SI NASCE INCENDIARI E SI FINISCE FIGLI DI TROIKA - TSIPRAS: 'HO FIRMATO UN ACCORDO IN CUI NON CREDO, MA NON FUGGO DALLE RESPONSABILITÀ' - AVREBBE POTUTO FARLO 6 MESI FA, RISPARMIANDO UNA RECESSIONE DURISSIMA AL PAESE - HA PERSO LA MAGGIORANZA, OGGI SARÀ SALVATO DALL'OPPOSIZIONE DA LUI ODIATA

"L’uscita dall’euro sarebbe stato un disastro per la Grecia. Non mi dimetterò, comunque vada. Abbiamo ottenuto fondi per investimenti e per la ristrutturazione del debito. E non possiamo negare che nel nostro sistema ci fosse un grande problema con le pensioni"...

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1. OGGI IL VOTO TSIPRAS: «UN DISASTRO USCIRE DALL’EURO»

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera

 

tsipras e tusk tsipras e tusk

Alla fine lo salveranno i nemici. Il voto di oggi sulle riforme concordate con l’Ue in cambio di nuovi prestiti non è una resa dei conti, ma solo la presa d’atto di una mutazione in corso. Alexis Tsipras è un leader politico ancora molto popolare in Grecia, ma straniero in quella che dovrebbe casa sua, la sinistra.

 

«Non è vero che il referendum è stato inutile. L’accordo che abbiamo adesso sul tavolo è molto meglio di quello che ci venne proposto lo scorso 25 giugno, perché i tempi lunghi che abbiamo ottenuto faranno finire la speculazione e ridurranno l’impatto recessivo delle misure che stiamo per adottare». La faccia diceva tutto. Il primo ministro greco non è mai apparso a suo agio, durante l’intervista in diretta alla televisione greca che è stata l’equivalente del suo messaggio alla nazione.

 

TSIPRAS GIACCA TSIPRAS GIACCA

«Ho firmato un testo nel quale non credo ma non fuggo dalle mie responsabilità. Non c’erano alternative, l’uscita dall’euro sarebbe stato un disastro per la Grecia. Non mi dimetterò, comunque vada. Abbiamo ottenuto fondi per investimenti e per la ristrutturazione del debito. E non possiamo negare che nel nostro sistema ci fosse un grande problema con le pensioni. Non posso promettere nulla, ma cercheremo di non tagliarle, e così gli stipendi».

 

TSAKALOTOS E TSIPRAS TSAKALOTOS E TSIPRAS

È stato uno Tsipras di governo e non di lotta. Anche perché a sinistra c’è poco spazio. Se lo sta prendendo tutto Yanis Varoufakis, l’ormai ex amico che ci ha messo tre giorni a diventare il suo principale concorrente politico. Ha le mani libere, può fare e dire quello che vuole. Ieri ha accettato una intervista con una web tv che guarda caso è terminata pochi minuti prima dell’inizio di quella di Tsipras. L’ex ministro delle Finanze ormai parla a ruota libera, con l’intenzione di lanciare un’Opa sulla sinistra che fatica a digerire l’accordo di Bruxelles. «Si tratta di un testo ridicolo che vuole solo umiliare la Grecia. I ministri dell’Unione Europea sono come quelli della Russia di Stalin, votano sì senza nemmeno sapere di cosa si tratta».

 

KRUGMAN TSIPRAS KRUGMAN TSIPRAS

Il contrasto di stili è stato evidente. Varoufakis ha insistito con la metafora del colpo di stato, inaugurata con un post sul suo blog. «È stata annullata la sovranità nazionale. Come il Golpe dei colonnelli del 1967, soltanto che hanno usato le banche invece dei carri armati». A domanda diretta, Tsipras ha invece risposto di essere consapevole che in tanti vogliono la caduta del suo governo, ma parlare di colpo di Stato è una esagerazione. C’è differenza, nei toni e nei concetti espressi. Il leader di Syriza non può permettersi la campagna elettorale permanente. Ci sono scadenze importanti e breve termine, come la sfida di oggi in Parlamento. «Non obbligo nessuno del mio partito a fare ciò che non vuole. Ma certe volte l’ideologia purista non serve».

MERKEL TSIPRAS MERKEL TSIPRAS

 

La defezione della sinistra del partito è già messa in conto. Mancherà il sì di una ventina di parlamentari, ma ci sono i voti delle opposizioni. La copertura a destra lascia libertà di voto ai dissidenti e rischia così di fare implodere le contraddizioni interne di Syriza. La natura del governo è già cambiata in queste ore. Due ministri appartenenti a Piattaforma di sinistra, la componente più radicale del partito, hanno annunciato le loro dimissioni, altri seguiranno.

 

tsipras renzi merkel tsipras renzi merkel

 Ma il dissenso va ben oltre lo scontato rimpasto di governo. «Di fronte a un colpo di stato come questo, non possiamo stare con le mani in mano. Non dobbiamo permettere che venga votato un accordo come questo e porre nuovamente al centro il grande No del referendum dello scorso 5 luglio». Sembra Varoufakis. Invece è il comunicato dell’Organizzazione giovanile di Syriza, creata da un certo Alexis Tsipras. Mai una gioia.

 

 

2. GRECIA: KYRITSIS, ANCHE VAROUFAKIS HA LE SUE COLPE

tsipras varoufakis tsipras varoufakis

 (ANSA) - "Venerdì scorso ci sono state delle defezioni ma non è successo niente. La missione vera è restare uniti. Syriza è il più grande partito della sinistra radicale in Europa, siamo riusciti ad arrivare al governo, romperla è una responsabilità personale dei singoli enorme e farlo sarebbe una catastrofe". E' quanto afferma a Repubblica, Georgios Kyritsis, neoparlamentare di Syriza. Sull'ipotesi della presidente della Camera Zoe Konstantopoulou come possibile contraltare a sinistra di Tsipras, Kyritsis osserva: "Ha una storia diversa da quella del premier.

 

Zoe Konstantopoulou Zoe Konstantopoulou

Lei è un avvocato molto bravo ma con una impostazione più legalitaria e costituzionale, meno radicale. Mentre Tsipras ha un forte legame con i movimenti e anche con l'area extraparlamentare. Quindi no, non penso avverrà, la sinistra della sinistra non è il suo collocamento". Sulle parole di Yanis Varoufakis che ha paragonato quello che sta accadendo al regime dei Colonnelli, il neo parlamentare afferma: "Dico che se siamo arrivati dove siamo oggi anche lui ha le sue responsabilità, è stato ministro delle Finanze fino a pochi giorni fa no?".

Alexis Tsipras, Eric Toussaint et Zoe Konstantopoulou Alexis Tsipras, Eric Toussaint et Zoe Konstantopoulou

 

Alla domanda se si comincerà a ragionare su una possibile uscita dall'euro, Kyritsis fa sapere: "I greci vogliono restare in Europa anche se quello che è avvenuto in questi giorni sta facendo crescere nella società il desiderio di tornare alla dracma. Ma questo Paese non è pronto, non esiste un piano di uscita, anche solo dal punto di vista amministrativo renderci indipendenti è difficile, occorre una competenza che non abbiamo".

 

 

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