Estratto dell’articolo di Alessandro De Angelis per “La Stampa”
[…] La verità è che quella di Giorgia Meloni è, nei fondamentali, un'altra vox: l'accettazione del vincolo esterno è totale. Compensata, per fugare l'immagine di un tradimento, da fiumi di propaganda identitaria sui temi più valoriali, dalla famiglia alla cristianità.
Ammicca nei titoli a vecchie parole d'ordine, ma nella sostanza, l'avversario è più la sinistra […] che l'Ue. Si dice «superare l'austerity» ma, dopo aver sottoscritto un patto di stabilità che prevede un piano di rientro dal debito, questo perimetro è totalmente accettato.
Si dice «proteggere i confini» ma è scomparso dall'orizzonte sia il blocco navale sia il modello Rwanda o Albania, forse anche perché si è rivelato impraticabile (doveva essere pronto per aprile, a maggio neanche una pietra). Si dice «cambiare l'Europa», e lo slogan è tutt'altro che minaccioso.
Questa campagna elettorale […] fotografa il punto esatto in cui si trova la premier. Culturalmente, e qui c'è l'ambiguità, è nella la terra di mezzo tra ciò che non è più e ciò che non è ancora. Che è poi la terra di mezzo tra l'accettazione del sistema, come necessità per governare, e la piena evoluzione di chi fa di questa adesione il fulcro di una nuova missione.
Va molto di moda il vecchio slogan "Europa delle patrie", peccato che oggi il vero gollista del terzo millennio sia Macron che sposta la sovranità in Europa e ci sta dentro col protagonismo francese. I singoli Stati, nel mondo attuale, sono dei nani. La perdurante ossessione di Giorgia Meloni è di essere scavalcata a destra. Per questo […] comizia sui temi identitari e sulle suggestioni disponibili.
Politicamente, nel suo schema bifronte c'è il tentativo di stare […] dentro il Great Game sistemico su cui, non a caso, si tiene le mani libere. Diversamente da Marine Le Pen, Giorgia Meloni, essendo al governo, non può permettersi di rimanere fuori dagli equilibri della nuova Commissione.
Vedrà, al momento opportuno se entrare con i Conservatori di cui si propone come colei che li fa ragionare un po' come fece con Orban sull'Ucraina o, in nome dell'interesse nazionale, scendere a patti coi socialisti. Probabilmente sarà costretta a questo secondo scenario, con o senza Ursula ma […] ricorrendo a qualche arzigogolo retorico per sostenere che è una necessità utile per l'Italia. E che, in fondo, resta quella di sempre. Dunque Vox, ma con juicio.