Andrea Scanzi per “il Fatto Quotidiano”
Molti lettori non sanno come funzionano le ospitate in tivù. Quando ci domandate "Perché non invitate questo o quello?", parlando ad esempio del nostro Accordi & disaccordi, vi dimenticate almeno due aspetti. Il primo è che ci sono politici e giornalisti che non chiameremmo mai in casa nostra. Il secondo, ben più selettivo del primo, è che molti politici da noi non vengono. Renzi, che ha sempre rifiutato di confrontarsi con me in tivù, non verrà mai. Berlusconi non verrà mai. E Salvini, che pure è stato da noi nel dicembre 2018, dopo Il cazzaro verde non tornerà per un bel pezzo. Beninteso, sono liberissimi di farlo. E beninteso, a titolo personale me ne frega un po' meno di niente. Mi spiace un po' di più quando il rifiuto viene da chi non avrebbe motivo di "scappare".
Nicola Zingaretti a 'Mezz'ora in piu''
Se i due Mattei, il peggio del peggio della politica di oggi, e quel che resta di Silvio hanno "diritto" a detestarci, non si capisce perché Nicola Zingaretti ogni volta accampi scuse. Oppure, tramite il suo ufficio stampa, non perda neanche tempo a risponderci. Liberissimo pure lui di farlo, ma perché? Per qualche critica? Perché non si sente sicuro in tivù? O perché non saprebbe cosa dire, considerato che la strategia stessa del (suo?) Pd è di per sé confusa e dunque non facilmente narrabile? Peccato, perché intervistare l' ineffabile Zinga sarebbe divertente. Oddio: divertente forse no.
LUIGI DI MAIO OSPITE DI ACCORDI E DISACCORDI
Il segretario del Pd non è esattamente un fromboliere della comunicazione e non è certo in grado di drogare in positivo lo share, come accadeva un tempo a Salvini e come Renzi non riesce a fare dalle guerre puniche. Sarebbe però una chiacchierata ricca di spunti. A Zingaretti vanno riconosciuti due meriti. Il primo è che, paragonato ai disastri politici del renzismo, la sua figura assurge quasi a Churchill. Il secondo è che, all' interno del governo MaZinga, è il leader (con Speranza/Bersani) più propositivo del quartetto. Se Renzi e Di Maio non mancano ogni giorno di cannoneggiare odiosamente quello che resta un governo pieno di limiti ma (per distacco) l' opzione in campo a oggi migliore, Zingaretti - che pure non voleva questo esecutivo - spicca per compostezza e professionalità. Non è poco.
ANDREA SCANZI ANDREA SCANZI - IL CAZZARO VERDE
Eppure, riconosciute tali doti a colui che i maligni si ostinano a definire "il cognato della moglie di Montalbano", permangono delle perplessità. Soprattutto una: che partito ha in mente, se lo ha in mente, Zingaretti? No, perché mica si è ancora capito. I "salvinistri", come Travaglio chiama quella ghenga puerile di "opinionisti di sinistra" che fanno il gioco di Salvini bombardando pretestuosamente il Conte II , cianciano che Zingaretti si è azzerbinato ai 5 Stelle. Una castroneria: casomai Zingaretti sa che, nel Parlamento attuale, il Pd ha la metà dei parlamentari.
ROBERTO SPERANZA NICOLA ZINGARETTI VINCENZO BIANCONI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE A NARNI
E dunque qualcosa deve concedere. Oltretutto quasi tutti i deputati e senatori Pd sono renziani, quindi lui in questa legislatura può poco. Anche per questo desiderava andare al voto. Il problema però resta: dietro le belle parole su Conte, lodato da Zinga quasi che lui stesso delegasse ad altri un ruolo politico dominante che sa di non poter garantire, cosa vuole realmente Zinga? Sulla prescrizione è con Bonafede o Verini? Sul bavaglio è con Conte o con Orlando? E sulle autostrade? E sul conflitto di interessi? E ancora: perché Zingaretti non costringe Di Maio a fare una volta per tutte quella sacrosanta legge sul "fine vita" che, dopo la sentenza su Dj Fabo, è adesso inemendabile? Sono queste le domande che gli faremmo. Se ne ha paura, cosa che mi rifiuto di pensare, allora ha sbagliato mestiere.