Floriana Rullo per http://torino.corriere.it/
Possono 500 pacchi alimentari destinati ai poveri servire per pagare il cachet di Jo Squillo, e di altri personaggi dello spettacolo, presenti alla festa “Riso gorgonzola e antichi sapori” di Trecate? È quanto denuncia il Pd della cittadina novarese che accusa il sindaco di centrodestra Federico Binatti, che da novembre non riunisce il Consiglio comunale. «Non convocare il Consiglio è quasi un’ammissione di colpa – spiega Marco Uboldi, consigliere in forza al Pd -. Per questo abbiamo raccolto le firme per convocarlo. Ma fino ad oggi pomeriggio, lunedì 26 febbraio, quando bisognerà approvare il bilancio, tutti hanno disertato».
La questione sollevata dal Pd parte dall’aggiudicazione alla Markas di Bolzano dell’appalto per la mensa scolastica. Un affare da 9,1 milioni che doveva durare 12 anni. «L’offerta includeva come miglioria 500 pacchi alimentari all’anno da destinare ai bisognosi e 22 servizi di catering in occasione di eventi. – spiega Marco Uboldi -. Solo tre di queste cene sono state usate nel 2017. Per il resto il vicesindaco Giorgio Capoccia ha usato un’altra via».
JO SQUILLO vogue fashion night out foto lapresse
Così l’amministrazione, senza nessun tipo di atto di giunta ha deciso di chiedere all’azienda di monetizzare l’importo di cui non ha usufruito. «Abbiamo scoperto che il vice sindaco è riuscito a ottenere 11600 euro – continua Uboldi -. Lo stesso importo dei cachet degli artisti chiamati alla Festa del riso, Jo Squillo, Johnson Righeira e Papa Winnie, pagati 11595 euro. Per noi non è stato un caso».
Il vice sindaco Capoccia replica: «Abbiamo trovato delle sponsorizzazioni per sostenere le spese delle manifestazioni. I pacchi dono invece sarebbero stati un doppione rispetto a quelli della Caritas. Noi li abbiamo in ogni caso finanziati attraverso l’assegno destinato alla Parrocchia».
FEDERICO BINATTI SINDACO DI TRECASE
Il Pd contesta anche la modalità di pagamento degli artisti fatta direttamente dall’azienda che gestisce le mense e non dallo stesso comune. «Troviamo scandaloso anche come è stata gestita la richiesta – continua il consigliere comunale -. Nessun atto, nessuna richiesta in consiglio, nessun atto di Giunta. Solo mail tra il vice sindaco e l’azienda di servizi. Per questo abbiamo già segnalato tutto alla Corte dei Conti. Senza contare che quei servizi potevano valere oltre 40 mila euro e ne sono stati accettati solo un terzo». Tra ciò che è stato pagato in contanti c’erano anche i pacchi alimentari destinati a i poveri, beni destinati a chi non riesce ad arrivare a fine mese.
«Quella è la cosa che ci ha lasciati senza parole – continua Uboldi -. Quelli erano beni di prima necessità. Non si doveva nemmeno pensare al denaro. Ma ad ogni nostra domanda la maggioranza è riuscita a sfuggire». La discussione allora potrebbe essere rimandata al consiglio di oggi pomeriggio, 26 febbraio. «Sempre se ci arriveremo visto che la mozione è al ventunesimo posto di un ordine del giorno di 21 punti, tra i quali il bilancio- conclude l’esponente del Pd-. Vogliamo che si prendano le loro responsabilità».