L’AMMUTINAMENTO DEI MACRONIANI – I PARLAMENTARI DI “REINASSANCE” SONO INFURIATI CON IL LORO LEADER: LUI RESTERÀ ALL’ELISEO FINO ALLE PRESIDENZIALI DEL 2027, LORO GRAZIE ALLA SUA STRATEGIA SUICIDA STANNO PERDENDO IL POSTO, O PERCHÉ BATTUTI O PERCHÉ COSTRETTI A RINUNCIARE PER IL PATTO DI DESISTENZA CON LA SINISTRA – SOLO IL PREMIER, GABRIEL ATTAL, RIMANE FEDELE AL SUO IDOLO – LA LINEA, PER MOLTI CANDIDATI, MA ANCHE PER GLI ELETTORI, È QUELLA DELL’EX PRIMO MINISTRO, PHILIPPE: “NON UN VOTO DEVE ANDARE AL RASSEMBLEMENT NATIONAL, MA NEANCHE ALLA FRANCE INSOUMISE”

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

UN GIOVANE EMMANUEL MACRON UN GIOVANE EMMANUEL MACRON

 

Il presidente Macron avrebbe anche deciso di sbarrare la strada al Rassemblement national, o almeno di provarci. Il problema è che i membri della sua maggioranza ne hanno abbastanza di seguire le indicazioni del capo, che in questa fase non gode certo dell’autorevolezza del vincitore.

 

È il problema storico dello scioglimento dell’Assemblea: come la bomba atomica, è un’arma che funziona fino a quando non viene usata. Si possono controllare deputati e ministri, con la paura di farli tornare davanti al giudizio degli elettori; ma una volta sciolta l’aula e indette le elezioni, l’arma ha già sparato e il patto di fedeltà è già rotto.

 

ELEZIONI LEGISLATIVE FRANCESI - VIGNETTA BY GIANNELLI ELEZIONI LEGISLATIVE FRANCESI - VIGNETTA BY GIANNELLI

Così ieri all’ora di pranzo si è svolta all’Eliseo una riunione che molti descrivono come tesa, nervosa, vicina alla resa dei conti, fra tristezza per la fine di un’era e rabbia per la parte auto-inflitta del disastro.

 

«La situazione è chiara: è l’estrema destra che sta per accedere alle più alte funzioni, e nessun altro», dice il presidente, secondo quanto riportato da Libération . Quindi, dopo mesi di equivalenza tra le «estreme», tra destra e sinistra, tra Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon, Macron ribadisce e spiega meglio la presa di posizione di domenica sera, un’istante dopo i risultati: l’«ampia alleanza democratica e repubblicana» anti-RN vuol dire che «non un voto deve andare all’estrema destra.  Dobbiamo ricordarci che nel 2017 e nel 2022, a sinistra, tutti hanno fatto proprio questo messaggio. Altrimenti, né io né voi saremmo qui».

 

jordan bardella jordan bardella

Solo che il presidente continuerà comunque a stare all’Eliseo fino alle prossime presidenziali del 2027, a meno che non decida di dimettersi prima; i ministri e molti deputati stanno invece perdendo il posto, o perché saranno battuti alle urne oppure perché vengono invitati, proprio da colui che li ha messi in questa situazione, a desistere, a non provarci neanche ad andare al ballottaggio, per dare a un avversario di sinistra meglio piazzato una probabilità in più di battere il candidato del RN.

 

BRUNO LE MAIRE BRUNO LE MAIRE

E infatti la decisione del presidente è contestata: non può pretendere che esista ancora una maggioranza che lui stesso ha ucciso, come ha detto qualche giorno fa l’ex premier Edouard Philippe. «Non un voto deve andare al Rassemblement national, ma neanche alla France Insoumise», dice adesso Philippe, seguito dal suo ex collega di partito nei Républicains, il ministro delle Finanze Bruno Le Maire, anche lui furioso sia per la dissoluzione insensata, sia per l’improvvisa svolta a sinistra di Macron […]

 

EDOUARD PHILIPPE EDOUARD PHILIPPE

Il più fedele sembra Gabriel Attal, il premier che fino a domenica alle 20 diceva — probabilmente senza crederci — di volere vincere le elezioni e che adesso è certo di lasciare Matignon e la poltrona di primo ministro. Attal promette ai deputati uscenti che «l’avventura non si ferma qui» e al tg delle 20 poi difende l’idea di «una terza via, un’Assemblea plurale in seno alla quale i nostri candidati saranno presenti per proteggere i francesi dagli aumenti delle tasse e dalle divisioni».

