elisabetta casellati roberto fico
1 – FICO RISPONDE AL FATTO: “NESSUNA CLINICA PER IL PARLAMENTO, SOLO UN PRESIDIO MEDICO”
Ieri Il Fatto Quotidiano ha dato notizia dello stanziamento, da parte dei parlamentari, di 5 milioni per una clinica Covid per deputati e senatori. Oggi al quotidiano risponde il presidente della Camera, Roberto Fico.
“Gentile direttore, sono rammaricato per quanto pubblicato dal suo giornale rispetto a una immaginaria clinica Covid della casta”.
Un progetto che non esiste, scrive Fico, che lo ridimensiona parlando di “presidio medico”.
consultazioni sergio mattarella con roberto fico
“Si tratta di un servizio di assistenza medica e infermieristica per la gestione delle emergenze, operativo per tutti coloro i quali accedono a Palazzo Montecitorio. In questo periodo abbiamo seimila accessi a settimana. Mentre dall’inizio della legislatura ci sono stati circa 350mila visitatori, fra gruppi organizzati, scolaresche, partecipanti a convegni ed eventi, oltre a deputati, dipendenti e ditte esterne. Il contratto per il presidio medico attualmente in corso scade a settembre e per la nuova assegnazione si è deciso di procedere con un bando congiunto con il Senato”.
Nulla di nuovo, dunque, chiarisce. Non si tratta di servizi aggiuntivi per il Covid. È
elisabetta casellati roberto fico
“solo un rinnovo di un servizio già esistente”.
2 – LA CLINICA ANTI-COVID-19 DI CAMERA E SENATO
Il Fatto Quotidiano racconta oggi in un articolo a firma di Ilaria Proietti che a Montecitorio e Palazzo Madama hanno deciso di dotarsi di un presidio ospedaliero interno riservato ai loro inquilini. E per questo sono pronti a spendere 5 milioni di euro (Iva esclusa) per reclutare il personale sanitario necessario a garantire la massima assistenza contro ogni rischio futuro. Che si tratti sempre di coronavirus (molti esperti del settore sono disponibili ad accettare scommesse su un altro picco epidemico in autunno) o di un’emergenza nuova di pacca: l’ordine categorico è sicurezza.
MA CHI GARANTISCE per il futuro? E così è stato attivato il protocollo in modo che “presso la Camera e il Senato della Repubblica venga allestito un Servizio di assistenza medica e infermieristica” ad hoc per la gestione delle emergenze sanitarie. Reclutando “un numero stabile di medici specializzati”in cardiologia e in medicina di urgenza e emergenza, oltre che anestesisti e rianimatori. Ma sarà garantito anche un certo numero di infermieri e di servizi accessori in regime ambulatoriale. Insomma tutto il pacchetto completo e di altissima qualità.
Perché come recita il bando comune pubblicato dalle due amministrazioni “il prezzo non è il solo criterio di aggiudicazione”. Peserà, eccome, il pedigree tecnico e professionale di chi si farà avanti: si pensa a operatori della sanità di un certo rilievo perché uno dei requisiti indispensabili è quello che abbiano a disposizione “un Dipartimento d’emergenza e accettazione (Dea) di primo o secondo livello pienamente operativo ”. Non si sa molto più di perché l’accesso ai documenti del bando in questione è limitato: maggiori informazioni saranno riservate agli operatori interessati che potranno consultare la documentazione di gara. E solo quelli ammessi a presentare l’offerta potranno effettuare un sopralluogo nei locali candidati dalle amministrazioni della Camera e del Senato per accogliere il loro onorevole pronto soccorso.