ALESSANDRO GONZATO per Libero Quotidiano
Ma non erano tutti denutriti e in pessime condizioni di salute i migranti fatti sbarcare dalla nave Diciotti a Catania? Alla fine ci avevamo quasi creduto che a bordo del pattugliatore della Guardia Costiera ci fossero solo persone disperate con un bisogno estremo di cibo e cure, tutta gente che scappava dalle guerre ovviamente. Ce le aveva descritte così la Sinistra.
I MIGRANTI SBARCANO DALLA DICIOTTI
Avevamo sentito le toccanti testimonianze dell' ex presidente della Camera Laura Boldrini e di altri Dem e ci eravamo cascati. I compagni e qualche responsabile delle associazioni umanitarie dopo aver fatto passerella sulla Diciotti avevano addirittura definito «scheletri» tutti gli eritrei presenti sulla nave. Insomma, la situazione era tale da toccare i cuori più duri.
Solo che ora scopriamo che più di 50 dei 144 migranti maggiorenni scesi dalla nave e affidati alla Chiesa e al centro d' accoglienza di Messina se la sono data a gambe e di loro non v' è più traccia. E dunque ci torna il sospetto, che ora diventa certezza, che questi ragazzoni di colore non fossero ridotti proprio così male, altrimenti non avrebbero rinunciato a cibo e alloggio gratuiti. Sei immigrati, apprendiamo da fonti del Viminale, si sono allontanati il 31 agosto, ossia il primo giorno di trasferimento.
Due eritrei destinati alla diocesi di Firenze sono spariti il 2 settembre.
INTERESSATI ALL' ASILO
Altri 19 presunti profughi se la sono data a gambe il giorno dopo.E altri 13 ancora, destinati a varie diocesi, li hanno seguiti martedì. A Bologna ieri aspettavano due eritrei: non pervenuti. A Frosinone quelli ospiti della Caritas locale hanno deciso di non presentarsi più al centro d' accoglienza. Di questi 50 «scheletri», 4 sono fuggiti quando ancora si trovavano a Messina. Tutti erano stati identificati tramite le impronte digitali. Si erano limitati a «manifestare l' interesse per formalizzare la domanda d' asilo» fa sapere il ministero degli Interni. Sono in corso altre verifiche per capire se all' appello manchi qualcun altro ma il sospetto da parte delle autorità è forte. Si indaga anche sulla nazionalità dei fuggitivi: almeno 6 provengono dalle Isole Comore.
E dunque i 50 migranti denutriti e bisognosi di un letto hanno rinunciato anche al gelato che ieri Papa Bergoglio, tramite il cardinale Konrad Krajewski - elemosiniere del Santo Padre - ha fatto distribuire a tutti gli ospiti del centro "Mondo Migliore" di Rocca di Papa dove sono ospitati parte dei migranti della Diciotti. Ieri erano 35.
In giornata erano in programma 8 partenze per i centri diocesani di Torino. I 50 migranti, dice il ministro degli Interni Matteo Salvini, «erano così bisognosi di avere protezione, vitto e alloggio, che hanno deciso di allontanarsi e sparire. Ma come», si domanda, «non li avevo sequestrati? È l' ennesima conferma che non tutti quelli che arrivano in Italia sono "scheletrini che scappano dalla guerra e dalla fame". Lavorerò ancora di più per cambiare leggi sbagliate e azzerare gli arrivi», che ad agosto, rispetto allo stesso periodo dell' anno scorso - quando il Pd annunciava di aver bloccato le partenze - sono stati 2.898 in meno.
Ma torniamo agli «scheletri». Secondo il direttore della Caritas Italiana, don Francesco Soddu, «si tratta di allontanamento volontario, non di fuga. Si fugge da uno stato di detenzione e non è questo il caso. Nessuno vuole rimanere in Italia, si sa. Queste persone davanti a una situazione di affidamento o prima o dopo avrebbero potuto scegliere di allontanarsi volontariamente». Il direttore della Caritas sottolinea che ovunque vengano rintracciati i migranti «potranno chiedere asilo ricominciando quella procedura che era stata avviata nelle nostre strutture».
