These judges need to go
— Elon Musk (@elonmusk) November 11, 2024
ANM, MUSK RISPETTI LA MAGISTRATURA E LA GIURISDIZIONE
(ANSA) - ROMA, 12 NOV - "L'auspicio è che ci sia maggior rispetto istituzionale per la magistratura e per la giurisdizione. L'invito e l'auspicio è che si recuperi maggior equilibrio anche nella comunicazione". Così il segretario generale dell'Anm Salvatore Casciaro a RaiNews risponde a una domanda sugli attacchi di Elon Musk alla magistratura italiana.
MUSK SU CASO MIGRANTI, QUESTI GIUDICI DEVONO ANDARSENE
MUSK & NADA - MEME BY EMILIANO CARLI SUGLI SGUARDI TRA ELON MUSK E GIORGIA MELONI
(ANSA) - ROMA, 12 NOV - "Questi giudici devono andarsene" (These judges need to go). Così Elon Musk su X commenta un post di un utente che riporta la notizia della sospensione della convalida del trattenimento per sette migranti decisa dalla sezione immigrazione del Tribunale di Roma che si è anche rimesso alla Corte Ue.
NUOVO STOP DEI GIUDICI AI MIGRANTI IN ALBANIA SALVINI: SENTENZA POLITICA
Estratto dell'articolo di Irene Famà per "La Stampa"
Nuovo stop all'operazione Albania. I sette migranti egiziani e bengalesi trattenuti nel Cpr a Gjader tornano liberi. I giudici di Roma sospendono il giudizio sul trattenimento e si rivolgono alla Corte di giustizia europea. Pongono quattro quesiti, ad iniziare da un interrogativo chiave legato ai confini di contrasto tra una legge nazionale e una norma comunitaria. La questione, posta in una cinquantina di pagine, è puramente giuridica.
GIORGIA MELONI ELON MUSK MAYE MUSK
La maggioranza insorge: «Giudici eversivi», «una sentenza politica contro gli italiani», una «Capitol Hill al contrario». E il Viminale è pronto a costituirsi davanti alla Corte Ue per sostenere le proprie ragioni. Il provvedimento dell'ottava sezione del tribunale civile capitolino parla di «dubbi di compatibilità» tra la norma italiana e quella comunitaria. E centrale è il concetto di "Paese sicuro". Per i giudici, in sintesi, «i criteri sono stabiliti dal diritto dell'Unione europea». E «un Paese terzo», per essere considerato tale, dev'essere sicuro per tutti.
«L'applicazione di una procedura accelerata appare incompatibile con l'esistenza di persecuzione, discriminazione e maltrattamento di alcune categorie di persone». Per valutare ogni singola posizione, insomma, ci vuole tempo. E soprattutto criteri ben definiti. «Ferme le prerogative del legislatore nazionale, il giudice ha il dovere di verificare sempre e in concreto – come in qualunque altro settore dell'ordinamento – la corretta applicazione del diritto dell'Unione, che, notoriamente, prevale sulla legge nazionale ove con esso incompatibile, come previsto anche dalla Costituzione italiana».
Per comprendere la faccenda, su cui si sta consumando un durissimo scontro tra politica e magistratura, bisogna partire dall'accordo che ha portato alla costruzione del primo centro di detenzione per migranti italiano in terra straniera. E dalle precedenti sentenze. Il 18 ottobre, basandosi proprio su una sentenza della Corte di giustizia europea, la sezione immigrazione del tribunale di Roma non convalida il trattenimento di dodici migranti. Il Viminale presenta ricorso e a dicembre si pronuncerà la Cassazione. A vedere naufragare l'operazione Albania, il Governo non ci sta.
E il 23 ottobre aggiorna la lista degli Stati di provenienza dei migranti ritenuti "sicuri". Un decreto approvato in fretta e furia che però non ha sortito gli effetti sperati. Dalla magistratura arriva una raffica di stop. I giudici di Bologna e quelli di Catania si rivolgono alla Corte di giustizia europea. E ora anche quelli di Roma.
Il Governo italiano «ha emanato un provvedimento legislativo d'urgenza» che ha limitato le condizioni «per l'inserimento di uno Stato nell'elenco dei Paesi sicuri, ma ha lasciato intatta la possibilità di escludere categorie di persone». La norma europea è differente. Ecco che si crea una situazione «di grave incertezza applicativa», che comporta «conseguenze non solo per l'Italia, ma potenzialmente anche per altri Stati membri». [...]
Il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri tuona: «La magistratura ha deciso, in buona parte, di sostituirsi al potere del Parlamento e del Governo. E questa è una scelta eversiva». E ancora. «Qui siamo una Capitol Hill al contrario. La Capitol Hill la stanno facendo i magistrati». Anche il vice presidente del Consiglio Antonio Tajani va all'attacco, seppur con toni più pacati: «Ci sono alcuni magistrati che stanno cercando di imporre la loro linea politica al governo. Questo non è accettabile». [...]
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