Alessandro Di Matteo per “la Stampa”
sabino cassese foto di bacco (2)
La task force per la gestione del Recovery fund è una soluzione «rococò», uno strumento che sta «in una terra di nessuno» e di cui «non si capisce la natura». Sabino Cassese non fa niente per nascondere le proprie perplessità sull' ennesimo comitato di esperti ideato dal presidente del Consiglio.
L'ex presidente della Consulta è drastico, il ricorso ai gruppi di lavoro e la pioggia di Decreti del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) è la dimostrazione che «si governa improvvisando» e se non si rischiano i «pieni poteri» di cui parla Matteo Renzi, sicuramente si può dire che nelle mani del premier si stanno accentrando «troppi poteri».
Professore, che idea si è fatto della nuova task force?
«Ho letto il testo di un ennesimo decreto legge, che è stato sottoposto all' approvazione del Consiglio dei ministri e non ancora approvato. Si tratta di un articolo unico con molti commi. Istituisce una struttura tra terra e cielo, in una "no-man' s land", di stile rococò, ispirato ad aperta sfiducia nell' amministrazione pubblica»
GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI
Rischia di essere una struttura che scavalca Parlamento e Governo? Potrebbe davvero essere incostituzionale come denuncia persino qualche partito di governo?
«Sta in una terra di nessuno e non se ne capisce la natura. Vien definita struttura di missione. È governata da una troika ministeriale, ha responsabili di missione e una conferenza dei responsabili, oltre a un coordinatore e a un direttore amministrativo. Si fonda su soggetti attuatori, che possono essere pubbliche amministrazioni o altri soggetti.
Dispone di personale comandato o fuori ruolo, dipendenti pubblici o privati, e di personale esterno. È sottoposta al solo controllo di gestione della Corte dei conti. Per avere un'idea della sua distanza dai ministeri e dallo Stato, ricorderò che i ministeri possono attivare "tavoli di confronto" con la struttura di missione, come se questa fosse un sindacato con cui si contratta. Ha poi una specie di suo Parlamento, denominato Comitato di responsabilità sociale, con categorie produttive, università e società civile».
giuseppe conte roberto gualtieri
All'estero la gestione del Recovery fund è affidata semplicemente ai governi, e in particolare ai ministri competenti. Perché da noi non è possibile?
«Perché, a partire dai capi dei governi, si disprezza la burocrazia, alla quale si fanno risalire tutte le colpe dello Stato. Le ricordo quel che ha scritto Francesco Saverio Nitti in Meditazioni e ricordi: "I ministri che hanno per abitudine di far cadere tutte le responsabilità sulla burocrazia dan prova della propria incapacità. Nei tempi normali un vero capo trova sempre modo di utilizzare i suoi dipendenti. E se proprio i suoi dipendenti sono incapaci, trova il modo di eliminarli". La burocrazia italiana ha molte responsabilità, ma molte altre sono del corpo politico, sia perché i legislatori esondano, sia perché i governi lottizzano».
Si sono moltiplicati i gruppi di lavoro nominati dal premier ed è diventato quotidiano l'uso di Dpcm. Sembra quasi che l'emergenza Covid abbia reso superflui gli organi costituzionali...
«Si governa improvvisando. Questa è la prima causa. La seconda sta nell' assenza di vera interlocuzione tra i ministeri e palazzo Chigi. La terza nella incapacità di ascolto da parte di chi pensa e scrive le norme. La quarta in un non chiaro disegno accentratore, talora mosso da comprensibili preoccupazioni, ma spesso motivato dal desiderio di rafforzarsi politicamente tenendo sempre in mano un capo della corda».
Conte ha anche mantenuto la gestione diretta dei servizi segreti. È normale?
«È legittimo e vi sono precedenti. Se la delegasse e si dedicasse al coordinamento dell' azione amministrativa sarebbe meglio».
ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE
Un leader di maggioranza come Renzi è arrivato a parlare del rischio di accentrare «pieni poteri» nelle mani del premier. È così?
«Pieni poteri no, troppi poteri sì. Ma vi sono anche altre avvertenze che bisognerebbe fare: procedere rispettando le regole di trasparenza; esser più chiari nello scrivere norme dettate per tutti i cittadini (sa che, nonostante la diversa interpretazione del ministero dell' Interno, le prescrizioni dell' ultimo decreto legge, sul Natale, non hanno sanzioni?); riporre maggior fiducia negli uffici pubblici, anche perché si dichiara periodicamente che non funzionano, ma nulla è stato fatto nel passato biennio per farli funzionare meglio».
ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE
Conte ha giustificato la proroga dello stato di emergenza dicendo che è necessaria per velocizzare le decisioni. Ora si parla di applicare il «modello Genova» al Recovery plan per aggirare procedure ritenute troppo complicate. Ma non sarebbe meglio rivedere le norme, anziché procedere per deroghe?
«È quello che tutte le persone di buon senso pensano. Si dichiara l' emergenza anche quando un evento era prevedibile e previsto. Si ricorre alla protezione civile perché non si sa semplificare».