Gabriele Carrer per “la Verità”
angela merkel in afghanistan 2
Chiamarla riunione d'emergenza appare un po' eccessivo visto che l'avanzata dei Talebani è iniziata a maggio parallelamente al ritiro delle truppe occidentali. E che domenica, mentre i leader europei festeggiavano il ferragosto e le ambasciate a Kabul si svuotavano, gli insorti entravano nella capitale Kabul occupando il palazzo presidenziale abbandonato dall'ex presidente Ashraf Ghani e preparandosi alla proclamazione dell'Emirato islamico dell'Afghanistan.
L'Unione europea arriva, anche questa volta, ultima e in ordine sparso. Dopo giorni di silenzio, ieri ha parlato Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza: «In seguito agli sviluppi in Afghanistan, e dopo intensi contatti con i partner negli ultimi giorni e ore, ho deciso di convocare una riunione virtuale straordinaria dei ministri degli Esteri dell'Unione europea» oggi pomeriggio «per una prima valutazione», ha scritto su Twitter.
Come spesso accade, anche questa volta si sprecano gli inviti all'Unione europea di muoversi in maniera compatta. Uno per tutti, quello del presidente del Parlamento europeo David Sassoli: «La situazione in Afghanistan richiede una risposta unitaria dell'Unione europea», ha scritto su Twitter.
«Il Paese ha bisogno di una soluzione politica duratura e inclusiva che protegga i diritti delle donne e permetta agli afgani di vivere in sicurezza e con dignità. L'asilo deve essere garantito a chi rischia la persecuzione».
lorenzo guerini fine della missione italiana in afghanistan 5.
Ma se l'appello del presidente Sassoli all'unità rischia di cadere nel vuoto anche questa volta, ha il pregio di individuare il tema di maggiore urgenza per l'Unione europea, ossia la questione migratoria che ha tenuto banco ieri pomeriggio durante la riunione in videoconferenza del Comitato politico e di sicurezza, composto dagli ambasciatori dei 27 Stati membri.
LUIGI DI MAIO IN SPIAGGIA CON MICHELE EMILIANO E FRANCESCO BOCCIA
E infatti, i governi di oltre 60 Paesi, tra cui quelli dell'Unione europea tranne Ungheria e Bulgaria, hanno sottoscritto un appello dichiarando che «gli afgani e i cittadini internazionali che desiderano partire devono essere autorizzati a farlo». Ma tutti gli sforzi di ogni cancelleria d'Europa sono volti al rimpatrio dei connazionali e dei collaboratori afgani. Il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi ha spiegato ieri che «l'impegno dell'Italia è proteggere i cittadini afgani che hanno collaborato con la nostra missione».
Il presidente, si legge nella nota diffusa, è in continuo contatto con il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Quest' ultimo, ieri ha sentito anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, per coordinare le operazioni di evacuazione e definire un approccio comune. Il tutto durante una giornata segnata dalle polemiche degli alleati di governo di Italia viva per le foto che lo ritraevano in spiaggia in Puglia mentre Kabul finiva nelle mani dei talebani.
Di Maio ha già dato disponibilità a riferire in Parlamento da questa settimana sull'Afghanistan, ha comunicato ieri sera lo staff del ministro. «Ora ci dobbiamo concentrare sulle operazioni di salvataggio», ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel dopo una riunione con i vertici del suo partito, la Cdu, secondo quanto riportato dalla Bild. E parlando della possibile ondata di migranti, una tema che «ci riguarderà a lungo», ha spiegato due cose.
angela merkel in afghanistan 1
La prima: «Dobbiamo fare di tutto per aiutare i Paesi» confinanti «a sostenere i rifugiati», come raccontato dallo Spiegel. La seconda: l'interesse della Germania è che le persone siano aiutate «sul posto». In questo senso, ha proseguito la cancelliera, è necessario lavorare in stretta collaborazione con la Turchia.
Tradotto: quanto accaduto nel 2015, quando la Germania accolse oltre un milione di profughi di cui il 40 per cento dalla Siria, non si deve ripetere. Anche a costo di finanziare Recep Tayyip Erdogan e rafforzare nuovamente una potente leva con cui il presidente turco può ricattare l'intera Unione europea.
TALEBANI IN MARCIA VERSO KABUL
A confermare questa interpretazione ci ha pensato Paul Ziemiak, segretario generale della Cdu, che all'emittente N-tv ha dichiarato: «Per noi è chiaro che il 2015 non deve ripetersi». La decisione del 2015 costò cara in termini elettorali alla Cdu di Merkel, che tra poco più di un mese lascerà la politica dopo 16 anni di fila al timone del Paese. Lo sa bene Armin Laschet, candidato cancelliere della Cdu alle elezioni del prossimo 26 settembre, che ieri ha dichiarato che la Germania non dovrebbe mandare il messaggio che «può accogliere tutti quelli che hanno bisogno».
popolazione afghana festeggia i talebani
Meglio seguire la via dell'aiuto «a livello locale», ha aggiunto. Se la riunione di ieri tra gli ambasciatori è stata preparativa dell'incontro tra i ministri, la videoconferenza di oggi potrà forse dare una risposta alla domanda se, sull'Afghanistan, l'Unione europea può rappresentare quella «leadership esperta e autorevole» di cui «mai come ora l'Occidente avrebbe bisogno», come ha dichiarato ieri Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia e presidente del Consiglio italiano all'epoca dell'intervento in Afghanistan dell'ottobre 2001.
talebani nel palazzo presidenziale di kabul AEREO CON GLI ITALIANI ATTERRATO A ROMA AFGHANISTAN NEL 1979 la previsione sbagliata di biden sull afghanistan 3 elicottero usa a kabul per l evacuazione dell ambasciata la previsione sbagliata di biden sull afghanistan 5