Marco Antonellis per ''Italia Oggi''
«Il Mes, fra tre mesi, non esisterà più». Ne è convinto Matteo Salvini che fa questa «profezia» sempre più spesso, sia in privato che in pubblico. Il motivo? A sentire il capitano leghista perché «nessun paese europeo lo adotterà». Se ne deduce, per il leader di via Bellerio, che il Mes è una fregatura tanto più che non lo vuole nemmeno la Grecia che è «messa molto peggio di noi» e ha «il tasso di interesse sui buoni del tesoro doppio rispetto al nostro».
Ma l' Italia, grazie (o per colpa) al governo Conte, farà di tutto per entrare nel Mes; il vero motivo però non sembrano essere solamente i soldi che potrebbero derivare dal relativo accordo. «Si "deve" entrare nel Mes per non farsi sbattere la porta in faccia dalla Banca Centrale Europea»; questo si sente dire in giro per le capitali europee.
Tradotto significa che se l' Italia vuole che la Bce continui negli acquisti dei Titoli di Stato deve mettere una firmetta sotto al Mes.
In poche parole, Bruxelles (con dietro Francia e Germania) vuole legare mani e piedi al belpaese (di cui continuano a fidarsi poco o niente) unendo inestricabilmente (anche se formalmente non potrebbe) le due modalità di «aiuto» europeo verso l' Italia: «La verità è che l' Italia sarà costretta a firmare il Mes se vorrà contare ancora sugli acquisti della Bce» spiegano fonti diplomatiche. L' ingresso dell' Italia nel meccanismo di stabilità è in realtà una contropartita e una garanzia per l' Europa sui futuri acquisti della Banca Centrale Europea: «Vuoi acquisti illimitati? Bene, allora ti devi impegnare formalmente perchè solo dopo il rafforzamento della sorveglianza ai sensi del Trattato Mes la Bce continuerà a sostenere il paese con gli acquisti dei titoli di Stato».
Ma c' è anche un' altra ragione, stavolta eminentemente politica, che contribuirà a spingere l' Italia a mettere una firmetta in calce al Mes: la volontà di alcuni partiti di continuare a governare il paese sfruttando tutto il peso politico e istituzionale dell' Europa. In particolare il Partito democratico, che con i suoi ministri e commissari rappresenta il vero «ponte» tra l' Italia e l' Europa.