1. TEMPISMO E MODI, MELONI SORPRESA DAL MINISTRO MALUMORI NELLA MAGGIORANZA, 'DI TASSE MEGLIO NON PARLARE MAI...'
Paolo Cappelleri e Silvia Gasparetto per l’ANSA
GIANCARLO GIORGETTI INVOCA SACRIFICI PER TUTTI - BLOOMBERG
Per Giorgia Meloni è stata una sorpresa l'intervista di Giancarlo Giorgetti a Bloomberg. Chi ha raccolto i suoi pensieri racconta che sarebbe quantomeno rimasta perplessa per il tempismo del colloquio, che era registrato ma è andato in onda a Borse aperte.
Per i modi. E anche per il contenuto, per quel riferimento a "un concorso per quanto riguarda le entrate" e ai "sacrifici" che saranno richiesti in manovra alle grandi imprese: concetti scanditi davanti alla comunità finanziaria, mentre è in corso dietro le quinte una delicata trattativa con il settore bancario.
giorgia meloni e giancarlo giorgetti 8
La premier non era al corrente di questa intervista, a cui Piazza Affari ha reagito negativamente mentre lei si preparava a ricevere a Palazzo Chigi il presidente del Kirghizistan Sadyr Japarov. È andato così in scena un pomeriggio piuttosto caotico per governo e maggioranza, in cui molti parlamentari di centrodestra si domandavano dell'utilità di una uscita così circostanziata come quella del ministro.
Prima la puntualizzazione del sottosegretario all'Economia Federico Freni, sul fatto che "non c'è allo studio nessun aumento delle tasse per nessuno". Poi il concetto è stato ribadito anche da fonti del Mef. Mentre in ambienti di Palazzo Chigi veniva definita "una forzatura" l'interpretazione delle parole di Giorgetti.
Il suo rapporto con Meloni in questi due anni è stato sin da subito all'insegna dell'intesa, seppure in questo caso premier e ministro dell'Economia siano di partiti diversi, a differenza di quanto accade di solito. I due, assicurano dal governo, si vedono e si sentono quasi quotidianamente soprattutto nel periodo di gestazione della manovra. Anche per questo lo scivolone sarebbe risultato più inatteso per Meloni.
Nell'agosto 2011 Silvio Berlusconi, in un delicato momento di crisi economica, fece slittare un suo discorso alla Camera di due ore per attendere la chiusura degli scambi azionari. E chi poco dopo prese il suo posto a Palazzo Chigi, Mario Monti, esortò i ministri a evitare le fughe di notizie a Borse aperte.
Accortezza non seguita nel giugno 2019 dall'allora ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, finito nella bufera per aver definito Atlantia "decotta". Ora le parole di un esponente della maggioranza sintetizzano l'umore diffuso nella coalizione dopo l'intervista di Giorgetti: "Di tasse non si dovrebbe parlare mai, né a Borse aperte né a Borse chiuse...".
CASSE VUOTE AL MEF - VIGNETTA BY GIANNELLI
2. TASSE SUI PROFITTI, GELO GIORGETTI-MELONI
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo e Luca Monticelli per “La Stampa”
«Sorpresa» trapela da Palazzo Chigi. Una formula per cercare di contenere l’ira di Giorgia Meloni in una giornata in cui è costretta a minimizzare, inseguire, provare a smentire quello che difficilmente si riesce a smentire dopo le parole di Giancarlo Giorgetti: e cioè che la manovra che si prepara richiederà più sacrifici.
E che il combinato dei prezzi sulle accise di benzina e diesel vuol dire una sola cosa: i costi saranno più alti. Il ministro dell’Economia è uomo abituato a dire le cose in modo diretto, a volte ruvido, senza troppe concessioni alle ambiguità del politichese. Questa volta però finisce processato dalla sua stessa maggioranza. Prima Forza Italia che sta provando, con il leader Antonio Tajani, a difendere il fortino delle banche e i loro extraprofitti. Poi Meloni, che come tutti è rimasta colpita dal tempismo di Giorgetti.
Giorgia Meloni - foto lapresse
«L’imprudenza» – come la definiscono a Palazzo Chigi – di parlare a Borse aperte ha lasciato tutti perplessi. Il contesto è importante: il ministro ha parlato durante un’intervista a Bloomberg, un’agenzia che è “market sensitive”, che amplifica le possibili ricadute finanziarie di ogni sospiro del governo.
Davanti a lui c’era una platea di manager e imprenditori. E il tutto è avvenuto in un momento in cui è in corso una faticosissima trattativa con le banche e le grandi aziende. Meloni – precisa l’Ansa– non era al corrente dell’intervista ed è rimasta molto colpita dalle reazioni negative della Borsa […]
In realtà, per qualche ora a Palazzo Chigi sono stati certi che alla fine sarebbe bastato chiarire che si era trattato di una «forzatura» delle frasi del ministro. Che erano concetti già espressi altrove da lui e dalla premier, anche a Cernobbio. Ma da come hanno risposto i mercati, l’interpretazione collettiva è stata un’altra. E lo prova anche come ha reagito Forza Italia. «Mai parlare di tasse…come insegnava Berlusconi». È il mantra di Tajani, una religione politica a cui gli azzurri si vogliono continuare ad attenere.
Giorgetti si trova improvvisamente assediato, anche dal mondo bancario, i manager sono spiazzati. Ma cosa aveva voluto dire il ministro con quelle parole pronunciate con troppa leggerezza? La sua stella polare è l’articolo 53 della Costituzione sulla progressività del sistema tributario: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva».
Giorgetti lo ripete da tempo: «Per approvare la legge di bilancio chiederemo sacrifici a tutti». Non solo banche, grandi aziende, colossi farmaceutici e compagnie assicurative, «ma anche le medie imprese, i privati e la Pubblica amministrazione». Alle piccole imprese e ai privati «chiederemo con il concordato i soldi che non hanno pagato in passato».
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[…] l’idea di Giorgetti è quella di riproporre la ricetta di Giulio Tremonti: quella Robin Hood Tax varata nel 2008 dal governo Berlusconi alle prese con la crisi economica e dichiarata incostituzionale nel 2015, dopo aver fruttato all’Erario circa quattro miliardi di euro.
Il Tesoro sta cercando un modo per rendere tecnicamente fattibile un prelievo addizionale senza rischiare un’altra bocciatura della Consulta […]. «Serve un accordo, una forma di contribuzione ragionata, razionale, equilibrata».
La maggiorazione di Tremonti prevedeva un’aliquota supplementare a carico delle imprese energetiche che avevano ottenuto extraprofitti grazie ai forti rialzi delle quotazioni dei prodotti petroliferi. Giorgetti però rifiuta «la narrativa degli extraprofitti, perché qui si tratta di tassare i giusti profitti, o meglio gli utili in modo corretto». Al Mef stanno studiando una sorta di prelievo aggiuntivo progressivo che colpisca tutti al di sopra di determinate soglie di profitto. […]
GIANCARLO GIORGETTI ALLA PARTITA DEL CUORE giorgia meloni ride alle battute di renzi in senato GIANCARLO GIORGETTI ALLA PARTITA DEL CUORE