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Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera”
Le elezioni regionali in Liguria non sembrano destinate a riservare sorprese. Il vantaggio del presidente uscente Giovanni Toti sul principale avversario Ferruccio Sansa, il candidato unitario di Pd, M5S (e di altre forze politiche), è molto netto: la differenza di oltre 22 punti appare difficilmente colmabile.
Nonostante la presenza di ben dieci candidati alla presidenza della Regione, il sondaggio odierno mostra che la competizione è limitata a Toti (accreditato del 57,4%) e Sansa (34,8%). A seguire il candidato di Italia Viva, +Europa e Pvu Aristide Massardo con il 2,5%, allo stesso livello di Alice Salvatore l'ex candidata del M5s alle precedenti regionali, sostenuta dalla lista Il Buonsenso.
Tutti gli altri candidati sono stimati al di sotto dell'1%. Si stima un'affluenza alle urne del 62%, nettamente superiore sia alle precedenti regionali sia alle Europee 2019. La decisione di propendere per un candidato unitario da parte di Pd e 5 Stelle è stata faticosa e ha alimentato non poche contrarietà all'interno delle due forze politiche.
Sulla carta la scelta appariva promettente, dato che la somma dei voti ottenuti nel 2015 dalla candidata del centrosinistra Paita (27,8%) e quelli della Salvatore (24,8%), era nettamente superiore rispetto al risultato di Toti che si affermò con il 34,4%. Ma la politica non è quasi mai fatta di somme aritmetiche di risultati precedenti e nella campagna attuale gli avversari di Toti devono fare i conti con una valutazione positiva dell'amministrazione espressa dal 62% dei liguri.
Inoltre, a differenza di quanto abbiamo registrato nei precedenti sondaggi realizzati nelle Marche e in Puglia, la maggioranza (43%) auspica che il lavoro della prossima amministrazione sia in continuità con quello dell'attuale, mentre il 39% è di parere opposto. Toti può contare anche su un gradimento personale (52%) nettamente superiore rispetto a quello di Sansa (27%), la cui notorietà peraltro è più contenuta (57%) rispetto a quella del presidente uscente (92%).
È un gradimento riconducibile a più aspetti, dalla capacità di dialogare con diversi segmenti sociali alla modalità con cui è stata affrontata l'emergenza sanitaria e, non ultimo, alla gestione della tragica vicenda del Ponte Morandi e della costruzione del nuovo ponte che in Liguria (e non solo) ha assunto un valore simbolico di grande importanza.
Quanto agli orientamenti di voto per le liste, la Lega con il 21,1% precede la lista di Toti, Cambiamo, che si attesta al 19,8%. A seguire: Pd (16%), M5S (9,7%), Fratelli d'Italia (9,4%), Lista Sansa (6,5%) e Forza Italia (6,3). Rispetto ai risultati ottenuti alle europee il centrodestra con il 57,1% dei consensi si rafforza molto, grazie al contributo di Cambiamo e alla crescita di Fratelli d'Italia. Il voto disgiunto sembra più penalizzare Sansa, che ottiene 1,8% in meno delle liste che lo sostengono, di quanto non avvantaggi Toti, che registra solo lo 0,3% in più delle proprie liste. La più che probabile 'affermazione di Toti rappresenterebbe la prima conferma di una giunta di centrodestra alla guida della Liguria.
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