CDP, OK DELLA CORTE DEI CONTI ALLA GESTIONE DI PALERMO
A.Fons. per “Il Messaggero”
La Corte dei Conti approva la relazione sulla gestione 2020 di Cassa depositi e prestiti gestione di Fabrizio Palermo, l'ex ad. «Nel corso del 2020, nel delicato contesto dell'emergenza pandemica - annota la Corte - il gruppo Cassa depositi e prestiti ha promosso numerose iniziative a supporto dell'economia italiana, mobilitando 38,6 miliardi (+11,6 % rispetto al 2019), sostenendo oltre 100.000 imprese, il 40% delle quali nel Mezzogiorno, e 50 progetti infrastrutturali per 4 miliardi. Sono anche state autorizzate nuove emissioni sui mercati finanziari per 2,5 miliardi, nell'ambito della finanza sostenibile, ispirate ai criteri Environmental, social and governance (Esg)».
fabrizio palermo ad di cassa depositi e prestiti
Inoltre, nella Relazione della Sezione del controllo sugli enti si sottolinea come il gruppo Cdp, «fedele alla sua mission istituzionale di sostegno delle politiche di sviluppo del Paese, abbia implementato una complessa attività diretta a favorire lo sviluppo del tessuto produttivo, promuovendo una diversificata serie di progetti».
GLI INTERVENTI
Inoltre, la magistratura contabile, soffermandosi sui dati della gestione, mette in risalto che «sono positivi i risultati della Capogruppo che nel 2020 ha conseguito un lieve incremento dell'utile netto, pari a 2,8 miliardi (+1,4% rispetto al 2019) e un incremento del patrimonio netto, che è passato da 24,9 miliardi nel 2019 a 25,5 miliardi nel 2020 (+2,2%). In crescita del 14% rispetto all'esercizio precedente il totale dell'attivo, che si attesta a 512,4 miliardi.
L'utile netto consolidato, invece, si è attestato a 1,2 miliardi rispetto ai 3,5 miliardi nel 2019 (-66%), con una variazione negativa da imputare principalmente al minor apporto delle società valutate con il metodo del patrimonio netto.
L'esercizio 2020 è stato, anche, l'anno che ha visto attivare in maniera organica le linee di intervento previste dal Piano Industriale 2019-2021 a favore di imprese, Pa, infrastrutture, cooperazione internazionale e iniziative straordinarie a sostegno degli Enti locali per l'emergenza Covid-19.
Fra le iniziative a sostegno del mondo delle imprese e delle pubbliche amministrazioni la Corte ricorda, in particolare, l'approvazione della vasta operazione di rinegoziazione dei mutui che ha coinvolto oltre 7.000 enti territoriali, nonché un finanziamento immediato fino a 2 miliardi a supporto dei fabbisogni finanziari delle medie e grandi imprese per fornire loro una liquidità immediata in attesa dell'avvio operativo dei meccanismi di garanzia previsti dal decreto-legge Cura Italia. Sospeso, anche, il pagamento delle rate dei mutui in scadenza nel 2020 per i primi comuni colpiti dall'emergenza sanitaria Covid-19.
Scannerpieco
Giovanna Predoni per www.tag43.it
Sarà un autunno bello pieno quello di Dario Scannapieco, l’ad di Cassa depositi e prestiti che lo scorso luglio Mario Draghi ha insediato come successore di Fabrizio Palermo.
Non che l’inizio del suo mandato per la verità sia stato meno intenso, investito come fu dalle polemiche sull’assunzione del suo segretario Fabio Barchiesi (soprannominato il fisioterapista, con riferimento al suo passato lavorativo prima di diventare manager del Coni), circostanza che Scannapieco ha difeso con una puntuta lettera al quotidiano Repubblica che aveva sollevato per prima il caso.
Si lavora al nuovo piano industriale 2022-24
fabrizio palermo giovanni gorno tempini dario scannapieco
Ora Scanna, come lo chiamano confidenzialmente i dipendenti di via Goito, quartier generale romano di Cdp, forse prefigurando l’arrivo di drastiche epurazioni, sta preparando il Piano 2022-24 che sarò reso noto entro la fine dell’anno. Nel frattempo l’ex vice presidente della Bei si dedica al lavoro di pulizia e riorganizzazione.
Per prima cosa ha rivisto il Management Team, formato ora come nella precedente gestione dalle sue prime linee, con due novità: non c’è più Andrea Montanino, Chief Economist di Cassa, persona assunta e nominata dal Palermo. A molti all’interno è sembrata una esclusione strana. Ma al quarto piano di via Goito, tra le austere boiserie del suo ufficio, Scannepieco non si preoccupa delle voci su questo finto esonero poiché Montanino fa saldamente parte della sua cerchia di collaboratori più fidati.
