1 – MATTARELLA HA LETTO CON MOLTO FASTIDIO L’EDITORIALE DI PAOLO MIELI SU ''CORRIERE'', CHE SI AUGURA UN FUTURO PD-M5S. VISTO LO STATO DECLINANTE DEI 5STELLE, LA MUMMIA DEL QUIRINALE PENSA CHE SIA ORA DI TORNARE A UN SANO BIPOLARISMO, CENTRODESTRA VS CENTROSINISTRA. E PERFINO L’IDEA DI UN SALVINI PREMIER, DA SEMPRE RIGETTATA, OGGI... (ARTICOLO DEL 27 FEBBRAIO 2019)
2 – L' EUROPA NON GUARDA PIÙ COSÌ MALE SALVINI
Maurizio Belpietro per “la Verità”
C' è un Salvini di lotta e un Salvini di governo. Quello di lotta ha spaventato per un po' le cancellerie europee, che all' inizio temevano che il ministro dell' Interno fosse un piromane, intenzionato a dare alle fiamme l' intera costruzione europea, facendo uscire l' Italia dall' euro. Ma da qualche tempo il Salvini di lotta ha lasciato spazio a quello di governo, mettendo freno alle dichiarazioni più incendiarie e soprattutto ai propositi di abbandonare la moneta unica.
Perfino sulla riforma della Fornero, altra preoccupazione capace di togliere il sonno ai partner europei, il capo leghista è stato più ragionevole di quanto si temesse, accontentandosi di una finestra che consenta a chi ne faccia richiesta di abbandonare il lavoro, in cambio di una riduzione dell' assegno, prima dello scoccare del sessantasettesimo anno, il limite sancito dalla professoressa cara a Mario Monti.
salvini visita il cantiere tav di chiomonte 17
Ora poi, sulla Tav, la linea sposata dal vicepremier è in piena sintonia con la visione dell' Ue. L' alta velocità che dovrà collegare Torino e Lione non verrà fermata perché Salvini ha messo con le spalle al muro i grillini, concedendo loro solo un escamotage linguistico, una furbizia utile a scavallare le elezioni europee, ma nulla di più. Chiamare i bandi avvisi o manifestazioni di interesse poco importa: ciò che conta è non perdere i soldi stanziati dall' Unione europea e soprattutto non fermare l' opera. E così sarà.
A Bruxelles e dintorni, dunque, il Salvini di governo comincia a piacere di più del Salvini di lotta. Tant' è che in alcuni ambienti vicini alle cancellerie, ma anche alla Banca centrale europea, si comincia a pensare che in fondo sia meno peggio di quel che sembrava e che all' interno della compagine di governo sia il solo interlocutore che si possa agganciare. Non so se il mutato atteggiamento sia frutto della presa di coscienza che con un partito arrivato a sfiorare (secondo i sondaggi) il 35%, sia necessario fare i conti.
Oppure se aver abbassato i toni su certi argomenti abbia reso più affidabile agli occhi degli alti papaveri europei il ministro dell' Interno. O ancora se l' uscita di scena di Paolo Savona, uno che a Bruxelles era guardato come il fumo negli occhi per certe sue dichiarazioni, li abbia tranquillizzati. Sta di fatto che ora si comincia a pensare che se il vicepremier avesse accanto un consigliere capace di indirizzarlo nelle scelte di politica economica, non sarebbe poi così pericoloso come appariva in principio.
matteo salvini contestato a livorno 12
Qualcuno è arrivato perfino a riconoscere che in fondo, sui migranti, Salvini ha ragione e che l' Italia effettivamente è stata lasciata sola a gestire una situazione fuori controllo. Un mutato atteggiamento che potrebbe tradursi a breve in qualche apertura e che già ha consentito di veder riconosciuto il principio che il territorio di approdo, forse, non dev' essere per forza quello che si deve fare carico interamente dell' accoglienza.
Insomma, è ormai passato un anno dalle elezioni del 4 marzo e, dopo l' iniziale diffidenza, in Europa si guarda diversamente a Salvini. E se il 26 maggio, quando si voterà per il rinnovo del Parlamento europeo, la Lega dovesse davvero confermare ciò che ora le viene attribuito nei sondaggi, lo si guarderà ancora meglio. Un partito di governo con il 32% o forse più, diventerebbe centrale non solo in Italia, ma anche in Europa. Soprattutto se i 5 stelle dovessero calare. La maggioranza a Montecitorio e Palazzo Madama non cambierebbe, ma muterebbero i rapporti di forza fra le due componenti di governo. E il primo banco di prova sarebbe proprio la Tav. Il trucco usato per rinviare ogni decisione, dopo il voto dovrà essere svelato. Ed è li che si capirà chi governa il Paese. Ed è ciò che l' Europa aspetta di sapere.