Mattia Feltri per “La Stampa”
Due miei vecchi amici si sono sposati molti anni fa, erano ragazzi. Lei era rimasta incinta perché a entrambi sembrava il modo più veloce di andarsene di casa. Si misero a lavorare duramente, soprattutto lui, per tirarsi fuori da una seria indigenza.
Lei si stancò, prese il figlio e scappò con un fidanzato precedente ma durò poco: il marito lavorava troppo (e faceva soldi) ma il fidanzato non lavorava affatto (e se li beveva). Il marito la riaccolse per preservare le apparenze.
Con noi faceva finta di niente, come se non ne sapessimo nulla. Gli piaceva fare battute omofobe, ma dico omofobe sebbene in privato ci sembrassero solo goliardiche. Lei una sera lo seguì in una delle sue passeggiate del dopocena e lo trovò ad armeggiare fra le gambe di un uomo. Ne fece una tragedia.
Poi smise di parlarne. Prese ad andare in ritiri spirituali. Negava di avere mai pedinato il marito e tantomeno di averlo sorpreso a fare chissà che. Lui infittì le passeggiate notturne e soltanto quando lei partiva (la vedemmo un giorno filarsela con un gruppo di motociclisti tatuati) restava in casa, e ogni volta un ragazzo diverso suonava al suo citofono.
mattia feltri premio e' giornalismo 2018 8
Per evitare la figura del becco, e non solo, si faceva vedere in giro con belle donne. Infine decisero di divorziare, lei rimase nell'appartamento coniugale, lui traslocò in un altro e presto il figlio, cresciuto, in un terzo.
Però non divorziarono mai: siccome non erano proprio a posto col fisco, non gli conveniva. A pensarci su, sembra un po' la storia di questa campagna elettorale, con l'unica differenza che il finale dei miei amici è molto più intelligente.