 

Attal sembra fare propria la proposta già avanzata da Edouard Philippe, e cioè una possibile maggioranza di grande coalizione da trovare in aula, dopo il voto, senza la France insoumise di Mélenchon. Ma bisognerebbe prima evitare che il RN arrivi alla maggioranza assoluta […]

 

Non aiuta il sospetto che Macron in realtà si stia già preparando alla coabitazione, come dimostrerebbe la fretta con la quale cerca di imporre i suoi uomini in posti chiave, da Thierry Breton alla commissione ad Alexandre Adam come vice-capo gabinetto di Ursula von der Leyen, al nuovo capo di stato maggiore dell’aviazione al direttore Ue del quai d’Orsay, fino a tre ambasciatori. Presto, ancora qualche giorno, prima che le nomine cominci a farle Bardella.

MARINE LE PEN - JORDAN BARDELLA - EMMANUEL MACRON - MEME BY EDOARDO BARALDI MARINE LE PEN - JORDAN BARDELLA - EMMANUEL MACRON - MEME BY EDOARDO BARALDI jordan bardella al seggio per il voto jordan bardella al seggio per il voto Brigitte ed Emmanuel Macron in abiti casual a Le Touquet dopo il voto per le legislative Brigitte ed Emmanuel Macron in abiti casual a Le Touquet dopo il voto per le legislative JACQUES ATTALI - EMMANUEL MACRON JACQUES ATTALI - EMMANUEL MACRON MACRON E LA DURA LEGGE DE GAULLE - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA MACRON E LA DURA LEGGE DE GAULLE - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA emmanuel macron vota emmanuel macron vota brigitte macron con emmanuel - meme by osho brigitte macron con emmanuel - meme by osho EMMANUEL MACRON CHARLES MICHEL EMMANUEL MACRON CHARLES MICHEL giorgia meloni e viktor orban con dietro emmanuel macron e klaus iohannis giorgia meloni e viktor orban con dietro emmanuel macron e klaus iohannis EMMANUEL MACRON - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FRANK FEDERIGHI EMMANUEL MACRON - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FRANK FEDERIGHI GOGOL BARDELLA - MEME BY EMILIANO CARLI GOGOL BARDELLA - MEME BY EMILIANO CARLI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VENETO DI PASSIONE PER SALVINI – IL “CAPITONE” PROVA AD ALZARE LA CRESTA E USCIRE DALL’ANGOLO: “CHIEDEREMO IL VENETO E IL TERZO MANDATO PER ZAIA”. MA SA BENE CHE IL DESTINO DELLA REGIONE, VERO FORTINO E CASSAFORTE DEL CARROCCIO, È SEGNATO: GIORGIA MELONI VUOLE METTERE LE MANI SUL NORD-EST. E COME DARLE TORTO? FORZA ITALIA CON L'8% GOVERNA PIEMONTE, SICILIA, BASILICATA E CALABRIA. LA LEGA, CON UNA PERCENTUALE SIMILE, HA IN MANO VENETO, LOMBARDIA E FRIULI. PERCHE' LEI, CHE GUIDA IL PARTITO DI MAGGIORANZA RELATIVA, DOVREBBE ACCONTENTARSI DI LAZIO, ABRUZZO E MARCHE? - LO PSICODRAMMA NEL CARROCCIO È INIZIATO DOPO CHE IL MITE LUCA ZAIA È USCITO ALLO SCOPERTO (“SE PERDIAMO QUI VA TUTTO A ROTOLI”). A VENEZIA SI PREPARA LA SCISSIONE, CON UNA “LISTA ZAIA”...

DAGOREPORT! MONTANELLI E FALLACI SCANSATEVE! AI GIORNALISTI DEL “CORRIERE DELLA SERA” SI INSEGNA A SCRIVERE IN MODO “INCLUSIVO” CON UN CORSO ON-LINE - L’ULTIMA FOLLIA DEL POLITICAMENTE CORRETTO APPLICATA ALL’EDITORIA SERVIRA’ PER APPRENDERE UN “USO NON SESSISTA DELLA LINGUA ITALIANA” E PER “EVITARE L’USO DEL MASCHILE SOVRAESTESO”: IN PRATICA, IL MATTINALE DEI CARABINIERI RISULTERÀ IN FUTURO MOLTO PIÙ ACCATTIVANTE DEI TITOLI INCLUSIVI - SUL LAVORO BISOGNA EVITARE LE MICRO-AGGRESSIONI, TIPO L’UOMO CHE SIEDE A GAMBE SPALANCATE (LA DONNA MAI?) - PER NON FARSI MANCARE NULLA ARRIVANO LE INDICAZIONI SU COME CHIAMARE I NERI E I TRANS -INSOMMA, CONTINUANDO CON QUESTA FINTA E IPOCRITA “ECOLOGIA DEL LINGUAGGIO” POI NON LAMENTATEVI SE TRIONFA TRUMP!