MALAGUTTI, MALA TEMPORA PER PASSERA
Bankomat per Dagospia
Oggi il Fatto dedica la prima pagina alla c.d. classe dirigente italiana: si parla di Schifani (vecchio \"amico\" del Fatto...) e nuovamente di Passera.
Scrive Vittorio Malagutti su Passera banchiere e albergatore in Como e riprende lo scoop del Corriere, del quale Dagospia aveva còlto l\'importanza fin dalle prime ore, nel consueto e assordante silenzio dei grandi mezzi d\'informazione su certe questioni che riguardano i potenti veri.
Il Fatto va oltre e aggiunge del suo: si parla di verbali di Consiglio di Banca Intesa dai quali emergerebbe che Passera non si astenne nel deliberare un finanziamento a favore di un imprenditore (Fontana, di Brescia) che si accingeva così finanziato a rilevare quote importanti del Villa d\'Este.
Hotel famosissimo e prestigioso del quale i Passera sono storicamente piccoli azionisti. Non si astenne e non dichiarò in Consiglio che l\'affare in qualche modo rigurardava anche interessi della sua famiglia. Non è elegantissimo, lasciamo ad altri valutazioni legali o morali. Gustatevi il pezzo di Malagutti e soprattutto le reazioni che ci saranno, o forse o no.
Una cosa è certa: Malagutti è giornalista bravo e onesto, difficile pensare che si autoproduca i verbali di Banca Intesa...anche su questo è interessante capire cosa sta succedendo ai piani alti della prima banca italiana.
1 - PASSERA, BANCA INTESA E GLI AFFARI DI FAMIGLIA
Vittorio Malagutti per Il Fatto Quotidiano
Sostiene il banchiere Corrado Passera che quei sette milioni di euro parcheggiati nel paradiso esentasse di Madeira sono un gruzzolo di famiglia denunciato al Fisco e accantonato all\'estero in attesa di una buona occasione per spenderlo. Tutto regolare, quindi, assicura il gran capo di Banca Intesa in una lettera di risposta a un recente articolo del Corriere della Sera.
Bazoli e PasseraE che dire delle sue proprietà alberghiere? Cose vecchie, ereditate dai genitori. Insomma, niente di rilevante, nulla che possa interferire con il suo ruolo di amministratore delegato della più importante banca d\'Italia.
Ma la versione minimalista offerta da Passera ai lettori del Corsera non spiega tutto. Non spiega fino in fondo gli intrecci azionari, i prestiti per centinaia di milioni di euro, le compravendite di titoli che tre anni fa sono serviti a riportare in Italia dal Lussemburgo il pacchetto di controllo dell\'hotel Villa d\'Este di Cernobbio, un cinque stelle tra i più lussuosi al mondo, meta abituale di superVip e presunti tali.
La miccia che innesca questa girandola di affari è un prestito di 157 milioni concesso da Intesa alla famiglia Fontana, industriali brianzoli che usano quei soldi per comprare il pacchetto di maggioranza di Villa d\'Este. L\'hotel, un tempo trattato in Borsa, può contare su decine di azionisti di minoranza. E tra questi c\'è anche Passera, insieme a sua madre, al fratello, alla sorella. La loro quota è poca cosa: meno dell\'1 per cento della società di gestione dell\'albergo. Quanto basta, però, per esporre il banchiere a un potenziale conflitto d\'interesse.
hotel di passera a como MadeiraInfatti Intesa, la banca guidata da Passera, finanzia la compravendita di una società di cui lo stesso Passera è azionista. E i Fontana, secondo quanto dichiarano all\'epoca, sono pronti ad acquistare, oltre alla quota di controllo parcheggiata in una finanziaria lussemburghese, anche le azioni dei piccoli soci dell\'Hotel. Quindi, in teoria, anche quelle dei Passera.
Per togliersi dall\'imbarazzo il banchiere avrebbe potuto rendere nota la sua posizione agli altri consiglieri di amministrazione di Intesa chiamati ad approvare il prestito. Ma Passera tace. Nel verbale del consiglio di amministrazione del 14 novembre 2007, che dà il via libera al fido di 157 milioni per finanziare l\'acquisto di Villa d\'Este, non si fa cenno a interventi del numero uno. E il prestito viene approvato all\'unanimità, con il voto favorevole, quindi, anche di Passera.
