Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera"
«Costi quel che costi a settembre la scuola deve ricominciare in presenza». Mario Draghi non ha dubbi, lo ripete da giorni, e ne ha discusso anche ieri a Palazzo Chigi con il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi. L'ipotesi più probabile è l'obbligo vaccinale per i professori da introdurre per decreto entro la fine di questa settimana ma nulla è deciso prima del confronto con i sindacati.
I dati sui risultati della Dad, rimarcano a Palazzo Chigi, «sono catastrofici»: per il presidente del Consiglio dunque quella della didattica a distanza, nonostante tutti gli sforzi fatti negli ultimi mesi da studenti e professori, è un'esperienza che deve considerarsi chiusa e irripetibile.
I dati degli ultimi test Invalsi raccontano che i livelli di apprendimento degli alunni sono crollati. Anche con questo punto fermo il capo del governo sta avendo una serie di confronti per preparare il prossimo provvedimento sull'utilizzo del green pass: obbligatorio o meno, e con quali modalità, non solo nel mondo della scuola, ma anche del lavoro e dei trasporti, tre settori che sono rimasti fuori dalle misure previste nel decreto della settimana scorsa.
Dopodomani è previsto un Consiglio dei ministri, è possibile che i tasselli mancanti sulle modalità d'uso del certificato digitale saranno definite in quella sede, ma per il governo c'è comunque tempo sino al 6 agosto. È dunque possibile che tutto slitti alla prossima settimana. Di sicuro ci vorrà una cabina di regia che si faccia carico di incrociare, come sempre, i dati scientifici con le differenze politiche dei partiti che sostengono la maggioranza.
Primo fra tutti la Lega di Matteo Salvini. Sul punto sono favorevoli o possibilisti sia Forza Italia che il Partito democratico, mentre la Lega di Matteo Salvini e il Movimento Cinque Stelle sono contrari a rendere il green pass obbligatorio per tutti i docenti e il personale scolastico. Non è nemmeno oggetto di discussione invece l'obbligatorietà per gli studenti. È al momento lontana da una soluzione anche la materia dei trasporti. Sembra che si possa escludere, dicono fonti di governo, che il certificato diventi obbligatorio per l'uso dei mezzi pubblici, sarebbero troppe le incertezze e le difficoltà nei controlli.
A Palazzo Chigi in ogni caso scommettono che un corposo potenziamento dei mezzi di trasporto, alla fine dell'estate, sarà un obiettivo raggiunto in molte delle Regioni del Paese. Diverso il discorso che riguarda i treni, che invece potrebbero rientrare fra le categorie di attività (come i ristoranti al chiuso, gli spettacoli all'aperto, le palestre, etc...) che in base al decreto della settimana scorsa, dal 6 agosto, avranno bisogno di una clientela munita del certificato vaccinale digitale o di un tampone eseguito nelle 48 ore precedenti.
mario draghi in conferenza stampa
In vista della scadenza fissata dal governo non è da escludere che il presidente del Consiglio possa anche adottare un Dpcm, un decreto amministrativo, per chiarire quali sono le categorie esentate dall'obbligo di controllare il possesso del green pass per i propri clienti: una di queste, ad esempio, è quella degli albergatori. Mentre i ristoratori dovranno scaricare e usare l'app Verifica C19 per fare i controlli previsti dalla legge e anche per non incorrere nelle sanzioni previste dal provvedimento varato pochi giorni fa: sanzioni che prevedono multe da 400 a 1.00o euro e anche la chiusura dell'attività se per tre volte vengono violate le norme.
LUIGI DI MAIO E MATTEO SALVINI
Sul possesso del green pass è intervenuta ieri la ministra Mariastella Gelmini, titolare degli Affari regionali: «È uno strumento di libertà, io lo interpreto così, e non è una contraddizione. Chi ne è in possesso può accedere ad una serie di servizi e ci sono attività finora chiuse che possono finalmente riaprire proprio grazie a questo strumento. C'è tanto individualismo in questo periodo, ma questo virus ci insegna che ne usciamo solo insieme, con delle regole nuove e condivise».
Matteo Renzi, oltre a dirsi favorevole al green pass per i ristoranti al chiuso, aggiunge che i controlli non dovrebbero essere «a carico degli esercenti ma a campione da parte delle forze dell'ordine». Matteo Salvini invece promette che il decreto della settimana scorsa verrà cambiato in Parlamento: «È ingestibile per tutte le attività previste».