Salvatore Cannavò per “il Fatto Quotidiano” - Estratti
Quando si perde per 8.424 voti un’elezione regionale la tentazione di prendersela con il primo che passa è forte. “Se non avessimo rotto con Renzi”; “Se Grillo e Conte non avessero litigato”; “Se la coalizione progressista avesse scelto un candidato meno da establishment” o “se il centrodestra non avesse trovato la disponibilità di Marco Bucci, notoriamente in gravi difficoltà di salute”. Le cause sono diverse e l’analisi dei flussi che puntualmente redige l’Istituto Cattaneo, ma anche le osservazioni di Opinio Italia possono aiutare a rintracciarle.
Si fa presto a dire: alleiamoci anche con Renzi. Secondo il Cattaneo, infatti, “l’apporto di voti dall’elettorato centrista verso il centrodestra si conferma notevole”. L’Istituto ha messo a confronto il voto alle Europee di giugno con quello delle Regionali “esaminando i risultati registrati in tutte le sezioni elettorali della regione per il quale il dato è disponibile” e suddividendo l’analisi fra il comune di Genova da un lato e 104 comuni liguri su 234 dall’altro (ammettendo una maggiore affidabilità per i dati del capoluogo di regione).
matteo renzi al senato - foto lapresse
L’analisi ha preso in esame le percentuali di votanti sull’insieme degli aventi diritto al voto (quindi molto più basse di quanto appaiono nei risultati ufficiali: si fa il rapporto su 1,3 milioni di elettori e non sui 569 mila che sono andati effettivamente al voto).
“L’elemento di maggiore rilievo sostantivo – scrive il Cattaneo – è la considerevole fetta di elettori dell’ex terzo polo (Azione, Italia Viva, +Europa) confluita nelle liste dei partiti di centrodestra”.
Tenendo conto delle percentuali appena spiegate, si tratta, a Genova, del 2,4% in termini assoluti (cioè circa il 5% in termini relativi) che sono confluiti sulle liste del centrodestra (alle Regionali le due liste centriste sommavano circa il 7% dei voti).
Il dato è convincente per Opinio Italia: “Il centrodestra tradizionalmente parla di più all’elettorato centrista” spiega al Fatto Livio Gigliuto e quell’elettore su dieci “che si sente di centro statisticamente è più orientato al centrodestra rispetto al centrosinistra”. Si potrebbe obiettare che alleato con la coalizione di Orlando questo centro avrebbe drenato dei voti, ma non c’è una controprova.
Questo dato fa il paio con un’altra considerazione del Cattaneo: Orlando ha fatto il pieno della sua parte politica, ma non ha preso nulla “dall’elettorato avversario” mentre Bucci sembra “avere convinto una piccola parte anche dell’elettorato che alle Europee aveva votato M5S e Pd”.
Dalla tabella si vede che è il Pd a cedere maggiormente al centrodestra, l’1,3% mentre il M5S solo lo 0,7% (sono sempre percentuali sul totale dei votanti: facendo una sommaria proporzione sarebbe il 2,8% dei votanti Pd alla Europee e l’1,5% del M5S che si sono spostati al centrodestra).
Anche l’astensione viene soprattutto da sinistra, quasi il 2% dei votanti rossoverdi delle Europee non ha votato, ma la lista di sinistra prende voti al Pd. Il M5S disperde i voti delle Europee: ne conserva solo un terzo, quasi il 40% va ai dem e un 12% circa in astensione e altrettanto a destra. Un movimento che riguarda anche Fratelli d’Italia: di 10 voti presi alle Europee solo 4,6 tornano al partito di Giorgia Meloni, altrettanti vanno alle liste di centrodestra (il 4,4) e poi uno 0,6 alla Lega. Centrodestra più compatto, centrosinistra, o meglio progressisti, più deboli, con l’astensione a farla da padrona.
ANDREA ORLANDO BUCCI A DI BANANA - VIGNETTA BY GIANNELLI
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