficit eccessivo. Varrebbe per Roma, ma anche per Parigi. Ecco perché, in poche ore, l’eventualità di un’intesa all’Ecofin del 20 dicembre si trasforma in una chimera.

giorgia meloni emmanuel macron meme by edoardo baraldi giorgia meloni emmanuel macron meme by edoardo baraldi

 

La scintilla, paradossalmente, è provocata dall’ostruzionismo di Orbán. […] Il sovranista ungherese […] prende politicamente in ostaggio il bilancio europeo. «Non ho impedito l’allargamento a Kiev, adesso ragioniamo seriamente di risorse. Perché l’Ungheria dovrebbe contribuire con altre risorse alla revisione, senza nulla in cambio?».

 

Punta ai 21 miliardi bloccati per le violazioni dello Stato di diritto e ai soldi del Pnrr. La prima vittima del ricatto è ovviamente l’Ucraina. Anche la premier italiana […] ha un problema: il via libera ai fondi aggiuntivi per i migranti nel bilancio continentale […] slittano almeno a gennaio. È questo il varco che Meloni intravede per migliorare almeno la riforma del Patto di stabilità.

URSULA VON DER LEYEN - EMMANUEL MACRON - GIORGIA MELONI - SUMMIT EU MED 9 MALTA URSULA VON DER LEYEN - EMMANUEL MACRON - GIORGIA MELONI - SUMMIT EU MED 9 MALTA

 

L’aria cambia subito. Il primo a lanciare un segnale è Giancarlo Giorgetti. Sostiene che l’Europa «è incapace di prendere decisioni tempestive, è impossibile decidere, funziona come un’assemblea di condominio». Critica la scelta di convocare l’Ecofin del 20 dicembre in videoconferenza – «non chiudo accordi in questo modo, sarebbe opportuno un vertice in presenza» – e infine sentenzia: «Le possibilità di arrivare a un’intesa già il 20 sono scarse».

 

[…] La sintonia di Roma e Parigi su questo specifico punto si palesa pubblicamente. […] Meloni, […] esplicita: «Ho avuto un bilaterale con Macron. Abbiamo affrontato il tema del Patto, su cui ci sono diversi punti di convergenza». La linea di Meloni, insomma, è quella di allungare i tempi. […] L’obiettivo diventa dunque quello di riportare il dossier a una nuova riunione dell’Ecofin del 2024, magari dopo la “benedizione” politica del Consiglio straordinario di gennaio. […] . L’alternativa è una manovra correttiva pochi giorni dopo le Europee.

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