DAGOREPORT
Il Quirinale è irritatissimo. Le dichiarazioni di Dario Franceschini a Verderami sul Corriere di oggi (“...E allora, se si aprisse la crisi, tanto varrebbe andare a votare. Conte contro Salvini e ce la giochiamo”), Mattarella non le ha proprio mandate giù.
Franceschini non può permettersi di dirle: fino a prova contraria, chi decide di andare alle urne è solo il capo dello stato. In tempi di pandemia, al massimo si cerca un‘altra maggioranza. Tant’è vero che sul Colle stanno pensando anche di rinviare in autunno le amministrative di aprile 2021.
Giuseppe Conte Lorenzo Guerini Dario Franceschini
Altro incazzato è quell’anima in pena di Zingaretti, ridicolizzato fino al tradimento da Su-Dario sempre nel pezzo di Verderami. Dopo aver lustrato le scarpe di Conte, Franceschini si è prodotto in una replica di ciò che fece all’epoca ad Enrica Letta premier, sconfessando Zinga come un inetto privo di leadership:
“L'altro giorno, al vertice con il Pd per la verifica, l'ha sentito esordire così con Zingaretti: «Se avete qualcuno da cambiare tra i vostri ministri, ditemelo». Il segretario dem, che per indole non si confida nemmeno con se stesso, ha deglutito prima di lasciar cadere la domanda. E Conte, non avendo ricevuto risposta, gli ha riproposto subito il quesito. Un silenzio imbarazzato ha riempito la stanza, fino a quando Franceschini ha provato a spiegare al premier che «la verifica non è il rimpasto. Serve piuttosto a stabilire una linea politica, ad aggiornare il programma...».
L’isteria di “Giuda” Franceschini ha origine dalla paura di perdere la poltrona di ministro e di capodelegazione al governo in caso di caduta Conte, avendo il 60 per cento del Pd contro. I giorni sono contati: entra il 3-4 gennaio il premier per caso deve dare una risposta ai partiti sull’addio alla delega ai servizi segreti e sulla gestione del Recovery Fund (cassare la gestione dei 6 manager a favore di un consiglio di gabinetto ministeriale).
Due rospi grossi così che, per continuare a stare a Palazzo Chigi, Conte dovrà ingoiare senza acqua, in barba ai ridicoli e stupefacenti sondaggi di Pagnoncelli sul “Corriere” di Cairo.
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Intanto, dopo Franceschini, Renzi si è messo in testa di stanare altri due ministri zerbinati a Conte: Amendola e Guerini. Mentre anche in LeU tira aria di spaccatura tra il governista Speranza e il resto del partito.
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