SI METTE MALE PER ZELENSKY – DOPO LA TELEFONATA TRA TRUMP E PUTIN, IL SERVIZIO SEGRETO RUSSO FA SAPERE CHE IL DIPARTIMENTO DI STATO AMERICANO STAREBBE LAVORANDO PER “RIMUOVERE L’ARROGANTE ZELENSKY E SOSTITUIRLO” – DONALD TRUMP JUNIOR SU TELEGRAM AVVERTE IL CAPO DI KIEV E ANNUNCIA IL TAGLIO DEI FONDI AMERICANI: “MANCANO 38 GIORNI ALLA PERDITA DELLA TUA PAGHETTA” – MOSCA ALZA LA POSTA DEL NEGOZIATO E BOCCIA LE IPOTESI DI PACE ALLO STUDIO DEI CONSIGLIERI DI TRUMP…

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Donald Trump junior Donald Trump junior

DONALD TRUMP JR, ZELENSKY HA 38 GIORNI PRIMA DI PERDERE PAGHETTA

(ANSA) - Donald Trump Junior prende in giro su Telegram Volodymyr Zelensky, affermando che la "paghetta" del presidente ucraino terminerà quando suo padre entrerà alla Casa Bianca. Il figlio del presidente eletto degli Stati Uniti ha condiviso su Instagram un video di Zelensky accanto a Donald Trump, con la didascalia: "Pov ('point of view', ndr): mancano 38 giorni alla perdita della tua paghetta".

 

MOSCA, USA LAVORANO PER RIMUOVERE L''ARROGANTE' ZELENSKY

volodymyr zelensky donald trump volodymyr zelensky donald trump

(ANSA) - Il dipartimento di Stato americano sta lavorando per rimuovere l'"arrogante" Volodymyr Zelensky: lo ha affermato il servizio di intelligence estera russo (Svr) in una dichiarazione vista dalla Tass. "Secondo le informazioni ottenute dall'Svr, il Dipartimento di Stato americano continua a lavorare su scenari di sostituzione dell'attuale leadership in Ucraina, se necessario.

 

Tra gli altri modi 'legittimi' di rimuovere l'"estremamente arrogante" Zelensky, Washington sta valutando la possibilità di indire elezioni presidenziali e parlamentari in Ucraina in mezzo alle continue ostilità con la Russia l'anno prossimo", si afferma.

 

MOSCA RESTA CAUTA CON DONALD E ALZA LA POSTA DEL NEGOZIATO

Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica”

 

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«Perché Putin dovrebbe negoziare? Se fossi in lui, continuerei a combattere», ha scritto provocatoriamente lo storico e politologo russo- britannico Sergej Radchenko elencando una serie di ragioni per cui il presidente russo ora come ora non avrebbe motivo di scendere a compromessi sull’Ucraina, a partire dal fatto che ha più armi e soldati di Kiev e sta gradualmente avanzando nel Donbass.

 

[…]

 

Stando al Washington Post , avrebbe parlato con Donald Trump già giovedì, dopo essere intervenuto al Forum Valdai di Sochi dicendo di essere pronto a «riprendere i contatti ». Da allora il Cremlino nulla ha fatto trapelare sul colloquio, ma ha lanciato segnali al presidente statunitense eletto che oscillano tra aperture e paletti.

 

MEME TIME - VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP MEME TIME - VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP

Il portavoce Dmitrij Peskov venerdì ha ricordato minacciosamente che la disponibilità al dialogo non cambia gli obiettivi dell’Operazione militare speciale, mentre ieri è sembrato più accondiscendente quando, intervistato da Rossija 1, ha detto: «Trump parla di pace. Non parla di confronto. Non parla del desiderio di infliggere una sconfitta strategica alla Russia. E questo lo distingue favorevolmente dall’attuale amministrazione».

 

Ma ha anche aggiunto: «Trump è meno prevedibile di Joe Biden e, di conseguenza, è anche meno prevedibile fino a che punto manterrà le promesse elettorali. Aspettiamo e vediamo».

 

I “piani di pace” che starebbero discutendo i consiglieri di Trump in lizza per la poltrona di Segretario di Stato sono stati però già giudicati inaccettabili da Mosca. Tutte le proposte allo studio hanno tre punti in comune: congelare l’attuale linea del fronte, sospendere per vent’anni l’ingresso di Kiev nella Nato, continuare a inviare aiuti militari a Kiev.

 

vladimir putin donald trump vladimir putin donald trump

La Russia, però, non accetterebbe mai una pausa che permetta a un’Ucraina troncata a metà e risentita di riprendere fiato e riarmarsi. Come ha detto il politologo Kamil Gabdullin, sarebbe una «bomba a orologeria ». Mosca ha inoltre obiettivi più ambiziosi che il congelamento della linea del fronte. Soprattutto, sul tavolo mancano due sue richieste imprescindibili: la “smilitarizzazione”, vale a dire un veto perenne a Kiev nella Nato, nonché lo smantellamento dell’esercito e lo stop agli aiuti militari, e la “denazificazione”, ossia un governo ucraino filorusso.

 

Putin, [...] se la diplomazia fallisse, è pronto per l’escalation. Sabato il viceministro degli Esteri Sergej Rjabkov ha minacciato la rottura delle relazioni diplomatiche con gli Usa. Non un’ipotesi peregrina dato che, a ottobre, l’ambasciatore negli Usa Anatolij Antonov è tornato a Mosca e non è stato sostituito. [...]

 

Putin è pronto per il conflitto a lungo termine: ha investito il 40% del bilancio 2025 in spese militari e sicurezza. E, come ha scritto Radchenko, «non ha costruito questa enorme macchina da guerra per ottenere piccoli guadagni nel Donbass. I mezzi indicano l’ambizione. E l’ambizione non è dividere l’Ucraina, ma conquistarla ». Annetterne alcuni territori e trasformare il resto in uno Stato satellite. Lo spazio per il compromesso è veramente risicato.

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