La Russa in versione Massimo Decimo (Mas) Meridio #partitadelcuore pic.twitter.com/yPVUHPaovP
— Il Grande Flagello (@grande_flagello) July 17, 2024
Andrea Arzilli per corriere.it - Estratti
«Sono senza voce, come ogni allenatore che si rispetti: ora capisco perché Inzaghi quasi non riesce a parlare dopo le partite dell’Inter». Ignazio La Russa, presidente del Senato e, per la partita del Cuore, cittì della Nazionale della Politica, fa le pagelle dei suoi dopo la vittoria (ai rigori) contro la Nazionale cantanti.
La Russa, cominciamo dai portieri, Giancarlo Giorgetti e Angelo Bonelli.
«Hanno parato poco o niente, nessuno ha salvato un gol. Diciamo che hanno fatto il loro dovere di presenziare davanti alla porta, e quindi la sufficienza non gliela leviamo. Ma è una sufficienza stentata: sei meno meno».
In difesa a destra ha schierato Maurizio Lupi.
«L’ho visto poco sul campo (ride, ndr).
(...)
Al presidente della Camera Lorenzo Fontana, il capitano, quanto dà?
«Un sette. Di stima».
E a Giuseppe Conte a cui ha consegnato la «10»?
«Non ha giocato male, mi aspettavo peggio. Sono rimasto sorpreso perché correva, è abituato. Poi l’ho fatto rientrare in campo perché lui è uno che entra quando è il momento opportuno, come ha fatto in politica. Gli do 6,5».
Elly Schlein come l’ha vista?
«L’ho vista bene: sette. Rimango perplesso sul calcio femminile, mentre sono estimatore della nostra tennista Jasmine Paolini, e amo molto la pallavolo femminile, la preferisco a quella maschile. Il calcio femminile non mi pare ancora all’altezza. E mi ha stupito positivamente Schlein perché, al di là del fatto che sia stata l’unica a sbagliare ai rigori, si è mossa bene: ha giocato a un livello superiore rispetto a colleghi maschi».
(...)
Francesco Boccia, il suo centravanti, segnando un gol non l’ha tradita.
«Sette. Si è impegnato molto ed è stato generoso perché ha ceduto il posto di rigorista a Schlein e l’ha incoraggiata».
Poi c’è stato anche un infortunio, di Nicola Fratoianni, per altro uno dei goleador della serata.
«Infatti gli do un voto altissimo: otto di riconoscenza, si è immolato per la causa quasi rovinandosi un ginocchio».
Di Matteo Renzi che dice?
«Lui cercava di distribuire palloni, un po’ a destra e un po’ a sinistra, come da sua abitudine. Però devo dire che non è andato male, un 6 e mezzo, ma non di più».
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Non Maurizio Gasparri?
«Aveva un pallone tutto suo sotto la maglietta (ride, ndr). Giocava appesantito, ma un sei glielo do, per stima e antica amicizia».
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Infine Pier Ferdinando Casini, suo partner in panchina. Come l’ha visto?
«Si era vestito come se dovesse andare in barca, pareva uno yacht-man e come tale ha navigato bene sul ruolo. Con stile ed eleganza: otto».
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