“L′8 novembre del 63 a.C., anno cruciale per la storia di Roma, il Console Cicerone pronunciò in senato un severo discorso contro Lucio Sergio Catilina. Ne ripropongo qui un estratto lasciando a voi l’ispirazione per la sua adattabilità nell’affrontare la realtà”. Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo, fondatore del M5s, in un post dal titolo “Quo usque tandem (fino a che punto)”, in cui cita una orazione di Cicerone contro la congiura di Catilina e invita ad adattare le sue parole all’attuale crisi di governo che vede contrapposti (ma Grillo non li cita) il senatore Matteo Renzi al premier Giuseppe Conte.
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Grillo riporta una lunga citazione di Cicerone: “Quo usque tandem (fino a che punto) approfitterai della nostra pazienza? Per quanto tempo ancora la tua pazzia si farà beffe di noi? A che limiti si spingerà la tua temerarietà che ha rotto i freni?”. E ancora: “Hai diviso l’Italia tra i tuoi; hai stabilito la destinazione di ciascuno; hai scelto chi lasciare al Governo e chi condurre con te. Le porte sono aperte. Vattene! Porta via anche tutti i tuoi. Purifica la città! Tutte le volte che hai sferrato un colpo contro di me, l’ho parato con le mie forze: ma ormai attacchi apertamente tutto lo Stato; vuoi portare alla totale distruzione il Governo e la vita di tutti i cittadini, dell’Italia intera”.
“Se mi accorgessi di essere, anche a torto, gravemente sospettato e disprezzato dai miei concittadini, preferirei sottrarmi alla loro vista piuttosto che essere oggetto di sguardi di disapprovazione. Tu, invece, che sei consapevole dei tuoi maneggi e riconosci che l’odio di tutti è giusto e meritato da tempo, esiti a sottrarti alla loro vista, alla presenza di chi ferisci nella mente e nel cuore”, prosegue la citazione. “Il popolo ti ha tolto il potere: puoi attaccare il Governo, ma non puoi sovvertirlo con tentativi scellerati da bandito. Eppure ci sono anche alcuni, qui in Senato, che non percepiscono per ingenuità cosa stia per abbattersi su di noi o che fingono di non vedere quel che hanno sotto gli occhi; sono quei pochi che hanno alimentato con la condiscendenza le tue aspettative e rafforzato con l’incredulità il formarsi di una congiura! Allora dico se ne vadano i colpevoli! Si separino dagli onesti!”.
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