Carlo Bertini per "la Stampa"
Al riparo da telecamere, va in onda una "call" parallela al tavolo sul programma, dove si discute delle poltrone e degli assetti del futuro governo. Una call con tre protagonisti, di cui uno nel doppio ruolo di attore e regista, Dario Franceschini: che fa la spola tra Vito Crimi e Matteo Renzi, per dipanare la matassa. Si parla di tre ingressi di renziani, Luciano Nobili, Maria Elena Boschi e Ettore Rosato; di due ingressi dem, Andrea Orlando e Goffredo Bettini, nel ruolo di "Gianni Letta" del premier a palazzo Chigi.
Perché di un governo Conte ter, si parla. Con l'obiettivo di chiudere stasera, così da far salire Fico con la lieta novella da Mattarella: il quale potrebbe chiamare Conte per un reincarico. Questi sono gli auspici che Franceschini riferisce a sera nella "call" con Zingaretti, Orlando e Bettini, allargata ad altre personalità. E per questo si diffonde la speranza che stasera si chiuda questo strazio.
Zingaretti punta al Conte ter Ma c'è il forte sospetto che Renzi faccia saltare tutto. I segnali sono diversi, il più evidente è la narrazione che Italia Viva rimanda all'esterno di uno scontro su tutto con i grillini al tavolo programmatico con Fico. Facendo intendere che non si va lontano, che loro chiudono le porte su tutti i temi. Con un messaggio di Renzi ai suoi, che suona così: i 5stelle si arroccano, ma se aprono sul lavoro (meno fondi al reddito di cittadinanza), su giustizia e su almeno 5 miliardi di Mes, noi ci stiamo. Ma così non pare. Chi lo conosce da anni nel Pd, fiuta che «Matteo sta facendo quello in cui è maestro, sta affondando Conte e porta ad esaurimento i grillini».
mario draghi al meeting di rimini 6
Il Pd sa che "Giuseppi" può finire insabbiato, per questo nelle riunioni riservate si valuta una "opzione B", che viene tenuta ancora sullo sfondo, perché sarebbe tutta da valutare: se salta il Conte ter, su cui Zingaretti crede ancora fermamente, si potrebbe aprire la porta anche ad un governo di più ampio respiro politico. «Un governo Ursula», con la stessa maggioranza che in Europa ha votato la presidente della Commissione, ovvero la maggioranza attuale, allargata a Forza Italia. E con un premier dal nome altisonante, Mario Draghi. Il quale tuttavia non si sa se sarebbe disponibile.
giuseppe conte dario franceschini
Con Draghi e Fi, Iv non conta Il segretario sa che faticherà a far digerire al partito un Conte ter che apparirebbe debole, per questo ascolta gli argomenti di chi, specie tra gli ex Dc, sostiene che un governo Draghi sarebbe forse la soluzione migliore, perché «con una maggioranza allargata a Forza Italia, il potere di ricatto di Renzi verrebbe meno...». E non è più solo Luigi Zanda, già tesoriere del partito, molto vicino a Dario Franceschini, a tifare per un governo «di alto profilo».
Non sono più solo gli ex renziani e Andrea Marcucci (che già prima dell'estate volle incontrare riservatamente l'ex capo della Bce) a tifare segretamente per un governo Draghi. Il dubbio che il modo più sicuro per depotenziare Renzi è un tema trattato nelle call riservate. Certo, anche quella sarebbe una soluzione difficile da far digerire, specie alla sinistra di Orlando.
Ma qualcuno comincia però a pensare che «se nascesse un governo Draghi non sarebbe negativo per il Pd come Monti, ma avrebbe il profilo del governo Ciampi del'93. Comunque sia, al comitato politico, una sorta di comitato centrale del vecchio Pci, Zingaretti esorta tutti a non deporre l'arma delle elezioni. Ma dalle parole di Stefano Bonaccini, si capisce che, appena si parla di voto, tutti alzano le barricate.
MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI CHRISTINE LAGARDE MARIO DRAGHI. papa francesco draghi