Paolo Baroni e Ilario Lombardo per "la Stampa"
MARIO DRAGHI E MAURIZIO LANDINI
Sino a ieri sera nessun contatto e nessun segnale ufficiale all'indirizzo di Cgil e Uil da parte del governo. Lo sciopero generale proclamato per giovedì resta confermato e, visti gli impegni di Mario Draghi, la possibilità che prima della mobilitazione ci possa essere un incontro tra il premier e i segretari di Cgil e Uil deve fare i conti con tempi molto stretti.
«Se ci chiamano siamo sempre disponibili al confronto, ma la motivazione della protesta è quella di cambiare nel merito le scelte», ha spiegato ieri il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri a "Mezz' ora in più" su Rai 3.
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«Non è stato uno scherzo proclamare lo sciopero generale e non è che con un gesto simbolico si annulla», ha poi rilanciato Maurizio Landini della Cgil gelando ogni aspettativa dei possibili mediatori: «Noi vogliamo dei risultati concreti che diano il senso di un cambiamento».
Da Palazzo Chigi ieri sera filtrava la disponibilità a incontrare in tempi stretti le confederazioni per discutere di pensioni, come peraltro promesso dal premier nel corso dell'ultimo incontro. E non si esclude nemmeno che il nuovo vertice possa tenersi domani.
Massima disponibilità al dialogo insomma, ma senza fughe in avanti. Il tutto avendo comunque presente che da mercoledì in poi Draghi sarà impegnatissimo: prima in Parlamento con la relazione sui temi in discussione al prossimo Consiglio europeo, quindi al Quirinale per il tradizionale pranzo che precede ogni vertice Ue, ed il giorno dopo con la riunione con gli altri capi di Stato e di governo a Bruxelles.
Sicuramente però nei prossimi giorni l'incontro ci sarà, assicurano da Palazzo Chigi lanciando l'ennesimo segnale di distensione. A sua volta ieri Landini, parlando sempre su Rai 3, ha dato atto all'ex inquilino della Bce di aver ascoltato le richieste dei sindacati al contrario dei partiti di maggioranza.
«Non dico che Draghi è bravo e gli altri no. Lui ha avuto l'umiltà di ascoltarci - ha spiegato -. Nella seconda telefonata dopo il Consiglio dei Ministri ci ha spiegato che la maggioranza aveva deciso - ha aggiunto -. Se questa è la situazione, questo è un governo che non ci meritiamo».
Quanto alle forze politiche, invece, per il segretario della Cgil se «alle ultime elezioni, il 50%, il 60 o il 70% di quelli che stanno male o che vivono in periferia non vanno a votare, dovrebbero interrogarsi perché succede, perché non si sentono rappresentati. Oggi questo malessere va recuperato e noi non stiamo scioperando solo per i lavoratori: io mi aspetto che le forze politiche cambino». Il segretario della Cisl Luigi Sbarra, invece, dopo che la sua sigla ha deciso di non aderire alla mobilitazione del 16 dicembre, è tornato a ripetere che «trasformare i luoghi di lavoro in campi di battaglia e distruggere il dialogo sociale col governo è assolutamente sbagliato».
maurizio landini alla manifestazione dei sindacati a piazza san giovanni
A suo parere «questa legge di bilancio ha un profilo espansivo con una forte redistribuzione: non serve un profilo sindacale antagonista, massimalista e anche demagogico e populista. A Landini e Bombardieri - ha concluso - dico di stare attenti a isolare il sindacato in questa fase. Serve più responsabilità».
A stretto giro la replica di Bombardieri: «Ho molto rispetto per le posizioni della Cisl ma ricordo che in questo Paese non c'è un sindacato unico ci sono sindacati diversi». Difficile, insomma, immaginare che lo strappo si possa rimarginare molto velocemente sui due fronti.
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