Nel management Team entra Resmini e viene escluso Pace
L’altra novità e l’inserimento nel Team di Enrico Resmini, amministratore delegato di Cdp Venture Capital, la Sgr dedicata a finanziare le start up e i fondi italiani che investono sulle giovani società. Resmini, ex Vodafone, amico del ministro per la transizione digitale Vittorio Colao, è stato scelto da Palermo dopo una lunga controversia con il Pd che gli ha fatto un forte ostruzionismo, tanto che il manager è rimasto senza stipendio per molti mesi prima e dopo la nomina.
Resmini è anche stretto parente di Paolo Calcagnini, altro componente del Team Management di Cdp, ed è benvoluto da quel che rimane dei 5 Stelle. In questi anni è stato sempre molto attento ad investire in start up e fondi, ma qualcuno nei palazzi di Roma sottolinea che qualche volta ha ecceduto nel mettere soldi in società di alcune regioni, in particolare Toscana e Campania.
Salta invece all’occhio l’esclusione dai componenti del Team di Antonio Pace, amministratore delegato del Fii-Fondo italiano investimento, l’altra Sgr controllata da Cassa. Il motivo è semplicissimo: il banker internazionale, con trascorsi in Credit Suisse e Morgan Stanley, sarebbe stato voluto dai 5 Stelle (alcuni dicono dall’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, altri dall’allora potente grillino lombardo Stefano Buffagni).
Per Scanna una motivazione sufficiente e opportuna per tenerlo fuori da suo orizzonte, anche se nella finanza londinese fanno notare che gli altri ad del gruppo Cdp fanno tutti parte del Management Team. Forse Pace è in uscita per altro incarico internazionale? Vedremo. Per Scannapieco comunque il suo addio non sarebbe un grosso problema, visto che alla presidenza della Sgr c’è il suo fedelissimo Montanino.
Prossima l’uscita di Piepaolo Di Stefano, capo di Cdp Equity
Il secondo focus di questo periodo per l’ad di Cassa è quello sulle società partecipate e soprattutto sui deal che sono stati fatti più recentemente nel periodo di Palermo (degli altri è meglio non chiedere troppo visto che alcuni sono stati condotti dall’attuale presidente di Cdp Giovanni Gorno Tempini quando era lui amministratore delegato).
In particolare Scanna, per l’occasione ribattezzato Scanner visto come ha messo sotto i raggi x i contratti del suo predecessore, ha chiesto di procedere ad approfondimenti legali sugli accordi che Cdp ha firmato con Euronext, con Atlantia per l’acquisto di Aspi, e con i fondi americani Bain e Advent per la fusione tra SIA e NEXI, prevista a fine novembre dopo le verifiche dell’Antitrust italiano attualmente in corso.
Vedremo a che cosa condurranno i controlli di cui sono stai incaricati dei consulenti esterni. Intanto in via Goito c’è stato un mezzo subbuglio quando si è venuto a sapere della verifica in corso e sono ripartite le voci di epurazioni perché è sembrato un’azione contro il presidente Gorno Tempini (che non può essere evidentemente discusso), il precedente cda che ha approvato le operazioni (all’interno è ben rappresentato anche il Ministero dell’Economia) e verso Alessandro Tonetti, felpato vice-direttore generale di Cassa e a capo del legale, nonché Pierpaolo Di Stefano, responsabile degli investimenti in equity.
Il nodo delle partecipate e l’enorme minusvalenza in Tim
Ma se Tonetti è intoccabile (è un gran commis di Stato e ha la benedizione di Palazzo Chigi), Di Stefano potrebbe ritornare presto nella danarosa Londra, anche prima della partenza del nuovo Piano Industriale.
Sarebbe pronto a sostituirlo Maurizio Cereda, un ex di Mediobanca, già ingaggiato da Scannapieco come suo super consulente (l’altro è Maurizio Basile, che tra i tanti incarichi della sua carriera manageriale ha anche quelli di capo di gabinetto di Gianni Alemanno al Comune di Roma, ad di Aeroporti di Roma e direttore generale di Atac, la municipalizzata romana dei trasporti)
A Cereda probabilmente toccherà l’onere delle possibili dismissioni: si parla qualche volta a sproposito di Webuild, Rocco Forte, Bonifiche Ferraresi, ignorando che almeno il polo delle costruzioni ha ferrei vincoli contrattuali che regolano la durata dell’investimento. Infine dovrà affrontare la patata bollente di Tim, dove Cassa ha il 10 per cento delle azioni e una minusvalenza potenziale rispetto al valore di carico (l’operazione risale al 2016 e fu fatta su input del governo Renzi) superiore ai 500 milioni di euro.