"Con l'unanimità ogni nano si sente un gigante". Nel suo editoriale sul Messaggero, Romano Prodi picchia duro come non mai su Mark Rutte, il premier olandese che sta tenendo in scacco il Consiglio Ue pretendendo il diritto di veto (difficile) e la riduzione (molto probabile) degli aiuti previsti dal Recovery Fund, per di più con un riallineamento dei contributi a fondo perduto con quelli in prestito. Uno schiaffo all'Italia, e ai Paesi del Sud.
"Un Paese di poche centinaia di migliaia di abitanti può bloccare il funzionamento di un'istituzione che comprende centinaia di milioni di cittadini", tuona l'ex premier ed ex presidente della Commissione europea.
"Come è naturale - scrive il Professore - l'Olanda difende i suoi interessi ed i suoi obiettivi politici. I suoi interessi, da quelli fiscali a quelli commerciali, le permettono di mantenere una posizione privilegiata nei confronti dell'Unione, ma il suo principale obiettivo è quello di costruire un'Europa esclusivamente mercantile e assolutamente estranea ad ogni disegno di unione politica ed economica.
Non è una posizione nuova nella tradizione olandese. Voglio solo ricordare che molti decenni fa, quando in caso di decisioni urgenti da prendere a Bruxelles, non potevano arrivare in tempo le istruzioni del governo italiano, vigeva la cosiddetta legge di Fracassi, cioè di votare contro i Paesi Bassi.
Questo perché, nonostante l'istintiva simpatia fra i due popoli, che ancora fortunatamente continua, la concezione italiana dell'Unione europea è radicalmente diversa da quella olandese".
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