Estratto dell’articolo di Claudio Bozza per www.corriere.it
RAFFAELLA PAITA E MATTEO RENZI
Congelata la guerra interna al Terzo polo, con la «pax informale» siglata tra Renzi e Calenda in vista delle Europee, adesso scoppia un’altra faida: quella interna al partito dell’ex premier. […] finora, nessuno aveva mai «osato» attaccare il leader di Italia viva dall’interno. E a farlo non sono due esponenti di secondo piano, bensì l’ex ministra Elena Bonetti e Luigi Marattin, responsabile economico dei renziani. Gli attacchi dei due deputati sono partiti a 24 ore di distanza dall’assemblea nazionale dei renziani, che si erano riuniti a Napoli, dove il leader ha nominato la senatrice Raffaella Paita «nuova coordinatrice nazionale del partito».
Una mossa ritenuta a tradimento da Bonetti e Marattin, che sono andati su tutte le furie. Alla fine dell’assemblea di sabato «quando non era più possibile intervenire», Renzi «ha comunicato la nomina di un coordinatore nazionale», che ha creato «una situazione strana: gli iscritti possono scegliere il coordinatore comunale, provinciale e regionale. Ma non quello nazionale. Che, prima ancora di ogni modifica statutaria che istituisca quel ruolo (ora non presente), viene nominato senza discussione né informazione preventiva».
[…] il quadro di contrapposizione è assai chiaro. Non digeriscono il coup de théâtre messo in atto da Renzi, che replica con una nota che suona più o meno così: sono delusi perché pensavano che toccasse a uno di loro due. Bonetti e Marattin chiedono poi che a ottobre, momento dei congressi locali, si proceda ad un voto su questo nuovo assetto.
MATTEO RENZI E RAFFAELLA PAITA
«Stupisce che si faccia un’assemblea per lunghe ore e due autorevoli dirigenti nazionali non intervengano nel merito di un dibattito che ha toccato molti temi come le tasse, la demografia, l’Europa, la sicurezza. Sarebbe stato prezioso ascoltare dal vivo le considerazioni di Luigi e Elena su questi punti anziché limitarsi a leggere un tweet su questioni formali il giorno dopo. Peccato», recita una nota di Italia viva. […] resta però l’irritualità della nomina di Paita, lasciano intendere i due, pur spendendo per la collega parole di stima e assicurando di non essere nelle loro intenzioni il «fare neanche un briciolo di polemica o mostrare segni di sfiducia».
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