Beppe Sala parcheggia in doppia fila a Milano
Maurizio Giannatasio per il “Corriere della Sera”
Su un punto è sicuramente pareggio. Né Giuseppe Sala né Stefano Parisi hanno saputo dire di chi fossero i due quadri ospitati alla Pinacoteca di Brera. Caravaggio e Boccioni per la cronaca. Primo confronto all' americana tra i due sfidanti al ballottaggio. Ospiti di Sky,
Sala e Parisi hanno cominciato a suonarsele di brutto. Sicurezza, immigrazione, vigili di quartiere, riapertura dei Navigli, grattacieli, Leoncavallo. E per uscire dai confini milanesi casus belli diventa il ministro Alfano «incapace» secondo Sala di gestire il fenomeno migranti. «Ti ricordo che Alfano è ministro del governo Renzi, proprio quello con cui ti abbracciavi pochi giorni fa» gli ha risposto Parisi.
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Poi è toccato alle rispettive sponsorizzazioni da parte di Renzi e Berlusconi. Con Sala che rivendica la sua autonomia: «Non rinnego il rapporto di stima con il premier, ma che mi si faccia passare come uomo scelto da lui. Mi sono scelto da solo, mi hanno scelto 60 mila milanesi. Parisi è stato scelto ad Arcore in una casa che non ha portato fama all' Italia. Renzi è un po' ganassa come me, ma ce lo teniamo così com' è».
Tira aria frizzantina dentro e fuori dallo studio. Pochi minuti prima del confronto il sito Dagospia pubblica un video dove Sala parcheggia in doppia fila la sua Smart per andare a fare colazione. Lo stesso Sala che in trasmissione dice che bisogna combattere la sosta sui marciapiedi e quella in doppia fila «con mezzi tecnologici». Parisi ne approfitta e appena uscito da Sky ironizza: «Dobbiamo combattere la sosta in doppia fila perché occupa la carreggiata. Ma perché c' è qualcuno che ha parcheggiato in doppia fila? È gravissimo».
L' ex commissario, scuro in volto, liquida la faccenda: «Mi sono fermato solo tre minuti». Meno undici al ballottaggio. Niente comizi in piazza e niente arrivo di big.
«Renzi non penso che tornerà» dice Mr Expo. «Niente comizio ma una festa. Il ballottaggio riguarda soprattutto i due candidati» replica Mr Chili. Sala annuncia che il Comune di Milano ha esercitato il diritto di recesso delle quote della Milano-Serravalle. Che potrebbero valere cento milioni di euro: «E li utilizzeremo subito per le periferie».
Parisi sulle partecipate è più cauto: si possono cedere quote di A2A e Sea solo se il mercato lo permette: «Non si può svendere il patrimonio. Per le periferie bisogna reperire risorse proprie, regionali, europee, dello Stato».
Pareri opposti anche sui Navigli. Sala è per la riapertura. «Nel 2017 presenteremo un piano e lo sottoporremo a referendum».
«Non sono d' accordo. Se ci sono risorse non vanno usate per trasformare Milano in Amsterdam, servono per le case popolari».
Sala assicura che ci sarà massima trasparenza sulle aziende che hanno finanziato la sua campagna e se le risorse dovessero arrivare da chi ha lavorato per Expo verranno rifiutate. Anche Parisi risponde su possibili conflitti di interesse. Ma è vero che Berlusconi le ha promesso di acquisire la sua Chili? «Magari, purtroppo no. Come tutte le piattaforme digitali fatica all' inizio, ma ora sta andando molto bene».
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Divisi anche sui grattacieli: «Non sono contrario, ma ci sono molti alloggi invenduti» dice Sala. «Sono favorevole - replica Parisi - perché servono all' ambiente. Quello di Unicredit ha tolto 50 mila auto dalle strade».
Si chiude con gli appelli e il voto dei telespettatori (dove Sala vince 51 a 49). Ieri, la deputata pd Lia Quartapelle ha preso parte a una catena di Sant' Antonio per «amici e compagni»: «Votate fino a cinque volte per Beppe».
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