SE QUESTO E’ UN CANDIDATO - BERTOLASO SI DIVIDERA’ TRA I PALCHI DEI COMIZI E L’AULA DEL TRIBUNALE. ACCUSATO DI CORRUZIONE PER GLI APPALTI DEL G8, NEGA DI AVER RICEVUTO I 50MILA EURO DA ANEMONE E CHIAMA A TESTIMONIARE LA SUA SCORTA E IL CARDINALE DI NAPOLI, CRESCENZIO SEPE -

A Guido Bertolaso non mancano le grane giudiziarie: tra “massaggi intimi” al Salaria Village, il fitto pagato “a sua insaputa” da Propaganda Fide e la mazzetta da 50mila euro le accuse sono pesanti. Ma lui spera nell’assoluzione e rinuncia alla prescrizione...

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Antonio Massari per il “Fatto Quotidiano

 

BERTOLASO con CAschetto BERTOLASO con CAschetto

Sotto l' aspetto processuale Guido Bertolaso è convinto della sua assoluzione e per dimostrare la sua innocenza, nelle prossime udienze, si affida alle testimonianze della sua scorta e del cardinale Crescenzio Sepe. Sotto l' aspetto politico resta però un dato incontestabile: i "Grandi Eventi" gestiti dalla sua Protezione civile furono il terreno sul quale il "sistema gelatinoso" della cricca, guidata dall' imprenditore Diego Anemone, esercitò tutti i suoi sforzi. "Rinuncerò alla prescrizione", ha annunciato l' ex capo della Protezione civile, accusato di corruzione dalla Procura di Roma nell' indagine sugli appalti del G8 . Processo dove - va detto - l' Avvocatura dello Stato s' è costituita parte civile contro tutti, tranne Bertolaso.

 

Cartinale Sepe e Guido Bertolaso Cartinale Sepe e Guido Bertolaso

Per l' uomo che dovrebbe gestire la scandalosa affittopoli romana, al di là dell' esito processuale, resta tuttavia un fatto paradossale: uno dei tre presunti episodi corruttivi riguarda proprio l' affitto dell' appartamento di via Giulia, nel quale Bertolaso dimorò, per alcuni mesi nel 2003. Secondo l' accusa, la corruzione di Bertolaso è provata dal suo utilizzo, nel periodo in cui gli appalti venivano saccheggiati dalla "cricca", di una casa in via Giulia a Roma.

 

"L' affitto della casa in via Giulia" dice l' architetto Guido Zampolini ai pm "l' ho versato io per conto di Diego Anemone. Diego mi dava i soldi in contanti che io portavo al proprietario". Anemone smentisce. Bertolaso fornisce un' altra versione. Dall' autunno 2002 deve occuparsi, senza mai fermarsi, dell' eruzione dell' Etna, di un terremoto in provincia di Catania e poi di quello di San Giuliano, segue uno tsunami a Stromboli: "Per farla breve - dice Bertolaso ai giudici - torno a casa a metà di febbraio del 2003. Mia moglie mi dice: 'Sono cinque mesi che stai fuori, è meglio che continui a rimanere fuori, perché questo non è modo di portare avanti una famiglia'…".

 

Per non creare dubbi sulla propria fedeltà, non cerca un appartamento qualsiasi, ma si rivolge al cardinale Crescenzio Sepe - all' epoca ai vertici di Propaganda Fide, che gli trova posto in un convento dove, però, il suo ritmo di vita crea parecchi problemi. A quel punto un altro uomo di Propaganda Fide, il professor Francesco Silvano, gli propone di traslocare in un appartamento in via Giulia. Ma l' appartamento non è neanche di Silvano, bensì di tale Raffaele Curi, il quale, sentito dai pm, conferma che il pagamento del canone lo effettuava Zampolini. Ma Bertolaso conosceva Zampolini?

San Bertolaso San Bertolaso

 

"No - risponde l' ex capo della Protezione civile in udienza - l' ho visto per la prima volta in quest' aula". Dei pagamenti di Anemone, insomma, Bertolaso non ha mai saputo nulla.

Zampolini versava l' affitto di casa sua ma neanche lo conosceva. Tutto a sua insaputa: e, per dimostrarlo, visto che il professor Silvano nel frattempo è morto, la difesa intende chiamare Sepe, per confermarlo ai giudici.

 

L' accusa sostiene che Bertolaso avrebbe ricevuto 50mila euro da Diego Anemone, il cosiddetto "imprenditore della cricca", a sua volta accusato di aver oliato più volte gli ingranaggi del sistema Grandi Opere per ottenere appalti. Il gip di Firenze - la procura che per prima indagò sui Grandi Eventi - lo definisce "il centro gravitazionale attorno a cui ruota l' intero mostruoso ingranaggio dei Grandi Appalti". Nella conclusione delle indagini la Procura di Roma accusa Bertolaso di "aver materialmente ricevuto 50 mila euro in contanti dalle mani di Diego Anemone".

 

Bill Clinton e Guido Bertolaso Bill Clinton e Guido Bertolaso

Secondo la procura Anemone chiese a don Evaldo Biasini, economo della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue di Gesù, di procurargli i 50mila euro da portare a un incontro con Bertolaso. Incontro che effettivamente ci fu. Anemone smentisce di aver pagato Bertolaso. Che ora è pronto a portare in aula la sua scorta istituzionale: la tesi difensiva - sostenuta dall' avvocato Filippo Di Nacci - è che negli incontri con Anemone, la scorta, era sempre presente. E mai fu visto alcun passaggio di denaro.

 

vignetta Bertolaso vignetta Bertolaso

La scorta non era però presente, nell' agosto 2009, quando Bertolaso usufruisce di alcuni massaggi all' interno del Salaria Village. Infatti Bertolaso è costretto a chiamare i suoi uomini quando resta chiuso nel circolo sportivo. Stiamo parlando del terzo presunto episodio corruttivo: la corruzione si sarebbe consumata attraverso i massaggi - secondo l' accusa parecchio intimi - che quella sera Monica, una donna brasiliana, avrebbe dedicato a Bertolaso.

 

bertolaso all'ingresso del Salaria Sport center bertolaso all'ingresso del Salaria Sport center

"È come se avessimo guadagnato cinquecento punti", dice Anemone in quelle ore, mentre viene intercettato dal Ros di Firenze. Gli investigatori annotano che Anemone si preoccupa di far sparire i preservativi, al punto di chiedere a un suo collaboratore di cercarli, il quale avverte che affonderà le mani nel cestino: "Che qui, i preservativi, manco si vedono…". In effetti, sostiene la difesa, i profilattici non furono mai trovati e non vi fu sesso. Del resto, è sparita anche la massaggiatrice brasiliana, mai sentita in udienza, né rintracciata dal Ros, perché da allora ha lasciato l' Italia.

 

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