Particolare importante: nel consiglio di Intesa siede anche Giuseppe Fontana, proprio l\'imprenditore che deve avere il prestito. In pratica la banca ha finanziato per decine di milioni un suo consigliere. Fontana però, come prescrive la legge, non partecipa alla votazione sul prestito. Qualche mese dopo circa 50 milioni di questo finanziamento vengono trasferiti alla Banca Popolare di Sondrio. Coincidenza delle coincidenze: Fontana era amministratore anche di questa banca.
Ma torniamo a Passera per segnalare un altro fatto rimasto fin qui inedito. Il 16 ottobre 2007, quindi meno di un mese prima della concessione del prestito, una società dei Passera, l\'Immobiliare Venezia, vende circa 15 mila azioni di Villa d‘Este incassando 117 mila euro. Chi compra? Il bilancio della società non indica il nome dell\'acquirente. Certo è che i tempi di questa operazione, che precede di poche settimane l\'ingresso in campo di Intesa, finiscono per sollevare nuovi dubbi e sospetti.
MadeiraDi più: Passera e famiglia vendono le loro azioni a circa 7 euro ciascuna. Un mese dopo Fontana finanziato da Intesa compra il 62 per cento del capitale di Villa d\'Este a circa 67 euro per azione. I conti non tornano.
MadeiraE certo non aiuta a fare chiarezza il fatto che la vendita dell\'hotel di Cernobbio transiti da una società del Lussemburgo, tradizionale approdo a prova di fisco per affari di ogni tipo. In pratica il prestito di Intesa è finito nel Granducato nelle casse della Finanziaria Regina, che ha ceduto la quota di controllo di Villa d\'Este. L\'azionista principale della società lussemburghese era Claudio Luti, proprietario tra l\'altro della società di arredamento Kartell. Ma gli stessi Fontana possedevano una quota del 30 per cento circa.
E qui arriva un altro gioco di prestigio. Con una complessa operazione di ingegneria finanziaria la famiglia brianzola si libera della partecipazione nella società lussemburghese e in cambio ottiene 70 milioni, che approdano sui conti bancari della loro holding, la Loris Fontana & c. Riassumendo: i soldi di Intesa finiscono in Lussemburgo e da qui rimbalzano in una società targata Fontana. Tempo qualche mese e parte di quel denaro troverà una pronta occasione d\'impiego.
Siamo nell\'estate del 2008. C\'è l\'Alitalia da salvare. Silvio Berlusconi chiama a raccolta i nuovi capitani coraggiosi disposti a investire per rilanciare la compagnia di bandiera dopo averne scaricato i debiti sui contribuenti. Fontana, da poco padrone di Villa d\'Este, stacca un assegno da 10 milioni per la nuova Alitalia. A organizzare la cordata è proprio la Banca Intesa di Passera, all\'epoca ben allineato e coperto sulle posizioni del governo. Passera chiama. Fontana risponde. Intesa paga il conto.
cernobbio - villa este2 - L\'ALTRO PASSERA, VOLONTARIO IN CONSIGLIO
Vittorio Malagutti per Il Fatto Quotidiano
Certo non capita tutti i giorni che una grande banca indichi il fratello del manager numero uno come amministratore di una società partecipata. Banca Intesa lo ha fatto. Antonello Passera, fratello di Corrado, siede nel consiglio della NH Italia, filiale del gruppo spagnolo che qualche anno fa ha assorbito la catena alberghiera Jolly.
Nel 2007, quando gli spagnoli sbarcarono in forze in Italia con il determinante appoggio finanziario della banca guidata da Passera, molti analisti di Borsa sollevarono dubbi e perplessità sul fatto che il fratello del banchiere ottenesse una poltrona da consigliere in un gruppo così strettamente legato a Intesa. Ma non si sorpresero solo gli analisti. Anche tra i consiglieri di Intesa ci fu chi si interrogò sull\'opportunità della scelta.
Antonello PasseraAntonello Passera è un esperto di gestione alberghiera, come ha ricordato qualche giorno fa lo stesso Corrado Passera nella sua lettera al Corriere della Sera. Ma un conto sono i piccoli hotel comaschi della famiglia Passera, con poche decine di camere.
Altra cosa è NH hoteles, un colosso internazionale. Alla fine, per sventare possibili contestazioni, si arrivò a una soluzione salomonica. Antonello Passera sarebbe stato nominato nel consiglio di NH Italia, ma senza compenso. Un compenso che, per le abitudini di famiglia, sarebbe stato solo simbolico: 10 mila euro l\'anno.