RENZI NON STA SERENO E ALLA PRIMA UDIENZA PRELIMINARE DEL PROCESSO “OPEN” FA L'ENNESIMO SHOW CONTRO I MAGISTRATI - MATTEUCCIO INSISTE CON L’ACCUSA ALLA PROCURA DI FIRENZE E PROMETTE DI INVIARE A GENOVA “ULTERIORE DOCUMENTAZIONE” CHE DIMOSTREREBBE IL CONFLITTO TRA POTERI DEI GIUDICI FIORENTINO: "I PM SIANO PROCESSATI PER AVER VIOLATO LE LEGGI" - POI, “COL SORRISO”, NON PERDE OCCASIONE PER RICORDARE “LE MOLESTIE SESSUALI DEL DOTTOR CREAZZO” E “LE CONTRADDIZIONI SENESI” DI ANTONINO NASTASI

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Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa”

 

matteo renzi udienza preliminare del processo open a firenze 5 matteo renzi udienza preliminare del processo open a firenze 5

Presentandosi «per rispetto istituzionale», unico degli 11 imputati, alla prima udienza preliminare del processo sulla fondazione Open, Matteo Renzi prosegue nella sua strategia diversamente difensiva: mediatizzazione della vicenda come «scandalo assoluto» in chiave persecutoria, sineddoche di una giustizia malata da riformare a colpi di maglio; incessante contrattacco a colpi di denunce per screditare non tanto l'accusa, quanto gli accusatori.

 

L'udienza, quaranta minuti scarsi, è servita solo per stabilire il calendario. Si va inevitabilmente per le lunghe. Anche per attendere la decisione della Corte Costituzionale sul conflitto tra poteri sollevato dal Senato su sollecitazione di Renzi.

 

matteo renzi udienza preliminare del processo open a firenze 3 matteo renzi udienza preliminare del processo open a firenze 3

La tesi è che la Procura di Firenze abbia «violato la Costituzione e le leggi» sequestrando alcuni messaggi mail e WhattsApp, a suo dire coperti dalle guarentigie parlamentari. I pm obiettano che, trattandosi di documenti e non di comunicazioni in corso, la previa autorizzazione del Senato non fosse necessaria. Nell'attesa, Renzi li ha denunciati per abuso d'ufficio.

 

La Procura di Genova ha archiviato, definendo «lecite» le indagini ed «esclusa ogni ipotesi di reato», perché la questione attiene all'utilizzabilità delle prove e va decisa nel processo, non altrove. Ma Renzi non si arrende e annuncia l'invio a Genova di «ulteriore documentazione».

giuseppe creazzo giuseppe creazzo

 

«Laddove possibile sarò presente alle udienze», dice Renzi. E pare più una minaccia che una promessa, tanto da far storcere il naso ai suoi stessi avvocati, visto che «col sorriso» uscendo dall'aula, non perde occasione per ricordare «le molestie sessuali del dottor Creazzo (condanna disciplinare appellata in Cassazione, ndr) che oggi non si è fatto vedere in aula».

 

Il che, notoriamente, è in linea con la prassi per cui in aula non va il procuratore, ma i pm titolari dell'inchiesta. E cioè Turco e Nastasi. Al quale Renzi rammenta invece «le contraddizioni senesi sulla morte di David Rossi», peraltro in gran parte evaporate.

 

LA FOTO DI ANTONINO NASTASI NEL VICOLO DOVE SI TROVAVA IL CORPO DI DAVID ROSSI LA FOTO DI ANTONINO NASTASI NEL VICOLO DOVE SI TROVAVA IL CORPO DI DAVID ROSSI

Lo show (al contrario, Lotti e Boschi perseverano nel basso profilo) fa passare in secondo piano l'argomento più forte degli imputati: la recente sentenza della Cassazione che smonta la tesi della Procura sulla configurabilità del reato di finanziamento illecito (3,6 milioni di euro in cinque anni) a una fondazione politica come Open, in quanto ritenuta «articolazione di fatto della corrente renziana del Pd».

 

Sentenza resa incidentalmente sulla legittimità del sequestro del computer di Marco Carrai, fedelissimo e coimputato di Renzi: dunque non vincolante per il giudice di merito, ma certamente pesante quanto al principio. Il jolly che gli avvocati Federico Bagattini e Giandomenico Caiazza caleranno per invocare il proscioglimento immediato. Se ne parlerà il 10 giugno. Quando sarà già in libreria la nuova fatica letteraria di Renzi. "Il Mostro", un titolo che è tutto un programma.

ANTONINO NASTASI ANTONINO NASTASI

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