DAGONOTA - Chi è quel bell'attore che nei giorni scorsi ha incontrato Virginia Raggi per esprimerle tutto il suo sostegno politico? La candidata del Movimento 5 Stelle sta ''tastando'' la pancia della città, e tra i molti che si stanno schierando con lei può contare sul ragazzo, che già in passato aveva espresso il suo apprezzamento e anche la sua disponibilità a candidarsi con i grillini. La Raggi gli darà lo spazio che cerca?
"I PALAZZINARI BUSSINO PURE. TANTO, SE VINCO, CAMBIO TUTTO"
Luca De Carolis per ''il Fatto Quotidiano''
Ma quante domande di gossip mi fa?". Pomeriggio romano, palazzo di epoca umbertina, a pochi metri da piazza San Giovanni. Al tavolo di uno studio legale, tra faldoni e stampe della Roma che fu, la candidata sindaco dei Cinque Stelle Virginia Raggi sbuffa e sorride. Ce l' ha con il cronista del Fatto che le chiede del suo aspetto fisico, di Cesare Previti, dei fotografi. Ma i temi centrali dei 40 minuti di colloquio sono altri.
Il Messaggero , il quotidiano del costruttore Caltagirone, e il Pd la accusano di aver fatto crollare il titolo in Borsa della municipalizzata Acea, annunciando che da sindaco cambierà il management. Pentita dell' annuncio?
Niente affatto. Questi attacchi dimostrano solo che hanno paura di una mia vittoria, e che altri partiti stanno con Caltagirone. Ma questo è solo l' inizio: di attacchi del genere me ne aspetto una valanga.
È giusto annunciare il cambio?
Sì, è un mio pieno diritto. Vorrei che anche gli altri candidati rispondessero sul tema.
Vuole nuovi vertici anche per le altre partecipate?
Assolutamente sì, cambieremo management in tutte le società partecipate, visto il disastro generale.
Lei si lamenta di Caltagirone, ma questa è anche la città dei costruttori. Se Caltagirone le chiedesse un incontro glielo concederebbe?
Certo, lo starei ad ascoltare. Dopodiché la nostra risposta ai "palazzinari", come li chiamano tutti, sarà una proposta di edilizia alternativa. Ma non le do i dettagli, sarà una bella novità.
Quanti sono i dipendenti del Comune di Roma?
Circa 23 mila quelli diretti, 26 mila quelli delle partecipate.
Troppi o pochi?
Sicuramente non sono pochi. Di certo sono male organizzati. Innanzitutto bisogna capire dove c' è eccedenza di personale, riequilibrare tra i vari dipartimenti. Poi è necessario formarli.
Beppe Grillo mesi fa promise: "A Roma azzereremo le amministrazioni, ci saranno pesanti contraccolpi".
Grillo mise il dito nella piaga, evidenziando un' amministrazione asservita al potere politico. Faremo sì che tutti si adeguino alla legge, e con il loro aiuto. L' amministrazione si salva solo con il contributo dei suoi dipendenti: sono i primi a voler lavorare bene.
E i sindacati? Ricorda Di Battista? "Se vinciamo ci faranno subito uno sciopero contro".
I sindacati sono stati silenti, per anni, mentre i partiti spolpavano Roma. Quando andremo direttamente a parlare con i dipendenti, capiranno il cambio di passo.
Vuole evitare il confronto con i sindacati?
No, voglio solo che non tutelino più interessi di pochi. Sarò contenta di incontrarli, si può collaborare.
Appalti: Raffaele Cantone evidenzia il ricorso sistematico ad affidamenti senza gara.
Bisogna uscire dall' emergenza e applicare la legge. Appena eletti faremo subito una verifica di tutti gli appalti in corso, per capire le scadenze. Poi organizzeremo i bandi, secondo la legge.
I sondaggi la danno in testa, i giornali stranieri la riempiono di elogi. Euforica?
È una nuova dimensione, siamo contenti dell' interesse nei nostri confronti.
Nei suoi confronti.
No, verso di me e il M5s. Io sono solo un terminale.
Il Guardian l' ha definita "raffinata figura politica", per l' Economist lei potrebbe essere "una candidata democratica o repubblicana". La vedono come "la svolta moderata" del M5s.
A colpirmi è la diversità di domande tra i giornalisti della stampa estera e quelli italiani.
I cronisti italiani sono molto interessati al gossip, mi chiedono dei sondaggi, dei miei avversari. Quelli stranieri invece sono interessati alla nostra visione di Roma, ai temi.
