Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
Ora che l' onda della solidarietà politica si va sgonfiando, il dibattito trasversale sul caso di Gulia Sarti cambia di segno. E tra le voci di chi difende la ex presidente pentastellata della commissione Giustizia, come di chi la contesta, emergono nuovi interrogativi. Quanto si va diffondendo in politica l' uso di foto, audio, o video «rubati»? A quale fine si conservano sms e WhatsApp? E non sarà che il potere, al tempo della terza Repubblica, si conquista e si mantiene anche con vendette e ricatti?
bogdan tibusche su giulia sarti alle iene
La politica, si sa, non è un pranzo di gala. Ma l' uso esponenziale di dispositivi che consentono di filmare e registrare senza dare nell' occhio rischia di incentivare comportamenti eticamente e giuridicamente sanzionabili. E la sfera non è solo quella del revenge porn , l' uso di immagini sull' intimità sessuale per vendetta. Il dem Michele Anzaldi va diretto al punto: «La solidarietà all' onorevole Sarti per la diffusione delle foto private non si discute, ma vedo avanzare una cultura del sospetto e del ricatto».
Qual è il legame? «I 5 Stelle dovrebbero tranquillizzare i colleghi della Sarti, che hanno partecipato a riunioni in casa sua dove c' erano telecamere in tutte le stanze. È una cosa illegale, di una gravità inaudita. Potenzialmente, un' arma di ricatto». Il senatore Gregorio De Falco, buttato fuori senza tanti complimenti, assicura di non conoscere altre storie che possano far pensare a una specificità del Movimento: «Giulia Sarti ha subìto uno sciacallaggio, un attacco violento che riguarda la sua sfera privata». E sul piano politico?
«Questi strumenti sono entrati in modo ossessivo nella vita delle persone e il problema è la congruità dell' uso che ne viene fatto, rispetto al fine legittimo». Il forzista Marco Marin, che vinse un oro, due argenti e un bronzo ai giochi olimpici nella sciabola, guarda con sospetto allo stile dei colleghi del Movimento: «Diffondere foto osé, registrare audio e video o conservare le schermate dei messaggini - dice con una metafora sportiva - è nel dna di un Movimento che lancia l' agente provocatore». Cosa c' entra la legge anticorruzione? «È un esempio, per dire che loro vedono nemici ovunque, mentre in politica dovrebbero esserci avversari da rispettare, come in una finale olimpica».
Ragionamenti che fanno venire l' orticaria agli amici di Giulia Sarti. Il sottosegretario alla Giustizia, Vittorio Ferraresi, condanna che la vita intima di una donna sia stata scaraventata al centro del dibattito pubblico, «senza curarsi delle conseguenze e utilizzando parole e atteggiamenti vergognosi». I dirigenti di Forza Italia, che da sempre invitano i parlamentari a stare attenti quando parlano con i pentastellati, sono in allerta: «Registrano tutto...». La prova? Quando girò la voce di una «operazione scoiattolo» lanciata da Berlusconi per arruolare deputati grillini, Luigi Di Maio intimò ai suoi: «Fingetevi interessati e registrate». E se la Lega con Pina Castiello difende il capo politico del M5S perché «bravo, onesto e per bene», nel Pd la solidarietà alla Sarti va a braccetto con la diffidenza.
«Viene fuori un quadro inquietante - commenta Alessia Morani - L' abitudine che hanno di filmare, registrare e conservarsi gli screenshot denota mancanza di fiducia tra di loro». Nel Pd non succede? «No, siamo abituati a sbatterci in faccia le cose. Mai sentito di qualcuno che abbia registrato voci o video a scopo politico. Nel M5S sì e per quelli dello streaming è il massimo della contraddizione». Dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno? «Si sono fatti mangiare dalla scatoletta - ride Morani - Ricordo che Bonafede filmò Renzi mentre andava al bagno, a riprova che hanno l' abitudine di registrare qualsiasi cosa».
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