DAGOREPORT
Cesare Zapperi per il "Corriere della Sera" - Estratti
Stavolta Matteo Salvini ha fatto la parte del poliziotto buono, lasciando al suo vice Andrea Crippa quella del cattivo. L’uno non ha commentato pubblicamente l’esito infausto delle elezioni sarde, l’altro ha ricordato puntigliosamente agli alleati (in particolare a Fratelli d’Italia) che si è voluto sostituire il governatore uscente Christian Solinas a due mesi dalle elezioni e ha messo in discussione la ricandidatura del forzista Vito Bardi in Basilicata.
Ma era un gioco delle parti.
In realtà, anche il leader leghista a caldo si è sfogato con Giorgia Meloni, senza mettere in dubbio il loro rapporto personale, rammentandole che l’aveva messa in guardia prima del voto, ricevendone granitiche rassicurazioni che si sono però polverizzate nelle urne. Sbollita l’irritazione, anche se da più parti si osserva che non è affatto detto che Solinas avrebbe avuto più chance, Salvini ha cercato di volgere a proprio favore il passo falso della premier. Come? Rilanciando sulla conferma dei governatori uscenti.
giorgia meloni matteo salvini meme by edoardo baraldi
Una questione che sta a cuore anche a Forza Italia, visto che in Basilicata si vuole la riconferma di Vito Bardi e in Piemonte quella di Alberto Cirio. Per la Lega in questo 2024 balla la poltrona di Donatella Tesei in Umbria, ma è chiaro che l’obiettivo del ministro ha un nome preciso sulla carta geografica (il Veneto, dove si voterà nel 2025 o addirittura nella primavera 2026) e un identikit famoso, quello di Luca Zaia.
«Far saltare la regola in Sardegna è stato un errore, non deve ricapitare più» è stato l’altolà leghista. Di qui la necessità di prendere un impegno, per iscritto, per mantenere in campo i presidenti uscenti. Il comunicato era già pronto martedì sera ma poi è stato rinviato all’ultimo. Tuttavia ieri sera è rispuntato, premiando la tattica leghista.
matteo salvini e giorgia meloni
Anche se è chiaro che Zaia per avere un altro mandato ha bisogno di una modifica della legge (il tentativo di cambiarla è stato bocciato la scorsa settimana), per Salvini è importante incassare subito la cambiale politica. Non foss’altro per cercare di calmare le inquietudini che percorrono la Lega su diversi fronti.
Ci sono i fondatori del Carroccio, come Roberto Castelli e Giuseppe Leoni, che accusano Salvini di alto tradimento degli ideali; ci sono i lighisti veneti che rivendicano spazi nella leadership e pretendono garanzie per Zaia. E c’è chi gli rimprovera, ma non apertamente, scelte discutibili come difendere il generale Roberto Vannacci o recarsi in visita al padre della sua compagna, Denis Verdini, nel carcere di Firenze.
Il segretario scrolla le spalle e prepara un’agenda fitta di appuntamenti per gli ultimi dieci giorni di campagna elettorale in Abruzzo dove il centrodestra deve evitare di fare il bis della Sardegna (e la Lega cercare di mantenersi intorno al 10 per cento). Martedì a Pescara Salvini sarà sul palco insieme a Meloni e Antonio Tajani anche se l’ultima uscita comune non ha portato bene.
Ma in questo momento di fibrillazione il centrodestra tiene soprattutto a presentarsi unito, se possibile facendo tesoro degli errori commessi in terra sarda
A TRATTORE FATALE - MEME BY EMILIANO CARLI
MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
(...)