Le danno fastidio i complimenti per il suo aspetto?
Ecco, vede… Mi lasciano indifferente. Il buon giornalismo dovrebbe parlare delle soluzioni. E poi si parla dell' aspetto fisico delle donne, mai di quello degli uomini.
L' ex candidata del M5s a Milano, Patrizia Bedori, si è ritirata con una nota: "Mi avete chiamata casalinga, brutta e obesa". C' è sessismo nei 5Stelle?
Se certi episodi sono avvenuti sono solo da condannare. Ma tutta la società italiana è un po' sessista.
virginia raggi canta al karaoke di radio rock 6
Ha fatto il praticantato nello studio di Cesare Previti. Ma sul curriculum non lo ha scritto.
Perché non si usa metterlo.
Cosa faceva?
Andavo in tribunale, facevo notifiche, depositavo atti. Quello che fanno tutti i praticanti.
E Previti? Che tipo era?
Ci dicevamo buongiorno e buonasera. Non prendevo istruzioni da lui. Trovo assurdo che me lo chieda.
Il M5s ha annunciato una squadra, per la campagna elettorale e anche per l' amministrazione di Roma. Lei verrà commissariata?
Assolutamente no, semplicemente su certi temi di respiro nazionale ci consulteremo, come accade già ora, con parlamentari e eletti.
Secondo il codice di comportamento "le proposte di nomina dei collaboratori dovranno essere approvate dallo staff coordinato dai garanti del M5s", cioè Grillo e Casaleggio. Le scelte importanti le dovrà prendere con loro.
Se sarà necessario ci sentiremo. Ma il sindaco sarò io.
Ha incontrato Casaleggio pochi giorni fa. È vero che l' ha esortata a mantenere il suo profilo moderato?
Mi ha consigliato di rimanere me stessa.
Chi sarà il vicesindaco? Di Battista aveva suggerito Marcello De Vito, secondo nelle Comunarie.
È prematuro parlarne.
E gli assessori come li sceglierà, con un bando?
Valuteremo, stiamo esaminando curricula di persone che conosciamo o con cui abbiamo lavorato. Vedremo se annunciare i nomi prima del voto.
Il M5s è democratico? A Roma sono fioccate espulsioni. E i cacciati vogliono invalidare le Comunarie.
Robetta. È gente che si era avvicinata ad altri partiti e poi ha provato a rientrare. Certe scalate degli ultimi giorni erano sospette.
I fotografi la pedinano ancora? Si era lamentata…
Se lo fanno ancora sono molto bravi a nascondersi.
Virman Cusenza e Francesco Gaetano Caltagirone
3. ABBIAMO UN' ACEA?
Marco Travaglio per ''il Fatto Quotidiano''
C' è uno sketch di Gigi Proietti nei panni dell' avvocato azzeccagarbugli e del cliente contadino. Il legale soppesa, carte alla mano, le ragioni e i torti dell' assistito e dei suoi avversari: "Qui se li inculamo… Ehhh, qui je lo mettemo ar culo… Qui se li stra-inculamo… Però qui quelli te s' enculano eh!? Qui se l' inculamo noi, qui invece te s' inculano a te!". Il villico, scarpe grosse cervello fino, lo interrompe: "Ferma 'n po', avvoca'.
Ma perché quando se l' inculamo semo sempre in due e quando lo devo pijà 'n culo so' sempre solo? No, per sapè, così me regolo". La storiella dev' essere tornata alla mente l' altroieri a qualche lettore del Messaggero, il quotidiano romano del palazzinaro e finanziere Francesco Gaetano Caltagirone, davanti al titolo di prima pagina "Il caso Acea. La Raggi parla e i romani perdono 71 milioni".
L' articolo a doppia firma sosteneva che, "dopo le imprudenti dichiarazioni della candidata-sindaco, le azioni Acea crollano del 4,7%. Bruciati 142 milioni. Il danno maggiore è per il Campidoglio, azionista al 51%". E metteva in guardia i lettori-elettori dal pericolo mortale di una vittoria della Raggi alle Comunali: nel malaugurato caso, i romani avrebbero un sindaco che pronuncia "parole demagogiche e irresponsabili", di cui "non comprende assolutamente la portata distruttiva", un' ignorante "inesperta" che non sa che le società quotate hanno l'"unico scopo di realizzare quei profitti che a lei fanno sorridere", una "candidata che non ha nessuna esperienza amministrativa o finanziaria" e "parla senza rendersi conto dei danni che fa, quando ancora non è eletta". Figurarsi "che succederà se diventerà sindaco".