PORTE APERTE Insomma, i presunti profughi sfiniti che sono scappati, pardon, che si sono allontanati dai centri d' accoglienza dove avrebbero potuto mangiare e dormire senza alcun problema potranno farvi ritorno quando gli parrà più opportuno e le pratiche per il loro eventuale riconoscimento ricominceranno daccapo ingolfando ancora di più la macchina dell' accoglienza.
protesta a mondo migliore centro di accoglienza rocca di papa
2. DALLE IMPRONTE ALL' ASILO SEMPRE IN STATO DI LIBERTÀ COSA PREVEDONO LE NORME
Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera
LA PASSEGGIATA DI PAPA BERGOGLIO
L' ipotesi più probabile è che i migranti che si sono allontanati da Rocca di Papa siano in viaggio verso la Germania. La maggior parte sono eritrei e da sempre, dopo essere sbarcati in Italia, molti di questi stranieri cercano di andare verso il Nord Europa per raggiungere i parenti.
È la legge a prevedere che chi richiede asilo non possa avere alcun tipo di restrizione. E infatti secondo i dati sui richiedenti asilo resi noti due giorni fa dal Viminale, su 123.388 persone che hanno presentato istanza 4.858 risultano irreperibili.
Ma si tratta di persone che sono state tutte identificate al momento dello sbarco - proprio come accaduto a coloro che erano sulla Diciotti e sono arrivati a Catania - e i loro nomi sono stati inseriti nella banca dati europea, dunque se chiederanno asilo in un altro Stato dell' Unione risulteranno approdati come primo luogo in Italia e saranno «respinti».
mondo migliore centro di accoglienza rocca di papa
Sono le norme a segnare il percorso che viene seguito dal momento dell' attracco della nave. Gli stranieri devono comunicare alla polizia la propria identità e poi viene effettuato il fotosegnalamento con la registrazione delle impronte digitali in modo da avere una identificazione certa.
A quel punto può essere presentata istanza (anche verbale) per ottenere lo status di rifugiato e si dà il via alla procedura. Il trattato di Dublino prevede che il Paese di primo ingresso debba tenere «in carico» lo straniero fino alla definizione della pratica di asilo politico.
mondo migliore centro di accoglienza rocca di papa
Soltanto dopo il completamento di questo iter viene effettuato lo smistamento nelle strutture indicate dal Viminale. I richiedenti asilo vengono portati a bordo di pullman nei centri di accoglienza scelti dopo una ricognizione sulla disponibilità di posti. Nel caso della Diciotti si è deciso di trasferirli nel centro di Rocca di Papa - che è gestito da una cooperativa inserita nel sistema del ministero dell' Interno - per mandarli in un secondo momento nelle varie diocesi. Una volta arrivati a destinazione, agli stranieri deve essere garantito il vitto e l' alloggio, ma non hanno alcun obbligo di rimanere nel centro perché si tratta di richiedenti asilo.
Diverso è il discorso di chi viene sorpreso sul territorio senza permesso di soggiorno, perché in quel caso scatta il trasferimento nei centri di identificazione dove viene recluso fino all' eventuale rimpatrio. Attualmente il limite è di 90 giorni: se entro tre mesi non si riesce ad ottenere il via libera del Paese di provenienza lo straniero torna libero e per questo il ministro Salvini ha annunciato di voler aumentare questo limite a sei mesi in modo da avere più tempo per la procedura.
L' iter per il riconoscimento dello status di rifugiato dura circa sei mesi e in questo periodo il migrante riceve due euro al giorno. Salvini ha diramato una circolare per chiedere che i tempi vengano abbreviati e ha raccomandato «maggiore severità nell' esame delle domande».
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