Russia's defense ministry posted this video of a ship launching missiles on Ukraine and said it hit "all the assigned targets."
Guess that must include the children's playground, park, sidewalks, cars, and pedestrian bridges they bombed today pic.twitter.com/QxJMZSnQNG
— max seddon (@maxseddon) October 10, 2022
Marco Imarisio per www.corriere.it
«Questa mattina, su suggerimento del Ministero della Difesa e secondo il piano di Stato Maggiore, è stato effettuato un massiccio attacco con armi aeree, marittime e terrestri di alta precisione a lungo raggio su energia, comando militare e strutture di comunicazione dell’Ucraina».
Poco prima dell’inizio della riunione del Consiglio di sicurezza, Vladimir Putin ha fatto un breve discorso, trasmesso in diretta sui principali canali televisivi. Non ha usato la parola vendetta per giustificare i bombardamenti ancora in corso su tutta l’Ucraina, ma ci è andato molto vicino.
Ha definito il colpo una «risposta» alle azioni di Kiev: secondo lui, i servizi speciali ucraini «hanno compiuto tre attacchi terroristici contro la centrale nucleare di Kursk» e «hanno cercato di minare il Turkish Stream». «Se gli attacchi terroristici ucraini continueranno, le nostre risposte saranno dure, e in termini di portata corrisponderanno al livello delle minacce poste alla Russia. Nessuno deve avere dubbi su questo».
PALAZZO CONSOLATO TEDESCO A KIEV
Putin ha aggiunto, ed è una precisazione importante, che dopo l’attacco di sabato al ponte di Crimea, «l’Ucraina si è praticamente posta allo stesso livello delle formazioni terroristiche internazionali». Come l’Isis, che la Russia ha combattuto in Siria con bombardamenti a tappeto, oppure come i ribelli ceceni alla fin degli anni Novanta, e le atrocità che avvennero a Grozny sono ormai scritte nei libri di storia.
Il messaggio è chiaro, purtroppo. Così come appare altrettanto evidente che l’attacco di questa mattina ha per il momento soddisfatto l’ala ultranazionalista della società e delle istituzioni russe, che negli ultimi tempi stava facendo forti pressioni sul Cremlino.
«Ed ecco la nostra risposta» ha scritto su Telegram la conduttrice televisiva Margarita Simonyan, che subito dopo l’esplosione sul ponte aveva invece scritto un «E allora?» che era stato giustamente interpretato come un invito alla ritorsione immediata. «Era così evidente che quel ponte costituiva la nostra linea rossa» ha scritto la direttrice di Russia Today.
Gli applausi più convinti sono giunti da Sergey Aksionov, deputato russo capo della Repubblica di Crimea. «Finalmente è cambiato l’approccio all’Operazione militare speciale. È dal primo che giorno che lo ripeto: se azioni come queste, fatte per distruggere le infrastrutture del nemico, fossero state compiute ogni giorno, a maggio sarebbe già finito tutto e il regime di Kiev non esisterebbe più. Spero soltanto che il nostro ritmo non rallenti».
CONSOLATO TEDESCO A KIEV COLPITO DAI RUSSI
Al limite della presa in giro, e in linea con il personaggio, l’esultanza di Ramzan Kadyrov, presidente della Cecenia che sta cercando di scalare posizioni nel cosiddetto partito della guerra totale. «Tu, miserabile Zelensky, cosa ti aspettavi? Di cosa ti lamenti? Cosa pensi, che tu puoi e gli altri no?» Da notare che al presidente dell’Ucraina è riservato un epiteto di chiaro stampo razziale, il nomignolo dispregiativo con il quale in Russia ci si riferisce in modo volgare agli ucraini.
Sul resto, non c’è bisogno di alcun commento. «Ti avevamo avvertito, Zelensky, che la Russia non ha ancora cominciato a fare sul serio, e allora basta lamentarti come un gaglioffo, ma siccome non sei ancora saltato per aria, fai meglio a fuggire. Corri Zelensky, corri, datti alle gambe senza voltarti indietro, fuggi verso l’occidente, se ci riesci. Ora sì che sono finalmente soddisfatto di come sta andando la nostra Operazione militare speciale».
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