M. Antonietta Calabrò per Corriere della Sera
CARDINALE ANGELO BAGNASCODirettore Tarquinio, le polemiche tra Famiglia cristiana e il Meeting di Rimini, hanno alimentato notizie e retroscena sui cattolici divisi. È così?
«Di certe polemiche iper-mediatizzate sono stati strapieni soprattutto gli anni che abbiamo alle spalle, quelli del "bipolarismo furioso". Le trovavo e le trovo inutili e indigeribili. Penso che questo valga persino di più quando le polemiche "a testa bassa" coinvolgono i cattolici e i giornali cattolici. Del resto, non mi pare che ci sia bisogno di andare a frugare dietro le quinte per scoprire l'esistenza di diversi pareri e di vecchie ruggini pure tra i cattolici... Per me, però, l'importante è altro».
E cioè?
«Che, alla luce del sole, tra i cattolici impegnati - cittadini tra i cittadini - permane e si motiva sempre meglio una esigente insoddisfazione per l'attuale offerta politica. Sono tra coloro che sperano che questa ricerca di alternative credibili porti non all'archiviazione del bipolarismo, ma a una sua evoluzione alla fine equilibrata e utile all'Italia. Il governo Monti è un passo faticoso e serio in questa direzione. Bisognerebbe avere il coraggio di continuare e di dichiarare apertamente il senso di marcia».
Ma lo scontro più recente è avvenuto sul governo Monti...
«Sostenere che su questo "esecutivo di buona volontà", come lo definì il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, oggi si respiri, anche tra i cattolici impegnati, un clima di divisione comparabile con quello che purtroppo contrassegnò a lungo la cosiddetta "era berlusconiana" mi sembra un po' fuori dal mondo. Lo dico con sollievo».
Il vagheggiato partito dei cattolici, è ancora sul tappeto?
«Il "movimento" che ha portato al primo incontro di Todi un anno fa, sin dal principio era teso a favorire una seria ristrutturazione delle case partitiche per renderle più trasparenti, più aperte e più abitabili per chi, da cattolico, ha una visione alta e sana dell'azione politica e dei suoi contenuti. Al più tardi tra otto mesi si tornerà al voto. Dunque, il tempo stringe. E il "movimento" è necessario: non mi pare affatto che il lavoro di ristrutturazione si sia completato... Udc e Pdl in diversi modi, con iniziative un po' divaricanti un po' parallele, promettono di mettersi in discussione, vedremo. E anche nel Pd (che pure si sta facendo tentare come il Pds del 1994 dall'ebbrezza di un gioioso "primato tra le macerie") c'è chi mostra di aver capito benissimo qual è il problema del nostro bipolarismo».
L'impressione, comunque, è di grande smarrimento...
«Siamo certamente in una fase di "grande smarrimento" in generale nei rapporti tra gli eletti e gli elettori (per questo una nuova legge elettorale e non una nuova presa in giro degli elettori è indispensabile), così come tra i poteri e tra i diversi livelli dello Stato. C'è smarrimento anche nei rapporti tra i cattolici associati e impegnati e chi - a sinistra a destra e anche al centro - si candida a rappresentarli e magari sogna di poterseli annettere a suon di slogan vuoti o di strumentali disarticolazioni della comune visione antropologica e della stessa Dottrina sociale cristiana...».
A chi pensa? A Bersani, a Vendola, a Berlusconi, a Fini, a Casini...
«Non ci sono solo loro in politica, ma effettivamente ognuno di loro - chi più chi meno - mi ha dato e mi dà motivi per pensare e scrivere del rischio degli slogan vuoti e dell'uso solo strumentale dei temi eticamente sensibili. Onestamente i centristi dell'Udc meno di altri, anche se certi tatticismi e certe parole d'ordine dosate sul bilancino del farmacista mi hanno lasciato di stucco. Quello che vorrei dire, però, è che non si può prendere in giro la gente e non si possono ingannare i cattolici. Chi si fa tentare da queste operazioni sbaglia della grossa. Probabilmente si è convinto che lo smarrimento sia quello della bussola dei valori non negoziabili, ma è una cantonata».
Perché?
«In un mondo che pretende di fare mercato di tutto non si può mercanteggiare sulla vita e sulla dignità degli uomini e delle donne, dal primo inizio all'ultimo istante passando per ogni "durante" (lavoro, tasse e uso dell'ambiente di vita compresi...). Questa è una grande questione politica e di governo, così come quella di rimediare al progressivo infragilimento dei tessuti sociali provocato da attacchi e noncuranze verso la famiglia uomo-donna generatrice di vita e di solidarietà».