Francesco Grignetti per “la Stampa”
Premessa: per colpa della crisi, sono esplose le cifre delle procedure di fallimento nei tribunali italiani. Il cosiddetto contenzioso riguardante le situazioni concorsuali e fallimentari si aggira su valori che vanno dai 17 ai 45 miliardi di euro. Ecco spiegata l’urgenza di un decreto per integrare le procedure fallimentari, si spiega al ministero della Giustizia.
Il decreto - che ieri il Senato ha convertito definitivamente in legge con voto di fiducia, l’ennesimo - introduce maggiore concorrenza nelle procedure di concordato preventivo, intervenendo su due diversi aspetti. Il primo: quando il piano prevede la cessione di un’azienda o di un bene specifico, il tribunale è tenuto ad avviare «un procedimento competitivo» per raccogliere ulteriori offerte e in tal modo realizzare la massima trasparenza della procedura, perché si apre la possibilità di reperire più soggetti interessati ad acquistare i beni del debitore.
Il secondo: il debitore non è più l’unico soggetto titolato alla presentazione di un piano di concordato preventivo. Se il suo piano non soddisfa almeno il 40% dei crediti chirografari (che non hanno cioè pegni, ipoteche, o privilegi), uno o più creditori possono presentare «una proposta concorrente di concordato preventivo». Tra le pieghe c’è anche il trasferimento di 2000 dipendenti delle ex Province ai tribunali oltre i 1000 appena assorbiti.
La vera rivoluzione, però, potrebbe venire dalla nascita del Portale unico nazionale delle vendite pubbliche, che conterrà gli avvisi di tutte le vendite disposte dai tribunali italiani. Confluiranno qui, nel Portale unico, sia le procedure esecutive immobiliari che quelle mobiliari, oltre che nell’ambito di quelle concorsuali. «L’iniziativa - spiegano al ministero - si colloca nel solco del portale europeo della giustizia».
In pratica nascerà una sorta di eBay delle aste di tribunale. È evidente l’effetto che ci si aspetta: intanto garantire la massima informazione sulle procedure esecutive, aumentando la trasparenza, il tasso di efficacia e in ultima analisi la tutela dei creditori e dei debitori. Obiettivo non detto, ma evidente, è togliere alle piccole camarille la gestione delle aste giudiziarie come accade oggi in tante realtà locali portandolo a dimensione nazionale e addirittura internazionale.
«Il Portale - spiegano ancora gli esperti - consentirà poi a tutti gli interessati di acquisire le informazioni relative a tutte le vendite giudiziarie accedendo ad un’unica area web gestita dal ministero». Il panorama attuale, infatti, è di grande frammentazione. Ogni singolo tribunale pubblica gli avvisi di vendita su un sito individuato autonomamente, non comunicante con i siti degli altri uffici giudiziari.
tribunale fallimentare di roma
La legge prevede infine che anche gli atti introduttivi dei procedimenti innanzi ai tribunali e alle corti di appello possono essere depositati esclusivamente con modalità telematiche. «Siamo all’avanguardia mondiale», esulta il ministro Andrea Orlando. «Le cancellerie non potranno più acquisire depositi cartacei».
Sulla questione delle copie cartacee c’è però molta confusione. Il decreto prevede che ci sarà una regolamentazione delle copie di cortesia. Significa che si torna alla carta? «Stiamo andando indietro come i gamberi», protesta il M5S. «L’obiettivo - replica il ministero - è una più corretta gestione delle copie cartacee che negli uffici giudiziari ad oggi vengono prodotte, indipendentemente, ed anzi a prescindere, dall’esistenza di protocolli».