Marco Bresolin per "La Stampa"
Ora non ci sono più scuse per aspettare: la Commissione Ue può tagliare i fondi del bilancio comunitario alla Polonia e all'Ungheria per le violazioni dello Stato di diritto. Il via libera è arrivato ieri con il verdetto della Corte di Giustizia dell'Unione europea che ha respinto il ricorso di Budapest e Varsavia contro il regolamento Ue.
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I giudici hanno stabilito che il meccanismo è «stato adottato sul fondamento di una base giuridica adeguata e rispetta i limiti delle competenze attribuite all'Unione e il principio della certezza del diritto».
ursula von der leyen. mateusz morawiecki
Ma per i governi dei due Paesi si tratta «di una sentenza politica» che rappresenta «un attacco alla sovranità». La vicenda ha scaldato gli animi al Parlamento Ue, dove l'eurodeputato bulgaro Angel Dzhambazki (Conservatori) ha insultato il collega italiano Sandro Gozi e si è esibito in quello che è sembrato un saluto romano dopo aver concluso il suo intervento al grido di «lunga vita all'Europa delle nazioni».
«I simboli fascisti sono inaccettabili in quest' Aula» ha stigmatizzato l'episodio la vicepresidente del Parlamento, Pina Picierno, che ha chiesto provvedimenti disciplinari. Sul taglio dei fondi a Polonia e Ungheria ora la palla è nelle mani di Ursula von der Leyen, incalzata dal Parlamento europeo: «Ci aspettiamo che la Commissione applichi subito il meccanismo di condizionalità, che per noi non è negoziabile» ha chiesto la presidente Roberta Metsola. Ma l'esecutivo Ue è intenzionato a prendere tempo.
jaroslaw kaczynski mateusz morawiecki
«Agiremo con determinazione» assicura von der Leyen, aggiungendo però che serviranno una serie di passaggi. Prima di tutto «la Commissione analizzerà le motivazioni della sentenza e il suo possibile impatto sulle ulteriori misure che adotteremo ai sensi del regolamento».
Dopodiché «nelle prossime settimane adotteremo delle linee-guida che forniranno ulteriore chiarezza su come applichiamo il meccanismo nella pratica». E solo a quel punto potranno scattare i provvedimenti veri e propri nei confronti dei due Paesi. Il 3 aprile si terranno le elezioni in Ungheria e all'interno della Commissione ci sono due diverse scuole di pensiero: da un lato c'è chi vorrebbe aspettare l'esito delle urne per non dare argomenti utili a Orban per attaccare Bruxelles, dall'altro però c'è chi preme per accelerare, senza fare sconti al leader della democrazia illiberale.
paolo gentiloni ursula von der leyen
Lui ne ha subito approfittato per lanciare il contrattacco contro quella che definisce «una sentenza politica e ideologica, fatta abusando del loro potere». Stessi toni anche a Varsavia, che già deve far fronte a un taglio dei fondi comunitari per non aver pagato la multa da 15 milioni di euro relativa alla non chiusura della miniera di lignite di Turow.
matteo salvini mateusz morawiecki viktor orban
Proprio ieri il procuratore capo europeo ha inviato una lettera alla Commissione per denunciare il fatto che Varsavia non sta collaborando con la procura Ue, segnalando un'ulteriore violazione dello Stato di diritto. Resta inoltre sospesa l'approvazione dei Recovery Plan di Polonia e Ungheria, dato che Bruxelles non ha dato il via libera.
MATTEO SALVINI VIKTOR ORBAN viktor orban ursula von der leyen