Estratto dell’articolo di Federico De Rosa per il “Corriere della Sera”
In attesa che si chiariscano i contorni sul futuro assetto della rete, Tim va avanti per la sua strada e si prepara a svelare i numeri del piano strategico dei prossimi tre anni. Le linee guida e le previsioni arriveranno oggi sul tavolo del board, chiamato ad approvare anche il preconsuntivo del 2022 e a decidere come procedere per la sostituzione di Arnaud de Puyfontaine, che si è dimesso dal consiglio lo scorso gennaio.
All’ordine del giorno c’è la cooptazione di un nuovo consigliere, proposta dal comitato nomine — è circolato il nome di Roberto Giacchi, attuale numero uno di Italiaonline con un passato in Tim — ma è molto probabile che il board decida di soprassedere alla nomina rinviandola all’assemblea di primavera.
Gli analisti si attendono dal preconsuntivo ricavi in calo dell’1% a 15,6 miliardi, una flessione del margine operativo del 10,7% e una discesa del debito a 20,2 miliardi. Numeri in linea con gli obiettivi indicati da Labriola […].
Il tema dell’offerta di Kkr sulla rete non è all’ordine del giorno, anche se è evidente che Labriola non può non tenerne conto, ma è anche vero che la strategia impostata dal manager proietta già Tim verso la separazione tra infrastruttura e servizi. Nel nuovo piano è attesa un’accelerazione, con l’avvio della valorizzazione di alcuni asset che potrebbero essere ceduti o aperti all’ingresso di nuovi soci.
[…] Ma è comunque l’infrastruttura il cardine attorno a cui ruota il futuro assetto strategico del gruppo. Il prossimo 24 febbraio il consiglio di Tim tornerà a riunirsi per esaminare l’offerta non vincolante arrivata dal fondo americano Kkr per la rete. Una proposta che sulla carta vale 20 miliardi di euro, includendo Sparkle e FiberCop, di cui gli americani hanno già il 37,5%.
[…] Cassa depositi e prestiti, che per oltre otto mesi ha negoziato l’acquisto della rete e sarebbe stata bruciata da Kkr proprio quando era pronta a fare un passo avanti per dare seguito al piano del governo per creare una rete nazionale, avrebbe ormai ultimato il lavoro insieme a Macquarie, con cui controlla Open Fiber, su una proposta alternativa a quella del fondo Usa, che verrebbe presentata in tempo per il cda di Tim del 24. L’offerta avrebbe ottenuto il benestare del ministero dell’Economia, che controlla Cdp. […]
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