RISHI SUNAK È DISPERATO: HA CHIAMATO L’ARCINEMICO BORIS JOHNSON – IL PREMIER, PER CONTENERE L’EMORRAGIA DI VOTI ALLE ELEZIONI POLITICHE, HA FATTO SALIRE SUL PALCO DI LONDRA QUEL PUZZONE DI JOHNSON. IL RISULTATO? L’EX PRIMO MINISTRO, CHE CONSIDERA SUNAK L’ARTEFICE DELLA SUA CADUTA NEL 2019, NON SOLO SI È FATTO PREGARE PER INTERVENIRE, MA POI NON LO HA MAI NOMINATO – IL MILIONARIO SUNAK, CON 800 MILIONI DI PATRIMONIO, NON È MAI RIUSCITO A CREARE UN FEELING CON GLI INGLESI: SARÀ RICORDATO PER AVER CONSEGNATO AI LABURISTI LA VITTORIA PIÙ SCHIACCIANTE DAL 1832…

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1 - IL LABOUR VERSO UNA VITTORIA RECORD E I TORY RISPOLVERANO JOHNSON

Estratto dell’articolo di M. Ima. per il “Corriere della Sera”

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Le campagne elettorali inglesi finiscono sempre al suono dell’ultimo sondaggio.

E quello reso noto ieri sera da YouGov, frutto della consultazione di quasi cinquantamila persone, somiglia molto al rintocco di una campana a morto per i Tory.

 

Il Labour sembra avviato verso una vittoria a valanga che gli consegnerebbe la più ampia maggioranza parlamentare dal lontano 1832. Al partito guidato da Keir Starmer verrebbero assegnati 431 seggi, dodici in più di quelli ottenuti nel 1997 ai tempi della trionfale prima volta di Tony Blair, oltre il doppio rispetto alla sconfitta del 2019 che costò il posto di segretario a Jeremy Corbyn.

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[…] Comunque vada, e salvo sorprese che dovrebbero essere davvero grosse, per l’attuale segretario e primo ministro Rishi Sunak sarà un disastro.

Martedì sera, durante il suo ultimo appuntamento a Londra, il suo intervento è stato breve, quasi dimesso. «Cerchiamo di non consegnare una vittoria schiacciante ai laburisti», ha detto, riconoscendo in anticipo la sconfitta che sta per arrivare. Prima di lui, era salito sul palco l’ospite a sorpresa, l’unica persona capace di risollevare una platea depressa.

 

«Questa maggioranza gigante del Labour sarà l’incubatrice di numerosi orrori futuri che attendono il nostro Paese». Era da tempo che Boris Johnson non si faceva vedere in giro. Il ritorno in campo di una figura come la sua, ancora molto popolare tra i Tory, è una mossa disperata, l’unica possibile. Ma rappresenta anche un pericolo per Sunak e per i dirigenti che lo sostengono.

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Per convincerlo a fare una breve apparizione, l’attuale primo ministro ha dovuto umiliarsi chiedendogli aiuto con un accorato messaggio telefonico. Proprio come chiedeva l’aventiniano Johnson, che considera Sunak l’artefice della sua caduta nel 2019. I due non si sono mai amati. […] Nei suoi dieci minuti di discorso, ha attaccato i putinisti e i corbinisti, ma non ha mai nominato Sunak. […] Più che la difesa di un presente mai così difficile, il ritorno di Johnson sembra un’anticipazione del prossimo futuro dei Tory.

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2 - SUNAK, IL MILIONARIO CHE VUOLE APPARIRE UMILE E IL FEELING MAI NATO CON IL SUO POPOLO

Estratto dell'articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

[…] È come se esistesse una barriera invisibile tra Rishi Sunak e il popolo dei conservatori, del quale l’attuale primo ministro ha assunto la guida quasi due anni fa in un momento drammatico, dopo il disastroso interregno di Liz Truss, che gli inglesi ricordano ancora oggi con un certo sgomento. Lui ce la mette tutta, per sembrare o essere davvero «L’ultimo» dei loro.

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Anche ieri, agli sgoccioli del suo viaggio tra i collegi più in bilico, mirato non a vincere ma a salvare l’onore, ha provato a recitare la parte dell’inglese di classe media, alla buona e dalla vita come quella di tutti gli altri. «Sono un uomo da sandwich» ha detto durante una intervista rivelando qual è il suo pasto preferito. «Anche se la notte delle elezioni mi faccio preparare una torta di carne speciale dal macellaio del mio quartiere». Non era tanto quel che diceva, ma il modo. «Suona sempre più falso di una moneta da tre sterline» ha confidato un anonimo consigliere dei Tories ai media conservatori.

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Fingere di non essere sé stessi è la più difficile delle imprese. Sunak è arrivato persino ad abiurare i suoi solidi principi liberal-thatcheriani per abbracciare gli slogan del populismo di destra, che evidentemente non gli calzano a pennello. Ma rimane pur sempre il più ricco primo ministro della storia inglese, oltre che la prima persona di colore e di fede induista a ricoprire quella carica. La sua fortuna privata è stimata intorno agli 800 milioni di euro, il doppio di quella di Re Carlo.

Certo, è figlio di immigrati.

 

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Ma in termini di umili origini, neppure questa è una buona carta da giocare. La sua famiglia si è potuta permettere di farlo studiare all’esclusivo Winchester College e poi a Oxford. Dopo la laurea, durante un master a Stanford incontra la sua futura moglie, una delle più ricche ereditiere indiane. Intanto, lui diventa uno dei dirigenti più importanti di Goldman Sachs e il gestore di alcuni importanti fondi di investimento privati.

Oltre alla casa londinese dal valore di otto milioni di euro, è proprietario di una tenuta nel Nord dell’Inghilterra che gli è valso il soprannome di «sultano dello Yorkshire».

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Anche tra i conservatori, Sunak viene percepito come una eccezione. Non il classico rappresentante della loro classe dirigente, ma un prodotto dell’alta finanza, ben lontano dai problemi dell’uomo della strada.

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[…]

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