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Marco Cremonesi per il "Corriere della Sera" -Estratti
Euforici: la Lega riprende davvero a sognare. La vittoria di The Donald, che è anche quella di Elon Musk, apre ai salvinani «praterie» di opportunità, in Italia come in Europa. Matteo Salvini, che sul risultato degli Usa aveva puntato molto, è a dir poco raggiante. E di buon mattino esulta: «Che gioia, che vittoria, giornata storica». Poi fa un video per dirlo: «La vittoria è anche per noi e tutto l’Occidente».
Con un aspetto anche personale: il leader leghista spesso nei discorsi collega le sue vicende processuali con quelle di Trump, entrambi secondo lui martellati dal «deep State» giudiziario. In ogni caso, dopo aver rilasciato un’intervista a un giornale italoamericano, fa sapere che a breve saranno annunciati i dettagli del suo viaggio negli Stati Uniti su cui i suoi collaboratori hanno già iniziato a discutere con lo staff trumpiano.
MATTEO SALVINI ESULTA PER LA VITTORIA DI DONALD TRUMP ALLE ELEZIONI 2024
Nel video, Salvini si lancia in una delle sue famose enumerazioni: «Lotta all’immigrazione clandestina, taglio delle tasse, fine dei processi politici dove i magistrati provano a bloccare chi non la pensa come la sinistra e soprattutto ritorno alla pace».
E il punto principale è proprio l’ultimo. Cravatta rossa trumpiana («C’è un bel sole che viene da fuori...»), alla Camera Salvini spiega che «abbiamo sempre aiutato l’Ucraina e sempre l’aiuteremo finché si tratterà di aiuti per difendersi, mai per attaccare». Ma appunto, con l’elezione di Trump «conto che non ci sia bisogno di undicesimi, dodicesimi o tredicesimi pacchetti di invio di armi...».
Eppure, Trump ritiene che l’Europa spenda troppo poco nella Nato. Non sarà necessario mettere mano al portafoglio: «Una cosa per volta, se non ci sono più guerre serve anche meno spesa». Il cuore è già lanciato oltre l’ostacolo: «Se riesce a riportare ordine, serenità e tranquillità fra Russia e Ucraina e fra Israele, Palestina e Iran, meriterà il Nobel per la pace».
Il godere maggiore (fermo restando il «pacato gongolare» di Igor Iezzi alla Camera) è in Europa. Un’ altra scommessa che i salviniani danno per vinta (ma c’è anche chi ha scommesso 1.000 euro su The Donald e ne ha vinti 1.500) è l’adesione al gruppo dei Patrioti guidato dal più trumpiano dei leader europei, l’ungherese Viktor Orbán.
Che, secondo la maggior parte degli eurodeputati è «il vero collegamento tra l’Europa e Trump. Anche i più schizzinosi presto dovranno prendere atto». Del resto, proprio in Europa la scommessa leghista su un cambio di vento aveva già fatto segnare in ottobre un atto parlamentare concreto, con l’astensione nel voto sul prestito da 45 miliardi di euro all’Ucraina.
E così, a Bruxelles l’atmosfera è euforica, con gli europarlamentari tutti con i loro bravi cappellini. Il classico Maga ( Make America great again ) e l’ungherese Mega ( Make Europe great again ), motto della presidenza di turno magiara.
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Resta solo un possibile problema. In campagna elettorale Trump ha spesso annunciato nuovi dazi. Gliene chiede conto Bruno Vespa, ma Salvini non si scompone: «Anche nella sua prima presidenza Trump aveva disposto dei dazi. Ma l’interscambio con l’Italia era cresciuto, proprio in quegli anni».
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