1 – LA CORREZIONE (PARZIALE) DOPO LA VISITA AL QUIRINALE
Estratto dell’articolo di Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
ALFREDO MANTOVANO ANNAMARIA BERNINI SERGIO MATTARELLA
La notte ha portato consiglio, almeno in parte. Durante il colloquio dell’altra sera al Quirinale tra il capo dello Stato Sergio Mattarella e i due ex magistrati passati al governo – il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano – erano emerse alcune criticità contenute nel disegno di legge costituzionale che sancisce la separazione delle carriere delle toghe.
Così ieri mattina i tecnici sono tornati al lavoro per cercare di togliere almeno quelle più palesemente irragionevoli, ed è stato corretto il chiaro squilibrio nella scelta tra i membri laici e quelli togati dei due neonati Consigli superiori della magistratura (uno per i pubblici ministeri e l’altro per i giudici): nominati dal Parlamento i primi, estratti a sorte i secondi.
CARLO NORDIO - ALFREDO MANTOVANO
Una disparità che lasciava trasparire la volontà di mantenere un certo grado di influenza politica negli organi di autogoverno di pm e giudici, sia pure all’interno di una prevalenza della componente togata rimasta invariata (due terzi dei consiglieri).
Nella nuova formulazione verranno sorteggiate entrambe le componenti, sebbene con una residua discrasia: i laici da un elenco di qualificati giuristi indicati dalle Camere in seduta comune (dunque scelti dai partiti), i togati non si sa […]
[…] restano altri punti interrogativi. Figli dell’improvvisa accelerazione decisa per motivi elettorali: Forza Italia chiedeva un risultato da spendere nelle ultime due settimane di campagna prima del voto per l’Europarlamento e l’ha ottenuto attraverso l’istituzione di due Csm separati anziché di uno unico ma diviso in due sezioni, come indicato nelle ultime bozze circolate.
È il segno del radicale e definitivo distacco tra pm e giudici, l’antico sogno berlusconiano ora rivendicato dai suoi seguaci. Tuttavia, la precisazione che si tratta di una proposta «non blindata» lascia aperta la strada a modifiche sia durante il percorso parlamentare della riforma, sia attraverso le norme di attuazione che andranno varate con leggi ordinarie. Compreso l’eventuale ritorno a un unico Csm frazionato al suo interno; dipenderà dall’evoluzione degli orientamenti e dei rapporti nella maggioranza di qui al paio d’anni lungo i quali si snoderà l’iter di approvazione.
Nel 2011 era stato proprio Silvio Berlusconi a ricorrere al termine «epocale» per il progetto presentato e poi naufragato insieme al suo ultimo governo; ieri la premier Giorgia Meloni ha usato la stessa definizione per annunciare questa «riforma della giustizia». Che in realtà è una riforma della magistratura, perché le nuove regole non incideranno in nessun modo sul funzionamento di indagini e processi, né risolveranno alcuno dei problemi che affliggono i tribunali.
Le toghe sono contrarie perché temono sia la premesse per minare l’indipendenza dei pm, e la replica del governo sta nella formulazione del primo comma del nuovo articolo 104 della Costituzione: «La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere, ed è composta dai magistrati della carriera giudicante e della carriera requirente». Una salvaguardia che non basterà a placare le preoccupazioni e le contromosse dei magistrati.
SERGIO MATTARELLA E CARLO NORDIO AL CSM
Così come non basterà l’estrazione a sorte dei togati del Csm a garantire l’estromissione delle correnti dalla gestione delle carriere, dal momento che oltre il 90 per cento delle toghe è iscritta all’Associazione magistrati e molte continuano ad aderire alle correnti.
Anche la sottrazione dell’attività disciplinare ai due Csm per attribuirla a una inedita Alta Corte, presso la quale le carriere di pm e giudici si riunificano inopinatamente, presentava anomalie corrette in corsa. Inizialmente si pensava di affidare a quest’organismo anche gli illeciti della magistratura contabile, mentre alla fine ci si è limitati a quella ordinaria. La sua frastagliata composizione richiama il modello della Corte costituzionale, i togati sorteggiati devono avere un’anzianità non prevista per i Csm e provenire dalla Cassazione, con i ricorsi previsti davanti alla stessa Alta Corte, sebbene in composizione diversa. […]
2 – NESSUN VIA LIBERA PREVENTIVO GELO DOPO L'INCONTRO COI MINISTRI
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Primo punto fermo: durante l'incontro di martedì sera al Colle con Carlo Nordio e Alfredo Mantovano, Sergio Mattarella non ha dato alcun avallo formale o informale alla separazione delle carriere. Secondo punto fermo: la valutazione finale complessiva del Capo dello Stato sul disegno di legge arriverà dopo un vaglio "approfondito", come richiede una materia di rango costituzionale. […]
Un provvedimento che è stato comunque trasformato, cestinando almeno due punti precedentemente contenuti nel testo. Una decisione assunta dopo un teso vertice di maggioranza, durante il quale – secondo fonti dell'esecutivo – sarebbero state recepite alcune stringenti indicazioni del Quirinale.
Il governo, si diceva: ha gestito tutto nel modo peggiore. Nel merito, nel metodo. Con scarso garbo istituzionale, provando ad arruolare il Colle alla causa, generando un palpabile fastidio dell'interlocutore.
La prima forzatura è stata quella di rendere noto un incontro che era e doveva rimanere ufficioso, almeno secondo la Presidenza della Repubblica: capita infatti di frequente che i ministri salgano al Quirinale per informare o aggiornare il Capo dello Stato sui dossier, ma accade assai più raramente che tutto questo venga propagandato, violando l'informalità istituzionale gradita e richiesta. Per segnalare il fastidio, il Colle l'altro ieri sera ha comunque evitato di diffondere ufficialmente la notizia della riunione.
Ma c'è di più. Mattarella non ha gradito – eufemismo - la scelta comunicativa di Palazzo Chigi e di via Arenula di spacciare per un via libera quello che un via libera non era. Una narrazione per di più amplificata ieri mattina dai giornali della destra, che hanno titolato a caratteri cubitali sul semaforo verde.
carlo nordio sergio mattarella 1
[…] Il giudizio del Capo dello Stato arriverà a tempo debito, dunque: non significa che il testo sia già stato bocciato, si fa presente, ma è intollerabile che si provi a sostenere il contrario. E, aggiungono le stesse fonti, non sarebbe corretto neanche avvalorare un pre-vertice con il segretario generale Ugo Zampetti utile a sdoganare la riforma.
E qui, però, bisogna concentrarsi sulle ultime mosse del governo. Fonti dell'esecutivo raccontano che il risultato della salita al Colle di Mantovano e Nordio ha comunque determinato importanti scossoni. Tra la sera di martedì e il mattino di mercoledì, i due emissari governativi hanno riunito gli esperti di giustizia della maggioranza e avrebbero decretato lo stralcio di due passaggi del ddl; l'avvocato come figura inserita nella Costituzione. Il sorteggio per i soli membri togati del Csm.
Sulla tempistica della riforma, però, il governo tira dritto: nessuna pausa di riflessione o approfondimento, ma un via libera a dieci giorni dal voto, come fosse uno spot elettorale. […]
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