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Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica”
viktor orban e vladimir putin 2
Vladimir Putin aveva già di che rallegrarsi: nell'arco di un mese il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron erano usciti sconfitti dalle elezioni europee, Donald Trump aveva umiliato Joe Biden nel dibattito televisivo in vista delle presidenziali statunitensi di novembre e Marine Le Pen aveva sconfitto la coalizione di Macron al primo turno delle parlamentari francesi.
Ora che il premier ungherese Viktor Orbán vola a Mosca, il presidente russo può gongolare. Orbán non è soltanto il primo leader europeo a visitare il Cremlino da quando il cancelliere austriaco Karl Nehammer tentò senza successo di mediare la fine dell'offensiva russa in Ucraina nell'aprile 2022, ma dal primo luglio detiene anche la presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea. I blogger russi scrivono entusiasti: «Incontrerà Putin come capo di Stato che presiede la Ue!».
Poco importa che il capo del Consiglio Ue Charles Michel abbia preso le distanze sostenendo che «la presidenza di turno della Ue non dà il mandato di interagire con la Russia a nome di Bruxelles». Mosca cerca proprio questo: insinuarsi nelle spaccature all'interno di quello che chiama "Occidente collettivo" e martellare finché non diventano crepacci.
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MARINE LE PEN E VLADIMIR PUTIN
Orbán — o "piccolo Putin" come lo chiamano da quando ha preso il potere in Ungheria nel 2010 — non ha, del resto, mai mancato di dimostrare la sua fedeltà all'alleato russo, neppure negli ultimi due anni. Ha irritato gli altri membri Nato rallentando l'adesione della Svezia all'Alleanza Atlantica.
Ha ripetutamente tenuto in ostaggio gli aiuti Ue a Kiev e bloccato le sanzioni anti-russe. Ha dichiarato che non avrebbe arrestato Putin se fosse andato a Budapest nonostante l'Ungheria abbia firmato lo Statuto di Roma che ha istituito la Corte dell'Aja.
viktor orban e volodymyr zelensky
E ora spacca la Ue con la sua visita a Mosca a tre giorni dall'incontro a Kiev col presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha invitato a un cessate-il-fuoco e negoziati di pace con la Russia. Putin è pronto a cavalcare l'incontro, dicono fonti vicine al Cremlino. È disposto a «modificare le sue proposte di pace» e a «fare concessioni su alcuni punti meno importanti» per non dare motivo all'Occidente di «dire che Mosca non vuole un accordo». Ma, precisano, «è improbabile che la visita di Orbán abbia effetto. Non ci si dovrebbero aspettare svolte».
Putin non vuole la pace, vuole il caos. Quello che conta è l'ennesimo trambusto in campo europeo che si somma alle elezioni francesi che, come ha osservato il vice portavoce del ministero degli Esteri russo Andrej Nastasin, finora hanno premiato l'alleata Le Pen dimostrando che «il popolo francese è alla ricerca di una politica estera sovrana e di una rottura coi dettami di Washington e Bruxelles».
Un raro endorsement in vista del secondo turno. La ciliegina sulla torta è la campagna presidenziale statunitense. Pubblicamente Mosca finge indifferenza, ma dietro le quinte — hanno detto al Moscow Times fonti vicine all'amministrazione presidenziale — «fa il tifo per Trump ed è felice del dibattito». Il vento sembra tutto a favore. E Putin gli soffia dentro.