Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”
Una delle prassi più assurde del commercio online è che una quota di prodotti nuovi di zecca rispediti dai clienti insoddisfatti ad Amazon e compagni venga buttata via. «È una deriva della società usa-e-getta», secondo la capogruppo dei Verdi, Katrin Göring-Eckardt. Che va, tout court, vietata. In secondo luogo, quel 4% di beni che non vengono riutilizzati «devono essere donati, ad esempio attraverso organizzazioni caritatevoli».
Altre due richieste dei Verdi riguardano la cauzione sui bicchieri dei caffè da portare via - uso diffusissimo in Germania. E i Gruenen di Berlino hanno fatto sapere di recente di voler proibire persino i fuochi di artificio privati. Una sfida ardua in una città che ormai fa a gara con Napoli nella gara dei botti di Capodanno. Quanto ad Amazon, è vero che i tedeschi sono campioni europei del "soddisfatto o rimborsato".
L' anno scorso il 51% ha respinto almeno un prodotto comprato su internet, contro il 46% degli olandesi o il 43% degli inglesi. E siccome le scarpe erano troppo piccole, le magliette tropo grandi, i vestiti troppo sgargianti o l' abat-jour li aveva semplicemente delusi, i tedeschi hanno reimpacchettato 487 milioni di prodotti e li hanno rimandati ad Amazon e company, secondo dati dell' università di Bamberg. Addirittura metà dei vestiti e delle scarpe comprate dal divano di casa tornano ad Amazon.
Il risultato? Ben 280 milioni di pacchi sono tornati l' anno scorso nei centri di smistamento delle aziende - con buona pace, anche, delle tonnellate di CO2 prodotte dai camion o dagli aerei in più. Qualche prodotto torna davvero intonso, su qualche altro gli smistatori trovano una macchia di caffè o un graffio e diventa "di seconda mano". Un buon 4% viene distrutto. E ai colossi del web tutto ciò conviene comunque.
Come spiega Zalando, il 'soddisfatto o rimborsato' «è parte del nostro modello di business. Vogliamo dare la possibilità ai nostri clienti di provarsi le cose comodamente a casa». La verità è che per Amazon e company è più economico riprendersi il prodotto nuovo piuttosto che aprire un negozio o due in ogni centro città.
Non è un caso che le dichiarazioni di Göring-Eckardt abbiano avuto ieri un' ampia eco. Si specula molto sulla possibilità che i Verdi possano conquistare la cancelleria o comunque un posto al governo nel giro di pochi anni. E ieri due sondaggi sembrano dar conto di una svolta culturale e politica dei tedeschi che va in quella direzione.
Il primo sondaggio Infratest/Dimap rivela che il 27% dei tedeschi pensa che i Gruenen abbiano le risposte più giuste «alle sfide del futuro », di gran lunga la percentuale più alta. Ha perfettamente senso, allora, che la stragrande maggioranza sia anche pronta a fare sacrifici per un ambiente migliore - anche se ciò vale fino a un certo punto. Secondo YouGov il 74% dei tedeschi è pronto a rinunciare ai voli di breve raggio.
E li pagherebbe anche di più. Molti meno (il 27%) sarebbero invece disposti ad accettare un prezzo più alto della benzina. Il 63% dichiara già di mangiare "molta meno" carne e il 52% accetterebbe che costass e di più. Solo il 20% sarebbe disponibile invece a pagare una bolletta più cara, se servisse a sviluppare maggiormente le energie rinnovabili. Ma, a giudicare da Göring-Eckardt, per i tedeschi è forse arrivato il momento di fare un pensierino anche sul loro amore sfrenato per lo shopping online.
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