Nella fretta, gli zelanti giornalisti dimenticavano di indicare gli altri azionisti di Acea (l' Azienda Comunale Energia e Ambiente di Roma, primo gruppo idrico italiano) oltre al Comune: forse perché il principale, col 15,8%, è lo stesso Caltagirone che paga loro lo stipendio. Il che avrebbe subito qualificato l' articolo agli occhi dei lettori per quello che era: una marchetta all' editore. Ma che ha detto di così devastante la Raggi? Domenica, intervistata da Maria Latella su Sky, ha preannunciato che se diventerà sindaco "cambierò il management di Acea", che è "un' accozzaglia di nomi in gran parte scelti da Caltagirone col lasciapassare del suo amico Renzi".
L' ad, per dire, è il caltarenziano Alberto Irace: a Firenze, nel Cda di Publiacqua partecipata da Acea, sedeva la Boschi non ancora prestata al governo e alla nuova Costituzione.
Ora, se anche fosse vero che le parole della Raggi han fatto crollare il titolo Acea, non ci sarebbe nulla di scandaloso: ogni candidato sindaco ha il dovere non di occuparsi di Borsa, ma di dire cosa intende fare delle società municipalizzate e partecipate dal Comune. Invece è dovere dei giornalisti informare i lettori in modo imparziale, mentre è una grave violazione deontologica mescolare la cronaca con gli interessi dell' editore e arrotolare il giornale a mo' di manganello per darlo in testa ai politici sgraditi al padrone. Questa, e solo questa, è una turbativa del mercato finanziario e di quello elettorale. In ogni caso, tra le parole della Raggi e l' andamento del titolo Acea non può esserci alcun nesso.
L' intervista è di domenica 20 marzo (a mercati chiusi), il crollo in Borsa è di mercoledì 23: difficile che in Piazza Affari se ne stiano tre giorni a compulsare le frasi di una candidata prima di organizzare la fuga dal titolo. Ma soprattutto: il calo in Borsa non è costato un euro (figurarsi 71 o 142 milioni) al Comune né tantomeno ai "romani": a meno che non abbiano venduto titoli Acea proprio in quei giorni. Del resto non risulta che, quando il titolo sale, il Messaggero sia solito invitare i romani a presentarsi in redazione per ritirare degli utili.
Dunque perché, quando il titolo va su, Caltagirone è solo e, quando va giù, a prenderlo in quel posto sono i romani e la colpa è della Raggi?
Fin qui la classica storia di editoria all' italiana, infestata da conflitti d' interessi talmente macroscopici che non c' è più occhio umano in grado di notarli. Ma c' è di più, perché l' articolo del Messaggero viene preso per oro colato dai renziani capitolini, ormai ridotti a fattorini del gruppo Caltagirone.
Al segnale convenuto, gli stessi traditori dell' ambientalismo che fanno campagna per l' astensione al referendum No Triv, si scatenano a tweet unificati in difesa del compagno Francesco Gaetano, con lo squisito hashtag #raggiamari.
Il Messaggero tiene ferma la Raggi e i pidini la menano. Roberto Giachetti: "Si candidano a governare Roma ma pensano di giocare a Monopoli. 71 milioni persi per una frase di #raggi su Acea. Dilettanti allo sbaraglio". Stefano Esposito: "Le dichiarazioni di Raggi su Acea sono una strabiliante dimostrazione, nel migliore dei casi, di incapacità personale e della maniera pressappochista con cui i 5 stelle pensano di gestire il bene pubblico". Matteo Orfini: "Frasi a caso e incompetenza: la Raggi parla di Acea e fa perdere ai romani 70 milioni di euro. Un pericolo pubblico a 5 stelle".
Il comandante Francesco "Che" Gaetano può star tranquillo: se, come il suo giornale auspica tra le righe, le elezioni a Roma le vincerà il solito Pd, i suoi affari non corrono pericoli. I piani regolatori continuerà a disegnarseli lui su misura, i dirigenti di Acea seguiterà a nominarseli lui a sua immagine e somiglianza e il nuovo sindaco di Roma perpetuerà l' antico rito del bacio della sua pantofola. Con i più vivi complimenti del Messaggero e, se tutti fanno i bravi, anche del Mattino e del Gazzettino di venezia. Caltagirini di tutto il mondo, unitevi.