Carlo Bertini per “la Stampa”
All'inizio fu il taglio dei parlamentari... poi arrivò il taglio degli stipendi... poi ancora il taglio del Senato... Potrebbe essere questo l'incipit di un capitolo dei libri di storia scritto dagli amanti della lotta alla Casta se non vi fosse un disegno più complesso sotto il profilo istituzionale con cui la maggioranza prova a nobilitare la rivoluzione in atto.
mattarella renzi zinga di maio
E se la mannaia sugli stipendi degli onorevoli la vuole calare Luigi Di Maio, il Pd sta per lanciare una riforma del bicameralismo con un finale altrettanto spettacolare: riunioni plenarie in seduta comune di Camera e Senato, sfruttando gli scranni lasciati vuoti a Montecitorio dal taglio degli eletti.
Con 600 deputati e senatori seduti insieme a votare in un colpo solo le questioni di fiducia, i voti sul bilancio e le risoluzioni in vista dei vertici Ue. Sforbiciata alle Commissioni Intanto, andiamo con ordine. E ora che succede?, si chiedono tutti dopo la vittoria del Sì sul taglio dei parlamentari.
LUIGI DI MAIO SORRIDENTE PER IL RISULTATO DEL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI
Semplice: niente. Almeno fino a quando non si tornerà a votare. Solo allora ci accorgeremo che si dovranno eleggere il 36,5% di parlamentari in meno, 400 deputati e 200 senatori. La prima cosa da fare, in vista dell'arrivo delle future matricole, è aggiornare i regolamenti di Camera e Senato: quest' ultimo partirà già oggi, perché con 200 senatori è difficile far funzionare le commissioni. In entrambi i rami del Parlamento, saranno accorpate, e ridotti i componenti. Le commissioni Tesoro, Bilancio e Finanze ad esempio saranno accorpate copiando il Mef.
E saranno impediti, come esige Di Maio, i «cambi di casacca» tra un gruppo e l'altro, in realtà già vietati al Senato. Tagliare un terzo dei collegi Prima dei nuovi regolamenti, una cosa è obbligatoria: da qui a due mesi andrà rivista la legge elettorale attuale, riducendo di un terzo i collegi. Solo a quel punto si potrà votare in qualsiasi momento.
Ma c'è chi, come il Pd, scalpita per cambiare il Rosatellum. Con un sistema alla tedesca, tutto proporzionale con soglia di sbarramento al 5%. Che non piace ai renziani e a Leu. Italia Viva quindi rilancia: il sistema tedesco va a braccetto con i correttivi del tedesco. E allora: sfiducia costruttiva (vietato votare la sfiducia a un governo se il Parlamento non vota la fiducia a un altro governo) e monocameralismo.
LUIGI DI MAIO NICOLA ZINGARETTI BY EDOARDOBARALDI
E qui i desiderata intersecano quelli dei Dem. Che questa settimana depositeranno un progetto di riforma che introduce un «monocameralismo politico», spiega Stefano Ceccanti, con le Camere riunite anche per votare la sfiducia costruttiva. Slitta la riforma elettorale Tanta carne al fuoco. La cosa che procederà spedita è la legge che consente il voto ai diciottenni anche in Senato, su cui tutti sono d'accordo. Il resto ha tempi lunghi.
Slittamento in vista per la nuova legge elettorale al posto del Rosatellum, che toglie la base regionale agli eletti al Senato, consentendo di accorpare ad esempio Basilicata e Calabria, per ridurre il problema della compressione della rappresentanza delle minoranze nelle piccole regioni. Domani la prima Commissione della Camera taglierà gli 800 emendamenti delle opposizioni, ma i tempi si allungano per le quattro letture costituzionali. La legge elettorale dovrebbe iniziare a fine mese, «ma sarà rinviata di sei mesi», è la previsione corale.
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